Chiesti otto anni di carcere per due studenti di pallanuoto a Genova accusati di abuso e revenge porn

Chiesti otto anni di carcere per due studenti di pallanuoto a Genova accusati di abuso e revenge porn

Due studenti e pallanuotisti di Genova sono sotto processo per violenza sessuale e revenge porn, con richieste di pene superiori agli otto anni; il caso solleva questioni su rispetto e privacy nello sport universitario.
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Due studenti e pallanuotisti universitari a Genova sono sotto processo per violenza sessuale e diffusione non consensuale di immagini intime, con richieste di pene superiori agli otto anni. - Gaeta.it

Due studenti universitari e pallanuotisti, protagonisti nella serie A, sono finiti sotto processo per gravi accuse legate a una serata a Genova nel 2022. La pm Gabriella Dotto ha richiesto pene che superano gli otto anni di reclusione per entrambi, con l’accusa di aver abusato di una ragazza e di aver diffuso immagini intime senza consenso. Il caso ha scosso la comunità locale, sollevando interrogativi sulla responsabilità e il rispetto nel mondo sportivo universitario.

Ricostruzione degli eventi secondo le forze dell’ordine

Le indagini, condotte dalla squadra mobile di Genova, hanno seguito una traccia chiara a partire dalla denuncia della vittima. La giovane ha raccontato di essere stata invitata a bere e ad andare nella casa di uno dei ragazzi, scenario in cui avrebbe subito le presunte violenze. Gli investigatori hanno raccolto testimonianze e prove fotografiche e video con attenzione, trovando conferme a quanto dichiarato dalla parte offesa. Le immagini scattate o filmate dagli imputati avrebbero immortalato i momenti considerati di abuso. Nell’inchiesta sono state poi coinvolte anche altre donne che erano apparse in quei video, portate a testimoniare per chiarire la natura consensuale o meno delle relazioni con i due studenti.

Dettagli medici e versioni difensive

Le lesioni riportate dalla vittima sono state documentate durante le cure mediche successive, venendo inserite nel quadro probatorio. Più volte gli accusati hanno rimarcato la loro versione dei fatti, sostenendo che i rapporti sessuali erano avvenuti con il consenso della donna. Gli avvocati difensori, Andrea Vernazza e Fabio La Mattina, hanno insistito su questo punto durante l’iter processuale. L’inchiesta ha posto l’attenzione anche su certi comportamenti nel contesto sportivo universitario, ma soprattutto ha evidenziato problemi di rispetto e tutela delle persone coinvolte in dinamiche di gruppo e sociali.

Dettagli delle accuse e richiesta di condanna

Nel 2022, a Genova, due atleti di pallanuoto, all’epoca ventiduenne e ventiquattrenne, sarebbero stati protagonisti di un episodio che ha portato la procura ad avanzare accuse pesanti. La pm Gabriella Dotto ha chiesto otto anni e due mesi per uno, otto anni e sei mesi per l’altro, con l’accusa principale di violenza sessuale. Secondo gli atti, dopo una notte passata in discoteca, i due avrebbero ottenuto che una giovane, fatta bere, li seguisse nella casa di uno di loro. Qui la situazione sarebbe degenerata in un abuso, i cui dettagli sono ricostruiti dalle indagini della squadra mobile. L’offesa si sarebbe consumata in un luogo privato, ma testimoni importanti sono rappresentati dai video girati dagli stessi imputati, immortalati sui cellulari.

Oltre alla violenza sessuale, i due sono accusati di scambio di materiali intimi senza consenso, ovvero revenge porn. Avrebbero condiviso filmati di rapporti sessuali con altre donne, tutte consenzienti, attraverso chat private con amici. Questi elementi aggravano la posizione dei ragazzi e ampliano la portata delle accuse ben oltre l’episodio singolo. La condivisione non autorizzata di tali contenuti, soprattutto da persone pubbliche o comunque attive nello sport, ha richiamato l’attenzione della procura sulla necessità di affrontare anche questo tipo di reato nella giustizia ordinaria.

Impatto sul mondo sportivo universitario e reazioni

L’episodio ha acceso un dibattito all’interno delle realtà universitarie e sportive genovesi. Due giovani conosciuti per essere atleti di alto livello nella pallanuoto sono ora al centro di forti accuse, che mettono in discussione non solo loro ma l’ambiente dove si muovono. Le associazioni sportive e le università, in particolare, monitorano con attenzione l’evolversi del processo. La diffusione di video intimi senza consenso ha riportato sotto i riflettori il tema della protezione e del rispetto della privacy, specialmente tra giovani adulti.

Le accuse di revenge porn, punite con pene severe, sono nate negli ultimi anni come tema di studio e legislazione, vista la loro diffusione e rischio sociale. In situazioni come questa, dove i protagonisti sono figure pubbliche o semi-pubbliche, il messaggio inviato a chi vive esperienze simili diventa importante. Allo stesso tempo, il sistema giudiziario avanza con attenzione, garantendo un processo equo e il diritto alla difesa. Di fatto il expediente si trova ora al tribunale, con la richiesta di condanne che potrebbero rappresentare un precedente significativo per casi simili in ambito sportivo e universitario.

L’attesa per l’esito giudiziario coinvolge non solo gli imputati e la vittima, ma anche la comunità di Genova e i tanti giovani che seguono il mondo della pallanuoto. La vicenda resta, per ora, aperta e sotto osservazione, mentre si attendono sviluppi in aula e possibili ulteriori testimonianze nel corso del procedimento.

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