Il progetto care for caring 2.0 si sta affermando come iniziativa concreta per promuovere la prevenzione del tumore al seno tra le allieve delle scuole di polizia in varie città italiane. In poco più di un mese dall’avvio, centinaia di donne sono state sottoposte a screening specialistici gratuiti, ricevendo anche materiale informativo da condividere con amici e familiari. L’attività si svolge in diversi istituti della polizia di stato sparsi da nord a sud, coinvolgendo giovani donne sotto i 45 anni, una fascia di popolazione spesso esclusa dai programmi di screening pubblici. Il progetto si basa su una rete di collaborazione tra enti istituzionali e partner scientifici, puntando a diffondere la cultura della prevenzione anche al di fuori delle forze dell’ordine.
I risultati iniziali e la diffusione nelle scuole di polizia
In circa trenta giorni dall’inizio, care for caring 2.0 ha messo a disposizione quasi 200 ore di prestazioni mediche dedicate alla prevenzione del tumore al seno. Quasi 400 donne hanno già effettuato visite senologiche e screening ecografici in varie scuole di allievi agenti della polizia di stato, distribuite su otto città italiane. Il progetto ha quindi toccato realtà diverse, da Peschiera del Garda a Roma, da Trieste a Campobasso. Durante questo periodo, sono state distribuite oltre 7.000 copie di materiale informativo a tutte le partecipanti. Questo materiale, concepito per essere condiviso non solo tra le giovani poliziotte ma anche con familiari e conoscenti, mira a moltiplicare la diffusione della consapevolezza sul tema della prevenzione.
Alla Camera dei deputati, l’onorevole Annarita Patriarca ha presentato questi dati, sottolineando il valore di trasformare la salute individuale in un elemento che rafforza il servizio offerto alla collettività. L’idea è che una polizia attenta alla propria salute presenti anche maggiore efficacia nel proprio ruolo sociale. L’iniziativa mira non solo a proteggere le donne in formazione, ma pure a mobilitare una rete sociale attorno a loro, attraverso un ruolo attivo di ambasciatrici della prevenzione.
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Modalità operative e territori coinvolti
Care for caring 2.0 prevede visite senologiche gratuite e, dove necessario, esami ecografici per tutte le donne in formazione nelle scuole della polizia di stato. Quest’anno l’iniziativa si rivolge soprattutto a donne fra i 20 e i 44 anni, categoria ancora esclusa dai normali programmi di screening offerti dal servizio sanitario nazionale. Questi programmi, infatti, generalmente coprono donne dai 45 ai 74 anni con controlli mammografici di carattere periodico.
L’edizione 2025 è distribuita in otto città italiane. Tra maggio e giugno, sono state interessate le scuole di Peschiera del Garda, Piacenza, Trieste e Alessandria, mentre tra luglio e settembre toccherà a Campobasso e Spoleto accogliere il progetto. Roma e Nettuno, sedi rispettivamente della scuola superiore di polizia e dell’istituto per ispettori, hanno ospitato visite e attività informative. La presenza di equipaggiamenti all’avanguardia è garantita da partner come GE HealthCare e Samsung Healthcare Italia.
L’iniziativa è ideata e organizzata da Ladies First, con la promozione della polizia di stato e il supporto non condizionato di AstraZeneca, che svolge il ruolo di main sponsor. Il progetto gode del patrocinio di associazioni mediche importanti, come l’Associazione italiana di oncologia medica e la Fondazione AIOM, un ulteriore segnale dell’attenzione rivolta dalla comunità scientifica.
L’importanza della prevenzione nelle fasce giovani e il ruolo delle ambasciatrici
Concentrare l’attenzione su donne in età inferiore a 45 anni significa colmare una lacuna nei percorsi di prevenzione. Le visite offerte dal progetto rappresentano un’opportunità per donne non ancora raggiunte dai programmi pubblici di screening. In molte casi, la malattia può manifestarsi in età più giovane e la diagnosi precoce diventa fondamentale per aumentare le possibilità di cura. Le allieve coinvolte non sono solo beneficiarie delle visite, ma ricevono un counseling diretto e materiale informativo per agire da moltiplicatrici del messaggio preventivo.
Questa strategia punta a generare un passaparola e una sensibilizzazione che si estende anche alla cerchia familiare, agli amici e ai colleghi. Come ha indicato la deputata Annarita Patriarca, l’iniziativa genera un modello di collaborazione istituzionale e scientifica, con un impatto atteso a lungo termine. La polizia di stato intende così consolidare nel proprio gruppo un’abitudine a controlli periodici e alla cura personale, elementi che supportano la salute generale del personale e la capacità di servizio nella comunità.
Interventi scientifici e dati sulla prevenzione oncologica
Giuseppe Curigliano, presidente della società europea di oncologia medica e vicedirettore scientifico dell’istituto europeo di oncologia di Milano, ha ricordato l’urgenza di diffondere abitudini di prevenzione tra le giovani donne. Controlli ecografici annuali e l’autopalpazione regolare servono a individuare anomalie tempestivamente. Una diagnosi precoce consente di raggiungere livelli di sopravvivenza superiori al 95%, riducendo i tempi e la complessità degli interventi successivi.
Curigliano ha inoltre sottolineato l’importanza della prevenzione primaria, che passa da uno stile di vita corretto. Alimentazione equilibrata, attività fisica regolare, eliminazione di fumo e alcol contribuiscono in maniera determinante alla riduzione del rischio di tumore al seno. Ha indicato anche di prestare particolare attenzione alle donne con familiarità per il tumore mammario, poiché chi ha parenti di primo grado con questa patologia deve mantenere un controllo ancora più rigoroso e costante.
Dati interni e adesione del personale della polizia di stato
Mario Mazzotti, dirigente generale medico e referente per la polizia di stato, ha evidenziato l’apprezzamento del progetto tra i vertici dell’amministrazione e le allieve delle scuole coinvolte. In fase preliminare, i dati hanno mostrato come una su quattro delle donne monitorate avesse una storia familiare di tumore al seno, ma la maggior parte non aveva mai eseguito una visita specialistica o un’ecografia. Questo indica una lacuna nella prevenzione, di cui il progetto si è fatto carico.
L’azione divulgativa e la possibilità di accedere a controlli mirati hanno stimolato la partecipazione e la consapevolezza. I risultati preliminari verranno consegnati alle autorità competenti e alle società scientifiche, affinché possano valutarne gli esiti e considerare la creazione di programmi stabili e accessibili a tutte le giovani donne che intraprendono percorsi lavorativi o formativi analoghi.
Il ruolo delle aziende e l’impegno nella prevenzione oncologica
Alessandra Dorigo, vicepresidente oncology di AstraZeneca Italia, ha ribadito il sostegno della sua azienda a questa campagna, confermando il grande successo ottenuto nel 2024. La partecipazione al progetto ha sfiorato il 100% tra le donne sotto i 45 anni, una dimostrazione che cresce il desiderio e la volontà di prendersi cura della propria salute fin da giovani.
L’attenzione alla prevenzione e alla diagnosi precoce resta un punto centrale nel contrasto al tumore al seno. Ampliare la partecipazione anche alle fasce che oggi non risultano incluse nel sistema di screening pubblico permette di intraprendere percorsi di cura più adeguati e tempestivi. Questi programmi contribuiscono a salvaguardare la vita e a migliorare la qualità dell’assistenza oncologica su tutto il territorio nazionale.