L’attenzione si concentra sulla grave emergenza umanitaria nella Striscia di Gaza con la chiamata alla mobilitazione della Cgil, il sindacato italiano che promuove iniziative di solidarietà e protesta il 6 settembre 2025. La missione globale della Global Sumud Flotilla sta per prendere il mare, con navi civili che partiranno da vari porti del Mediterraneo, tra cui l’Italia, con l’obiettivo di consegnare aiuti e rompere il blocco navale imposto da Israele nella regione. La mobilitazione accende un dibattito internazionale sul diritto umanitario e sulle responsabilità politiche in un contesto di conflitto che continua a provocare sofferenza.
Cgil convoca la protesta nazionale contro la crisi a gaza e a favore della missione umanitaria
Il 6 settembre 2025, la Cgil invita in piazza lavoratori, pensionati, studenti, intellettuali e associazioni in tutto il territorio italiano per chiedere un’immediata interruzione della violenza a Gaza. Il sindacato esorta a una protesta che evidenzi la richiesta di pace e il rispetto del diritto internazionale. Nello specifico, la Cgil chiede al governo italiano di schierarsi apertamente dalla parte della giustizia e di una soluzione pacifica. L’appello ribadisce anche il sostegno alle manifestazioni di dissenso avvenute in Israele contro le azioni militari in corso.
Il sindacato si concentra sulle richieste avanzate dalla Confederazione sindacale internazionale rivolte ai leader mondiali: sospensione della fornitura di armi, cessate il fuoco immediato, apertura senza ostacoli di corridoi umanitari, rilascio di ostaggi e prigionieri politici. Viene inoltre sottolineata la necessità del riconoscimento dello Stato palestinese e l’interruzione dei rapporti commerciali con gli insediamenti considerati illegali. L’iniziativa della Cgil si inserisce in un quadro di coordinamento europeo, con la Confederazione europea dei sindacati che sollecita la Commissione europea a bloccare l’accordo di associazione con Israele finché non saranno cessati gli abusi nei territori occupati.
La protesta rappresenta quindi una momentanea convergenza di istanze sociali e politiche, volta a interrompere un’escalation che rischia di aggravare ulteriormente la situazione già critica. Il coinvolgimento di più categorie sociali e culturali punta a evidenziare come la crisi di Gaza interessi l’intera società civile italiana, e si collega alle voci internazionali presenti alla convocazione della Global Sumud Flotilla.
La global sumud flotilla parte da diversi paesi del Mediterraneo per sfidare il blocco navale israeliano
Tra il 31 agosto e i primi giorni di settembre 2025, una flotta internazionale di imbarcazioni civili prenderà il mare da più porti del bacino mediterraneo, Italia e Spagna compresi, con l’intento di consegnare aiuti a Gaza e rompere il blocco navale imposto da Israele. La Global Sumud Flotilla è la più ampia mai promossa di questa natura. La missione raccoglie il sostegno di varie organizzazioni e singole persone, inclusi attivisti, ex militari e gruppi femminili.
Questa iniziativa nasce dalla volontà di superare l’assedio che limita fortemente l’accesso di beni essenziali nella Striscia di Gaza, che si traduce in una crisi umanitaria di vasta portata. La flotta si propone di garantire la consegna immediata di cibo, medicine e altri materiali necessari alla popolazione palestinese, a cui viene impedito di poterli ricevere via mare.
La mobilitazione intorno alla Sumud Flotilla coinvolge migliaia di persone in 44 Paesi. Ci sono anche proteste pacifiche e uno sciopero della fame internazionale in solidarietà con Gaza, che cercano di aumentare la pressione politica. La flotta è, tra l’altro, simbolo di un’azione umanitaria nonviolenta nata dal basso, che mette in evidenza l’isolamento e la sofferenza della popolazione in un contesto di tensione internazionale.
Le autorità israeliane considerano il blocco una misura di sicurezza, ma molte organizzazioni internazionali denunciano le conseguenze sulla società civile come una violazione dei diritti fondamentali. A questo si aggiunge il quadro politico che vede il progetto E1, destinato a modificare i confini con la Cisgiordania e isolare Gerusalemme, minacciando ulteriormente la prospettiva di pace tra palestinesi e israeliani.
La Cgil finanzia aiuti a Gaza e denuncia l’aggravarsi della situazione umanitaria e politica
Parallelamente alle iniziative di protesta, la Cgil ha portato avanti una raccolta fondi già utilizzata per inviare due container carichi di beni di prima necessità nella Striscia di Gaza. Ha finanziato inoltre la produzione e la distribuzione di “confezioni famiglia” con verdure coltivate direttamente da associazioni di donne palestinesi nel territorio di Gaza City, in particolare nel campo profughi Al Amal Al Taawony. Nei prossimi giorni l’organizzazione prevede di fornire pacchi alimentari e pasti caldi per circa mille nuclei familiari, grazie alla cooperazione con l’Associazione delle Ong Italiane e il Ciss di Palermo.
Nel suo documento, la Cgil parla di una delle peggiori violazioni del diritto internazionale in corso nella zona, con un assedio che riduce l’entrata di aiuti vitali e un’escalation militare che mira a costringere allo sfollamento la popolazione palestinese. La denuncia coinvolge anche l’intenzione dichiarata di isolare Gerusalemme tramite progetti urbanistici espansivi e l’eliminazione della possibilità di una soluzione a due Stati, condannata dalla comunità internazionale.
Il sindacato definisce la strategia israeliana responsabile della condizione degli ostaggi detenuti da Hamas e denuncia l’uso della fame come arma di guerra. Secondo la Cgil, questa situazione segna una rottura dei trattati internazionali firmati dagli Stati membri Onu e mette in pericolo la pace e la sicurezza mondiale. L’appello finale è rivolto agli Stati democratici affinché intervengano, per fermare ciò che viene descritto come una “barbarie” in atto a pochi chilometri dall’Europa.
Queste azioni riflettono l’urgenza di un intervento civile che abbia riscontro politico, in un momento caratterizzato da forti tensioni e da un drammatico bilancio umano. Il sostegno alla Global Sumud Flotilla e la mobilitazione in piazza rappresentano due facce della stessa richiesta di attenzione e di impegno concreto verso Gaza e la pace nel Mediterraneo.