Cassazione: niente sequestro per i traghetti Tirrenia-cin da 64 milioni, cadono le accuse di frode

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Cassazione annulla sequestro da 64 milioni sui traghetti Tirrenia-Cin. - Gaeta.it

Sofia Greco

13 Settembre 2025

La Cassazione ha annullato il sequestro preventivo di quattro traghetti della Tirrenia-Cin, valutati circa 64 milioni di euro. L’indagine puntava su una presunta frode nelle forniture pubbliche, ma i giudici hanno stabilito che non c’è rilevanza penale. Il servizio infatti è affidato in concessione, e quindi l’amministrazione pubblica non riceve direttamente la fornitura.

Cassazione: nessuna frode penale, la concessione cambia tutto

Al centro della vicenda c’è l’accusa di frode nelle pubbliche forniture, nell’ambito dell’inchiesta “Traghettopoli”. La Corte ha spiegato che quando un servizio pubblico è affidato a privati con una concessione, l’amministrazione ha un interesse indiretto: vuole che il contratto venga rispettato, ma non è destinataria diretta della prestazione. Per questo eventuali irregolarità devono essere affrontate in sede civile, non come reato penale di frode ai danni dello Stato. Nel caso di Tirrenia-Cin, il servizio di trasporto marittimo è rivolto agli utenti, non all’amministrazione.

Traghettopoli: l’indagine e le accuse più gravi

L’inchiesta, partita nell’aprile 2025, coinvolge ufficiali e dirigenti delle capitanerie di porto e della Tirrenia-Cin. Le accuse principali sono frode, falso e corruzione. Tra gli indagati ci sono ufficiali di alto rango e funzionari accusati di aver ottenuto vantaggi personali, come biglietti gratuiti sui traghetti, in cambio di favori. Sono stati individuati altri settanta ufficiali e vertici delle forze dell’ordine coinvolti nelle presunte irregolarità.

Il pm Walter Cotugno aveva chiesto misure cautelari per tredici persone, ma la giudice per le indagini preliminari le ha respinte. La Procura era comunque riuscita a ottenere il sequestro preventivo dei traghetti, poi contestato dalla difesa della compagnia, rappresentata dagli avvocati Pasquale Pantano e Beniamino Carnevale.

La Cassazione corregge anche il valore del sequestro

I giudici hanno trovato errori anche nel calcolo del valore su cui si basava il sequestro. Nonostante le presunte violazioni, il servizio di trasporto era stato comunque svolto, perciò non si poteva considerare l’intero importo come profitto illecito.

Secondo la Corte, sarebbe stato più corretto valutare l’ammontare delle penali che sarebbero scattate in caso di fermo nave, ad esempio per mancanza di manutenzione. Solo allora si sarebbe potuto calcolare un valore più realistico. Sul fronte civile, invece, potranno essere valutati eventuali danni per inadempienze contrattuali.

Con questa sentenza, la Cassazione mette un punto a una vicenda complessa, revocando le misure cautelari sui traghetti e respingendo le accuse penali legate alla gestione della concessione.