Colli del Tronto, oltre 1500 cantieri aperti per la ricostruzione post sisma 2016 nel cratere del centro Italia

Colli del Tronto, oltre 1500 cantieri aperti per la ricostruzione post sisma 2016 nel cratere del centro Italia

Nel cuore dell’Appennino centrale, la ricostruzione post sisma 2016 avanza con oltre 1.500 cantieri e investimenti per 2,2 miliardi di euro, puntando su borghi come Arquata del Tronto e iniziative culturali a Colli del Tronto.
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La ricostruzione post sisma del 2016 nell’Appennino centrale avanza con oltre 1.500 cantieri attivi e investimenti per 2,2 miliardi di euro, puntando alla rinascita fisica, sociale e culturale di borghi come Arquata del Tronto, mentre il Festival della Restanza promuove il ritorno e la vitalità delle comunità locali. - Gaeta.it

Nel cuore dell’Appennino centrale, la ricostruzione post sisma del 2016 segna tappe decisive. A Colli del Tronto, provincia di Ascoli Piceno, il commissario straordinario Guido Castelli ha fatto il punto su cantieri e risorse in corso, delineando uno scenario di crescita e lavoro concreto, anche nella rigenerazione sociale e culturale dei territori colpiti. Nel frattempo il Festival della Restanza e della Tornanza richiama comunità e istituzioni, costruendo un dialogo attorno a futuro e rinascita.

Andamento dei cantieri pubblici per la ricostruzione post sismica

Da quando Guido Castelli si è insediato come commissario straordinario alla ricostruzione, la situazione è cambiata sensibilmente. Al momento del suo ingresso in carica, il 95% delle opere pubbliche del cratere non era ancora partito. Oggi, invece, si contano circa 1.500 interventi pubblici in avvio, per un totale di 2 miliardi e 200 milioni di euro di investimenti. I cantieri sono finalmente al lavoro, distribuiti su vari comuni e comuni interessati dal sisma del 24 agosto 2016.

Questo sviluppo deriva da una collaborazione continua tra regione, enti locali e soggetti attuatori. Ogni opera rappresenta un pezzo concreto del mosaico della ricostruzione, in particolare nel recupero di infrastrutture e servizi fondamentali per i cittadini. I tempi di attivazione dei lavori si sono accorciati dopo anni di lentezza e di difficoltà burocratiche che avevano rallentato la ripresa.

Il segnale è chiaro: la ricostruzione fisica del territorio è ora una realtà tangibile, anche se in alcune aree, quelle più colpite e isolate, la strada resta ancora lunga. Si concentrano infatti gli sforzi per accelerare la ripresa nei borghi maggiormente compromessi, tra cui Arquata del Tronto, uno dei paesi simbolo del terremoto.

La ricostruzione di arquata del Tronto e dei borghi più danneggiati

Arquata del Tronto resta uno dei nodi maggiori della ricostruzione. Il sisma del 2016 ha devastato il paese, cancellando gran parte delle abitazioni e dell’edilizia storica. Ora è in corso la gara per un progetto di rifondazione che prevede un investimento di 60 milioni di euro. L’obiettivo è quello di restituire vita e servizi, non solo una semplice ristrutturazione ma una rinascita capace di riportare la popolazione a vivere stabilmente nei borghi.

Questo intervento rappresenta una sfida anche in termini di progettazione urbanistica e rilancio economico locale. Ricostruire significa infatti ridare accesso a scuole, attività commerciali, punti di ritrovo e strutture pubbliche, elementi essenziali per fermare lo spopolamento e rilanciare le comunità.

Il commissario Castelli ha sottolineato che proprio su questi progetti è fondamentale mantenere alto il ritmo, “per evitare ulteriori ritardi e concretizzare così l’impegno preso con residenti e amministrazioni locali”. Questi borghi non devono restare negli elenchi di luoghi abbandonati, ma tornare a essere centri vivi e abitati.

Risorse e pagamenti alle imprese: la ricostruzione privata

Il cammino della ricostruzione privata ha registrato anch’esso risultati concreti. Negli ultimi due anni e mezzo, il commissario ha riferito di aver liquidato il 60% delle risorse alle imprese per gli interventi di ricostruzione privati. Questa cifra indica avanzamenti economici definitivi, che permettono a famiglie e attività di rientrare o di mettere in sicurezza le proprie abitazioni danneggiate.

Rimane comunque un lavoro complesso, dove non mancano difficoltà tra procedure e organizzazioni. Le false partenze, ovvero cantieri che hanno subito stop improvvisi negli anni passati, hanno segnato il percorso. Lo stato attuale mostra però una luce in fondo al tunnel, grazie a pagamenti più puntuali e a un sistema che lentamente ha preso ritmo.

Le imprese coinvolte rappresentano il cuore pulsante della fase esecutiva della ricostruzione privata. La liquidazione delle somme permette loro non solo di proseguire i cantieri, ma di dare respiro a un’economia locale che aveva subito un colpo pesante con il terremoto.

Il festival della restanza e della tornanza come momento di confronto e rilancio

Il festival, giunto ormai alla sua edizione più importante, si svolge proprio a Colli del Tronto, a pochi chilometri dai comuni più colpiti. È dedicato al tema della permanenza nelle aree interne e al ritorno in queste terre fragili ma ricche di storia e legami sociali. Alla seconda giornata, il festival ha visto la partecipazione del ministro per lo Sport e le Politiche giovanili, Andrea Abodi, a dimostrazione dell’attenzione nazionale verso queste realtà.

La manifestazione vede una partecipazione crescente di famiglie, giovani e abitanti, a testimonianza di un sentimento collettivo di appartenenza e volontà di ricostruzione non solo materiale, ma anche sociale e culturale. Le iniziative proposte vogliono rilanciare il tessuto delle comunità, puntando su giovani, attività culturali e progetti di valorizzazione territoriale.

Attraverso strategie come NextAppennino si cerca di costruire un progetto integrato, che non si limiti alla ricostruzione edile ma investa su scuole, attività sportive, socialità e cultura. Il festival dimostra così di essere un momento di confronto e confronto importante per tutte le parti coinvolte nel processo di rinascita, a pochi mesi dal nono anniversario del sisma.

L’attenzione alle comunità e ai territori si conferma prioritaria per evitare spopolamenti definitivi e consolidare una prospettiva di vita reale in queste zone.

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