Quando si parla di Gaeta, il pensiero corre subito alle spiagge sabbiose, alla tiella tradizionale e alle vedute panoramiche sul Tirreno. Ma chi conosce davvero questa città sa che, oltre al mare e ai sapori, Gaeta custodisce un luogo che non ha eguali: la Montagna Spaccata. Un sito in cui natura, fede e leggenda si intrecciano creando un’atmosfera che colpisce profondamente chiunque lo visiti.
Immersa nel promontorio di Monte Orlando, questa frattura naturale racconta una storia che travalica i secoli e porta con sé il fascino del mistero e la forza della devozione popolare. Non si tratta soltanto di una fenditura nella roccia, ma di un simbolo della spiritualità cristiana, un punto d’incontro tra mito e storia, tra terra e mare.

La leggenda del Vangelo e le tre fenditure
La narrazione più suggestiva riguarda il momento della morte di Gesù Cristo. I Vangeli riportano che al suo ultimo respiro “la terra tremò e le rocce si spaccarono”. Secondo la tradizione, anche il promontorio di Gaeta fu scosso da quel terremoto, tanto che il massiccio di Monte Orlando si divise in tre fenditure profonde e impressionanti.
La più celebre, quella visitabile oggi, rappresenta un vero e proprio canyon naturale che scende a picco sul mare. Percorrere la scalinata che conduce al cuore della spaccatura è come entrare in un racconto sospeso tra storia e mito: ogni gradino è un passo dentro la leggenda.
Le tre fenditure, ancora visibili, vengono interpretate come il segno tangibile del dolore della natura per la crocifissione, un gesto che trasforma la roccia in testimone di fede e memoria eterna.
Il percorso mistico tra fede e natura
Il cammino verso la Montagna Spaccata è già di per sé un’esperienza intensa. Oltre 300 gradini scolpiti nella pietra accompagnano i visitatori dall’alto del promontorio fino al cuore della fenditura.
Lungo la discesa, maioliche colorate illustrano le stazioni della Via Crucis, trasformando la passeggiata in un pellegrinaggio che unisce meditazione e contemplazione del paesaggio. L’aria si fa umida, la luce si attenua, mentre i rumori della città vengono sostituiti dal fragore delle onde che risalgono dalla Grotta del Turco, rendendo l’atmosfera solenne e carica di emozione.
Il contrasto tra la penombra delle pareti di roccia e l’azzurro del mare che si intravede in lontananza crea uno scenario che sembra appartenere a un altro mondo.
La Mano del Turco: un segno scolpito nel mito
Tra i punti più noti della Montagna Spaccata c’è la celebre “Mano del Turco”, un’impronta scolpita nella roccia che sembra appartenere a una mano umana.
La leggenda racconta di un marinaio saraceno che, giunto al santuario, derise la storia della spaccatura miracolosa. Scettico, disse che avrebbe creduto soltanto se la roccia fosse diventata morbida come argilla sotto la sua mano. Nell’istante in cui toccò la parete, la pietra cedette, accogliendo l’impronta delle sue dita.
Quel segno, ancora oggi visibile, è diventato simbolo di fede e monito per gli increduli. La “mano” rimane custodita dietro una grata, osservata con stupore da migliaia di pellegrini e turisti ogni anno.
La Cappella del Crocifisso e i luoghi di culto
Il cuore spirituale della Montagna Spaccata è la suggestiva Cappella del Crocifisso, costruita su un masso rimasto sospeso tra le due pareti della spaccatura. La sua posizione quasi impossibile, in equilibrio sul vuoto, accentua il carattere mistico del luogo. La tradizione vuole che quel masso sia stato trasportato da una piena eccezionale nel XV secolo, restando incastrato tra le rocce come segno divino.
Accanto alla cappella si trova il “Letto di San Filippo Neri”, una piccola cavità nella quale il santo, futuro patrono di Roma, amava ritirarsi per pregare in silenzio. La sua presenza spirituale ha reso la Montagna Spaccata un punto di riferimento per chi cerca raccoglimento e meditazione.
La Grotta del Turco e la forza del mare
Alla base della spaccatura, il percorso conduceva un tempo alla spettacolare Grotta del Turco, una cavità naturale in cui il mare si insinua con impeto, generando riflessi color smeraldo e azzurro intenso. L’accesso diretto oggi può essere limitato per motivi di sicurezza, ma la vista dall’alto regala comunque emozioni forti.
Il nome della grotta richiama ancora una volta le incursioni saracene e le leggende che nei secoli hanno circondato la città di Gaeta, crocevia di commerci e scontri tra culture.
Un’esperienza che unisce storia, fede e natura
Visitare la Montagna Spaccata di Gaeta non significa solo ammirare un fenomeno geologico, ma immergersi in un racconto che intreccia mito, fede e paesaggio.
È il contrasto tra la quiete del santuario e la potenza del mare. È il silenzio interrotto solo dal vento che si infila tra le rocce. È la sensazione di trovarsi in un luogo in cui l’uomo, la natura e la spiritualità hanno lasciato un segno indelebile.
Per questo motivo la Montagna Spaccata è una tappa irrinunciabile per chi visita Gaeta: un luogo capace di trasformare una semplice passeggiata in un’esperienza che resta impressa nella memoria, proprio come l’impronta della famosa Mano del Turco.