Nel corso del quattordicesimo congresso regionale svoltosi al Tower Hotel di Linate il segretario della Cisl Lombardia, Luca Maestripieri, ha ribadito con forza la necessità di tutelare le aziende locali da operazioni speculative e delocalizzazioni che minano il territorio. La questione riguarda un fenomeno diffuso: imprese straniere che acquisiscono patrimoni industriali costruiti in anni di lavoro, per poi abbandonare le attività lasciando dietro di sé disoccupazione e declino sociale.
La critica alle acquisizioni predatrici e ai rischi per il tessuto produttivo
Luca Maestripieri ha sottolineato come alcune aziende straniere arrivino in Lombardia acquisendo imprese e patrimoni creati con l’impegno di molte persone. Queste operazioni, spesso supportate anche da contributi pubblici, diventano poi predatorie quando tali società , dopo qualche tempo, decidono di delocalizzare le attività . Il risultato è la desertificazione economica e sociale di intere aree. Il segretario della Cisl ha evidenziato che “non si tratta di rifiutare gli investimenti esteri in sé, che anzi possono favorire lo sviluppo, ma di impedire che diventino strumenti per rapidissime operazioni speculative che danneggiano il lavoro e il territorio.” La situazione non è isolata ma ha ricadute gravi sul lungo termine.
Durante il congresso alla presenza di delegati e rappresentanti sindacali, Maestripieri ha posto l’accento su questo aspetto, chiedendo un intervento deciso sia della politica sia delle istituzioni per bloccare queste condotte. La priorità è salvaguardare il lavoro che negli anni è stato costruito, evitando che venga smantellato per interessi esterni, lasciando dietro sé solo spopolamento e difficoltà sociali.
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Il ruolo della politica e delle imprese per fermare la spirale negativa
Nel suo discorso, il segretario regionale della Cisl ha precisato che serve una risposta collettiva e coordinata. La politica, secondo Maestripieri, “non può limitarsi a osservare i fenomeni ma ha il dovere di intervenire attivamente per prevenire l’abbandono delle aziende da parte degli investitori stranieri dopo l’acquisizione.” Serve una legge chiara e strumenti efficaci per evitare le delocalizzazioni predatrici. Allo stesso tempo, il mondo delle imprese è chiamato a partecipare a questo sforzo comune, puntando a qualificare le proprie attività , a consolidare la presenza sul territorio lombardo e a rafforzare le condizioni per attrarre investimenti più stabili e sostenibili.
Luca Maestripieri ha affermato che da soli i sindacati non riescono a far fronte a queste difficoltà . Serve una sinergia tra differenti soggetti, per mettere al centro l’occupazione e la valorizzazione industriale. Solo così si può invertire la rotta e rendere la Lombardia un territorio attrattivo non solo per capitali ma anche per lavoro di qualità e duraturo.
L’appello per una lombardia più forte e attrattiva
Il messaggio invocato durante il congresso vuole spingere verso un’azione combinata tra istituzioni, associazioni di categoria e sindacato per proteggere le realtà produttive dalla fuga e dalla speculazione. La sfida sarà rendere la regione non solo un luogo dove gli investimenti arrivano, ma dove si radicano nel tempo con ricadute positive per il lavoro e la coesione sociale.
Luca Maestripieri ha concluso impegnandosi a mantenere alta l’attenzione su questi temi anche nel prossimo quadriennio, indicando che sul piano politico e sociale esiste ancora molto da fare. La difesa del lavoro passa anche dalla capacità di offrire condizioni migliori per le aziende, affinché non cedano alla tentazione di spostare produzioni altrove. La Lombardia, il cuore industriale italiano, deve mantenere saldo il proprio tessuto produttivo evitando di perdere pezzi per strategie di breve respiro.