Un caso di mpox, noto in precedenza come vaiolo delle scimmie, è stato registrato a terni su un giovane uomo ora ricoverato ma in buone condizioni. L’origine del contagio resta incerta perché dalle indagini non è emerso alcun viaggio recente o contatto promiscuo con altre persone. Intanto, si tengono sotto controllo non solo il convivente del paziente ma anche i due gatti domestici, considerati possibili veicoli del virus.
Il paziente e le condizioni di salute attuali
L’uomo affetto da mpox è ricoverato al reparto di malattie infettive dell’ospedale di terni. La struttura sanitaria segnala che le sue condizioni sono buone e che non presenta complicazioni gravi. I sintomi tipici dell’infezione negli esseri umani includono febbre alta, dolori muscolari intensi, gonfiore dei linfonodi e lesioni della pelle che si localizzano soprattutto nelle zone genitali, anali, sulle mani, sui piedi, sulle braccia o sul dorso.
La malattia può durare da due a quattro settimane, col decorso che tende a migliorare gradualmente se il soggetto è sano e non ha problemi al sistema immunitario. Diversa è la situazione per persone immunodepresse, che possono soffrire di complicazioni più serie. L’ospedale ha attivato i protocolli per la gestione dell’infezione e mantiene una sorveglianza continua.
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L’assenza di una fonte chiara del contagio
L’indagine epidemiologica svolta dalla usl umbria 2 non ha permesso di risalire a un’origine certa del contagio. Il giovane non ha viaggiato recentemente in aree note per focolai di mpox e non ha avuto contatti chiaramente a rischio o promiscui. La mancanza di un punto di partenza definito rende più complicata la gestione dell’epidemia all’interno della comunità locale.
Le autorità sanitarie stanno dunque tenendo sotto osservazione le persone a stretto contatto con il paziente, per intercettare eventuali nuovi casi o segnali d’infezione. “Lo scopo è limitare il rischio di diffusione del virus e monitorare attentamente eventuali sospetti.” La situazione resta sotto controllo ma richiede attenzione per i possibili sviluppi.
La sorveglianza sui conviventi e sugli animali domestici
Una particolarità di questo caso riguarda il monitoraggio non solo del convivente, ma anche dei due gatti che abitano nell’appartamento. Il direttore dell’unità di sanità pubblica veterinaria di usl umbria 2, Luca Nicola Castiglione, spiega che alcuni animali possono trasmettere o manifestare la malattia. In particolare, roditori come criceti e conigli nani e anche felini sono tra le specie che possono sviluppare sintomi riconducibili all’mpox.
Negli animali, la malattia si manifesta con pustole tendenzialmente sulle orecchie e intorno alla bocca, accompagnate da febbre, astenia e perdita d’appetito. La sorveglianza prevede l’osservazione accurata del convivente e degli animali per eventuali segni clinici. Questa misura precauzionale serve a intercettare problemi prima che si amplifichino.
La procedura seguita dalle autorità sanitarie locali
Il caso è stato segnalato alle autorità sanitarie nazionali e registrato nel premal, il sistema ufficiale di sorveglianza delle malattie infettive. La diagnosi è stata confermata in laboratorio attraverso il sequenziamento del dna del virus, a conferma della presenza di mpox.
Le istituzioni coinvolte hanno messo in atto tutte le procedure previste per la gestione dei casi e per la protezione della popolazione. Il controllo dei casi sospetti e la comunicazione immediata dei risultati rappresentano un piano fondamentale per contenere la diffusione del virus. La collaborazione tra sanità pubblica umana e veterinaria si rivela essenziale in questa fase.
I sintomi dell’mpox nelle persone e negli animali
I sintomi dell’infezione negli esseri umani comprendono febbre alta, dolori muscolari intensi e gonfiore dei linfonodi. L’elemento più evidente consiste nelle lesioni cutanee che spesso compaiono nella zona genitale, anale, sulle mani o sulle piante dei piedi, ma anche sul dorso e sulle braccia. Queste lesioni, oltre a segnalare la presenza del virus, sono fonte di contagio.
Nei gatti la malattia si manifesta principalmente con pustole attorno alla bocca e alle orecchie. Questi animali possono diventare meno attivi, mostrare inappetenza e avere febbre. I sintomi negli animali ricordano quelli umani, anche se la malattia segue un decorso più breve.
La conoscenza di queste manifestazioni cliniche è essenziale per identificare prontamente altri casi e intervenire per isolamento o altre misure sanitarie. L’esperienza degli operatori sanitari e veterinari aiuta a tamponare ogni possibile criticità legata a questa infezione emergente.