Centrale Del Latte d’Italia: fatturato in crescita ma margini in calo nel primo semestre 2025

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Centrale Del Latte d’Italia: ricavi su, profitti giù nel primo semestre 2025 - Gaeta.it

Armando Proietti

9 Settembre 2025

Nel primo semestre del 2025, la Centrale del Latte d’Italia, terzo player sul mercato del latte fresco e a lunga conservazione in Italia, ha visto il suo fatturato crescere di quasi il 4%. Tuttavia, i profitti operativi e i margini hanno subito una battuta d’arresto, in un contesto di concorrenza serrata e costi in aumento.

Fatturato in crescita, ma mercato sempre più sfidante

Tra gennaio e giugno 2025, la Centrale del Latte d’Italia ha fatturato 171,8 milioni di euro, con un aumento del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2024. Questa crescita conferma la solidità della domanda nel settore del latte fresco e a lunga conservazione, dove l’azienda mantiene salda la sua terza posizione per quota di mercato e distribuzione. Il risultato mostra una presenza consolidata sia nella grande distribuzione organizzata che nel canale retail.

Nonostante il rialzo dei ricavi, però, restano forti pressioni sui prezzi di vendita e sui costi delle materie prime. Il settore lattiero richiede all’azienda di tenere alta l’efficienza produttiva e di adattare le strategie di prezzo, tenendo conto delle variazioni dei costi energetici e di trasporto, che pesano sul prezzo finale. La capacità di mantenere clienti e quote di mercato è stata decisiva per sostenere questa crescita delle vendite.

Margini in calo, utile operativo sotto pressione

Al 30 giugno 2025, l’ebitda si è fermato a 15,2 milioni di euro, in calo rispetto ai 16 milioni registrati nel primo semestre 2024. L’ebitda margin è sceso all’8,8% dal 9,6% dell’anno precedente. Questo indica che i costi sono cresciuti più rapidamente dei ricavi, comprimendo così i margini.

Anche il risultato operativo netto ha risentito della situazione, passando da 8,3 a 6,9 milioni di euro confrontando i primi sei mesi del 2024 e del 2025. Il calo riflette la pressione sui profitti, aggravata dagli investimenti fatti in logistica e distribuzione. Per l’azienda diventa quindi fondamentale controllare le spese, per evitare un’ulteriore erosione della redditività. La situazione resta delicata, con un equilibrio da mantenere tra crescita delle vendite e controllo dei costi operativi, in un mercato dove i margini sono sempre più risicati.

Utile netto stabile nonostante le difficoltà

L’utile netto dopo le tasse si è attestato a 4,6 milioni di euro nel primo semestre 2025, leggermente sotto i 4,8 milioni dello stesso periodo del 2024. La differenza è contenuta e lascia pensare che la società sia riuscita a limitare l’impatto delle tasse, magari beneficiando anche di qualche effetto finanziario positivo. Mantenere un utile netto intorno ai 4,5 milioni indica una situazione economica nel complesso solida, nonostante qualche segnale di rallentamento nei risultati industriali.

Resta comunque importante tenere d’occhio come la concorrenza e i costi fissi influenzeranno i prossimi trimestri, oltre a valutare le scelte di gestione del capitale netto e operativo per capire la solidità finanziaria a medio termine.

Posizione Finanziaria Netta Stabile nei primi sei mesi

Al 30 giugno 2025, la posizione finanziaria netta della Centrale del Latte d’Italia era pari a -38,1 milioni di euro, praticamente invariata rispetto ai -38,03 milioni di fine 2024. Questo dato mostra che l’azienda non ha cambiato molto il proprio livello di indebitamento nella prima metà dell’anno. La stabilità del debito netto riflette un bilanciamento tra operazioni di finanziamento e investimenti, senza variazioni significative nell’esposizione finanziaria.

La gestione attenta della liquidità e degli impegni economici ha aiutato a contenere la necessità di risorse per sostenere produzione e distribuzione. Resta però fondamentale monitorare l’andamento del debito in rapporto al cash flow operativo, per evitare problemi finanziari nei prossimi mesi. Al momento la situazione è sotto controllo, anche se non si possono escludere cambiamenti nel secondo semestre del 2025.