L’annuncio della chiusura del ponte Paladini, situato al km 40+600 della strada statale 80 tra Aprati e Ortolano, a partire dal 3 giugno per lavori di manutenzione ha suscitato forti preoccupazioni nell’aquilano e nel teramano. L’intervento, previsto per almeno sessanta giorni, rischia di paralizzare la viabilità e mettere a dura prova l’economia dei piccoli comuni di quell’area interna dell’Abruzzo, soprattutto in vista dell’estate. La decisione, comunicata da Anas Spa senza coinvolgere la Regione Abruzzo né le amministrazioni locali interessate, ha acceso un acceso dibattito politico sulla gestione delle infrastrutture regionali.
Tempistiche e impatti sulla viabilità per la chiusura del ponte paladini
La chiusura del ponte Paladini è stata annunciata ufficialmente da Anas Spa nella prima settimana di giugno 2025. L’intervento riguarda lavori di manutenzione programmata e adeguamento tecnico-funzionale, fondamentali per garantire la sicurezza, ma previsti senza alcun preavviso alle comunità locali coinvolte. Il ponte si trova su un punto cruciale della ss 80, una strada che collega vari comuni montani fra l’aquilano e il teramano.
La decisione di chiudere completamente il ponte per almeno due mesi metterà in grave difficoltà tutta la rete viaria locale. Senza passaggi alternativi adeguati, i collegamenti tra città come L’Aquila e Teramo rischiano di essere complicati da deviazioni lunghe e poco pratiche. Il flusso di turisti, visitatori e residenti che in estate tende a crescere tra queste zone potrebbe subire un contraccolpo, con impatti negativi per le attività economiche tipiche di queste aree montane.
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I sindaci e i rappresentanti dei comuni interessati si sono detti sconcertati dalla mancanza di concertazione prima della comunicazione ufficiale. L’improvviso annuncio di Anas Spa ha lasciato poco spazio per organizzare soluzioni alternative o per informare correttamente cittadini e operatori economici. Non è stata coinvolta neppure la Regione Abruzzo, che pure dovrebbe vigilare ed intervenire nelle questioni infrastrutturali di rilievo regionale.
Critiche e reazioni dalla politica abruzzese
Il presidente della commissione vigilanza Sandro Mariani, insieme al capogruppo di “Abruzzo Insieme” Giovanni Cavallari e al consigliere PD Pierpaolo Pietrucci, ha definito l’intervento “l’ennesima mazzata” per i comuni delle aree interne. I tre rappresentanti politici hanno sottolineato l’assenza totale di consultazione con le amministrazioni locali e con la Regione Abruzzo, denunciando l’incapacità della giunta Marsilio e dell’assessore D’Annuntiis di tutelare gli interessi della popolazione abruzzese.
La situazione si inserisce in un contesto già teso, visto che da tempo si discute della necessità di coordinare i lavori sulle arterie principali dell’Abruzzo, quali A24, A14 e la stessa ss 80. Le recenti chiusure e emergenze, come il blocco del traforo della domenica precedente a causa di un’auto in fiamme, hanno già creato disagi importanti. Il fatto che Anas Spa proceda a questi interventi senza una strategia complessiva rischia di peggiorare ulteriormente la mobilità provinciale.
I politici hanno ribadito che migliorare le infrastrutture è necessario, ma serve una progettazione che tenga conto delle esigenze del territorio e delle fasce temporali in cui gli interventi non arrecano danno economico e sociale. Procedere con lavori così invasivi in prossimità della stagione estiva può isolare le comunità montane, aggravando i problemi legati allo spopolamento e alla crisi economica di questi territori.
Conseguenze per turismo, economia locale e comunità montane
La chiusura del ponte Paladini non si limita a un problema viario, ma rischia di mettere in difficoltà profonda economie già fragili. Molti comuni dell’aquilano e teramano si basano sul turismo estivo e sulle seconde case di chi torna in montagna per le vacanze o per motivi familiari. Bloccare o complicare gli accessi in questa fase potrebbe far saltare prenotazioni, ridurre gli incassi di alberghi, negozi e ristoranti.
La difficoltà a raggiungere queste aree, a partire da giugno, potrà alimentare un senso di isolamento. Queste comunità sono particolarmente vulnerabili, con servizi ridotti e rischiano di subire ulteriori perdite demografiche. Il sindaco di Crognaleto, Orlando Persia, ha sottolineato che “qualsiasi intervento urgente va pianificato con tempi più lunghi e con un dialogo aperto con i cittadini.” Serve anche progettare soluzioni alternative per evitare che chiudere un ponte significhi lasciare intere zone senza vie di passaggio sicure e praticabili.
Il timore è che i disagi si aggravino se i tempi di chiusura dovessero protrarsi o se si accavallassero con altri interventi in corso sulle principali arterie della regione, come quelli sul traforo del Gran Sasso o sull’autostrada A24. In estate, con il traffico per le vacanze già intenso, eventuali blocchi o deviazioni improvvise potrebbero trasformarsi in emergenze, causando ripercussioni su tutta la mobilità regionale.
Prospettive di intervento e attesa di chiarimenti
I consiglieri Mariani, Cavallari e Pietrucci hanno annunciato che la questione sarà portata nelle prossime sedute della commissione vigilanza regionale. Verrà convocata Anas Spa per avere informazioni dettagliate sulle motivazioni, i modi e i tempi dei lavori. Si attende anche la presenza e la relazione dell’assessore regionale D’Annuntiis, finora molto poco presente nelle discussioni sulla viabilità.
Tra i nodi irrisolti c’è la possibilità di soluzioni alternative durante la chiusura. Si ipotizza, per esempio, un intervento del genio pontieri per la costruzione di una struttura provvisoria parallela, che possa almeno garantire il transito a senso alternato e limitare così l’isolamento dei comuni interessati. Finora non ci sono indicazioni in tal senso.
Il dibattito ha messo in luce la difficoltà della Regione Abruzzo nel tutelare i propri interessi rispetto ai grandi enti come Anas e Autostrade. Le amministrazioni locali hanno bisogno di certezze e di maggior ascolto, soprattutto quando sul tavolo ci sono operazioni che rischiano di compromettere interi territori. L’estate 2025 potrebbe diventare un banco di prova per comprendere come verranno gestite le problematiche di mobilità e sviluppo nelle zone interne abruzzesi.