Cinque film di alberto sordi che raccontano roma dagli anni ‘50 agli ‘80

Cinque film di alberto sordi che raccontano roma dagli anni ‘50 agli ‘80

Alberto Sordi racconta Roma attraverso cinque film iconici, esplorando la città tra satire sociali, contrasti culturali e ritratti realistici di quartieri storici e classi popolari.
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L'articolo celebra Alberto Sordi attraverso cinque film iconici ambientati a Roma, che raccontano la città e la sua evoluzione sociale, culturale e storica dal Settecento al Dopoguerra, evidenziando il legame profondo tra l'attore e la capitale. - Gaeta.it

Alberto Sordi resta uno degli attori romani più rappresentativi del cinema italiano. Nato a Roma il 15 giugno 1920, ha inciso profondamente l’immagine della città nel panorama culturale italiano con ruoli che si svolgono quasi sempre nella capitale. Nel 2025, nel pieno delle celebrazioni per il suo 105esimo compleanno, si torna a guardare a cinque pellicole fondamentali girate tra le strade e i quartieri di Roma. Sono racconti di una città che cambia, riflesso fedele della società italiana in trasformazione.

La roma aristocratica tra satire e contrasti sociali: il marchese del grillo

Tra le opere più famose di Sordi, Il Marchese del Grillo rappresenta un viaggio nella Roma settecentesca, quella della nobiltà papalina. Il protagonista Onofrio del Grillo è un nobile romano dotato di un’umoristica arroganza, incarnazione di un’epoca in cui l’aristocrazia dominava la vita cittadina. Le riprese esterne restituiscono l’atmosfera di via Giulia, piazza Farnese e il quartiere Regola, luoghi storici riconoscibili ancora oggi.

Le strade acciottolate e i palazzi barocchi costituiscono lo sfondo di un film in cui la contrapposizione tra popolo e classe nobiliare emerge con toni satirici ma efficaci. Le contraddizioni di una Roma che vive tra rigide gerarchie sociali e una realtà feroce si esprimono in una comicità impietosa, resa con precisione dai dettagli architettonici e dall’ambientazione. In questa pellicola Sordi usa il territorio romano per disegnare un ritratto sociale, oltre che un omaggio alla sua città natale.

Trastevere e la lotta tra cultura italiana e mito americano: un americano a roma

Nel 1954 usciva Un americano a Roma, pellicola che ancora oggi esprime la vita popolare romana con un misto di ironia e malinconia. L’ambientazione principale è il quartiere di Trastevere, precisamente lungo via della Lungaretta, dove si svolge la famosa scena della sfida tra hamburger e maccheroni. La cucina semplice di quegli anni rappresenta il cuore della romanità autentica, fatta di gesti semplici e tradizioni alimentari.

Il personaggio di Nando Mericoni incarna il conflitto tra la cultura identitaria romana e l’attrazione per il mito americano. “Il suo scontro con la propria origine si svolge tra le mura di casa, ma rispecchia una tensione più ampia che attraversava l’Italia del Dopoguerra.” In questo film, Roma diventa specchio di uno scontro generazionale e culturale. L’ambientazione popolare non viene idealizzata, ma proposta con un realismo umoristico che caratterizza gran parte dell’opera di Sordi.

Roma tra istituzioni e la vita di tutti i giorni: il vigile

Il Vigile del 1960 mostra Roma come città di monumenti e contraddizioni sociali attraverso gli occhi di Otello Celletti, un vigile urbano interpretato da Sordi. Le riprese catturano luoghi emblematici come Piazza Venezia, con l’Altare della Patria, Via dei Fori Imperiali e il Campidoglio, obiettivo dell’azione civile del protagonista che multa l’auto del sindaco. Questi spazi evocano il rapporto tra cittadino e potere.

La pellicola descrive il lavoro quotidiano nelle strade della capitale e la difficoltà di far rispettare le regole in un contesto spesso caotico. L’idea di giustizia diventa un elemento chiave, con Sordi che si confronta con l’autorità e le istituzioni tra i grandi simboli romani. Il contrasto tra la grandiosità storica e il traffico, le lamentele e le ipocrisie dei cittadini riflette una realtà concreta di una metropoli in movimento, mai lontana dal cuore dello spettatore.

Roma delle classi mezze tra ambizione e ipocrisia: il medico della mutua

In Il medico della mutua , Sordi interpreta Guido Tersilli, un medico che si sposta tra diversi quartieri di Roma per fare visite domiciliari. Le zone narrate con maggiore frequenza sono Prati e Flaminio, quartieri medio-borghesi segnati da palazzi degli inizi del XX secolo e nuovi sviluppi urbani. La città vista negli occhi di Tersilli appare come un mosaico di ansie personali e comportamenti sociali ambigui.

Attraverso le scene girate tra San Giovanni e l’Appio Latino, il film delinea un ritratto preciso dei piccoli egoismi e malcostumi che attraversano la classe media romana. La vicenda di un medico che cerca di accumulare pazienti si trasforma in una critica ironica alla sanità e alle relazioni sociali nell’ambiente urbano. Roma, con le sue strade trafficate e i portoni affollati, diventa luogo di un racconto realistico che mette in luce fragilità e compromessi di un’intera categoria sociale.

Luoghi della giovinezza e dell’addio ai sogni: i vitelloni e roma

Anche se I vitelloni si svolge principalmente in provincia, alcune scene con Sordi sono ambientate a Roma e contribuiscono a costruire un immaginario della città come spazio di passaggio tra infanzia e maturità. Il personaggio di Moraldo si muove tra Appia Antica, Circo Massimo e Colosseo, che si stagliano in panorami capaci di evocare il peso della storia.

Questa Roma appare più silenziosa e introspettiva: un teatro immutabile che osserva dalla sua eternità le illusioni e le delusioni della gioventù. Le rovine e i monumenti suggeriscono un confronto con il passato e una riflessione sull’impossibilità di sfuggire al proprio destino, qui declinato con eleganza metaforica. Nel racconto visivo, la città è più che uno sfondo: diventa partecipante e testimone dei sogni spezzati di intere generazioni.

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