Nel carcere di Poggioreale, a Napoli, la polizia penitenziaria ha messo le mani su dieci telefoni cellulari e una quantità di droga durante un controllo mirato. Il ritrovamento conferma quanto sia difficile impedire che oggetti vietati entrino nella più grande casa circondariale d’Italia. Il sindacato Sappe ha sottolineato come gli agenti siano messi sotto pressione, in un clima reso ancora più pesante dal sovraffollamento e dalla carenza di personale.
Blitz a Poggioreale: sequestrati cellulari e droga nella casa circondariale più grande d’Italia
Venerdì scorso, gli agenti hanno fatto un’operazione all’interno del carcere di Poggioreale, noto per la sua capienza enorme e per ospitare più di 2100 detenuti. Durante il controllo sono stati trovati dieci telefoni nascosti e sostanze stupefacenti di vario tipo. Un segnale chiaro che, nonostante i controlli sempre più serrati, i traffici illeciti continuano a girare dietro le sbarre.
Il sindacato Sappe ha diffuso la notizia, mettendo in luce l’impegno costante della polizia penitenziaria in un contesto difficile. Il fatto che si riescano a introdurre cellulari, vietati per regolamento, dimostra come le reti criminali riescano a mantenere contatti con l’esterno e a portare avanti attività illegali anche dalle celle. La presenza di droga, poi, rende ancora più complicato mantenere ordine e sicurezza.
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Il sindacato ha acceso i riflettori sulle condizioni interne di Poggioreale, aggravate da numeri che parlano chiaro. La pianta organica prevede un numero di agenti molto più alto di quelli realmente in servizio: mancano circa 160 unità, con appena 430 poliziotti a controllare oltre 2100 detenuti. La capienza regolamentare del carcere è di 1571 posti, ma il sovraffollamento cronico rende la gestione ancora più complicata.
Questa situazione grava pesantemente sul lavoro degli agenti, costretti a turni lunghi e stressanti, con un carico fisico e psicologico enorme. La mancanza di personale limita la capacità di prevenire il traffico di telefoni e droga, mettendo a rischio la sicurezza sia degli agenti che dei detenuti. Per il sindacato, questo squilibrio è una delle cause principali che rendono Poggioreale un carcere difficile da gestire.
Il sindacato chiede più tutele: “Serve un carcere più sicuro”
Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha ribadito l’urgenza di interventi concreti per impedire l’uso dei cellulari dentro le carceri. “Questi dispositivi alimentano le organizzazioni criminali e permettono ai traffici di restare attivi anche dietro le sbarre, vanificando il senso dell’isolamento.” Capece ha sottolineato il ruolo cruciale della polizia penitenziaria nel garantire legalità e sicurezza, condizioni indispensabili per avviare veri percorsi di rieducazione e reinserimento.
Il sindacato ha chiesto misure efficaci per bloccare l’ingresso di questi dispositivi, così da ridurre le attività illegali all’interno delle strutture. Capece ha ricordato che “un carcere sicuro, capace di offrire opportunità concrete di recupero, può migliorare la sicurezza dell’intero Paese.” Dotare gli agenti degli strumenti adeguati è fondamentale per affrontare ogni giorno le sfide che emergono nei penitenziari più difficili e affollati, come Poggioreale.