Carlo Calenda, leader di Azione, ha affrontato il tema del futuro politico di Milano durante una recente intervista a Omnibus su La 7. Di fronte all’appello di Antonio Tajani di Forza Italia per un candidato civico che possa succedere a Giuseppe Sala, Calenda ha condiviso l’idea di un profilo civico ma ha sottolineato che ora l’obiettivo principale è garantire che l’attuale sindaco porti a termine il suo mandato nel miglior modo possibile. Di qui lo slancio a costruire una coalizione riformista che superi il bipolarismo tradizionale e tenga fuori gli estremismi politici.
Posizione di calenda sul mandato di sala e la ricerca del candidato ideale
Carlo Calenda ha iniziato chiarendo che per ora il focus resta sul mandato in corso di Giuseppe Sala, sindaco di Milano, chiamato a concludere il proprio incarico positivamente. Solo dopo la fine dell’amministrazione si dovrà pensare a scegliere un successore. Calenda ha condiviso con Tajani la convinzione che possa servire un candidato civico per Milano, una figura lontana dai consueti schieramenti partitici, in grado di attrarre consensi trasversali. Secondo lui, tale scelta è necessaria per un governo locale che sappia rispondere alle sfide concrete di una città capitale economica del Paese.
Ha insistito sul fatto che in seguito l’opposizione proverà a creare una coalizione di soggetti riformisti. La speranza è proporre un candidato capace di gestire candidature e programmi in modo pragmatico, senza farsi condizionare da visioni ideologiche rigide. Calenda ha sottolineato che, se non dovesse risultare possibile formare una compagine di questo tipo, si vedrà come procedere.
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Il rifiuto del bipolarismo e l’appello ai riformisti di centro
Una parte centrale dell’intervento di Calenda ha riguardato la crisi del bipolarismo politico in Italia, come lui la percepisce. Ha spiegato che non si può più andare avanti con uno scontro netto tra destra e sinistra così definito e condizionato da gruppi estremisti. Nel campo di destra, la presenza influente della Lega rappresenta per lui un limite. Sul fronte opposto citato sono i gruppi più radicali, come quelli guidati da Bonelli, Fratoianni e i 5 Stelle, a compromettere il dialogo.
Da liberale, che si colloca al centro dello schieramento politico, Calenda ha rivolto un invito esplicito ad Antonio Tajani e ai riformisti del Partito democratico. Tra loro dovrebbe nascere una “coalizione dei volenterosi” pronta a difendere la democrazia liberale e a puntare su amministratori capaci e attenti ai conflitti di interesse. Ha ribadito che allo stesso tempo va garantita la correttezza della magistratura senza però invadere il campo politico o amministrativo, tenendo le rispettive funzioni ben separate.
Il confronto con tajani e la proposta per il centrodestra milanese
A Tajani, esponente di Forza Italia e interlocutore politico, Calenda ha risposto chiamandolo a lavorare insieme su una proposta più ampia rispetto agli attuali confini del centrodestra. L’appello è a convergere su un candidato civico unico, in grado di aggregare i moderati e costruire con i riformisti una squadra che possa amministrare Milano oltre gli schemi tradizionali. L’ex ministro ha fatto presente che un’alleanza di questo tipo sarà prima o poi necessaria per tenere la stabilità politica e impedire l’egemonia degli estremismi o l’instabilità politica.
Una proposta per superare gli schemi tradizionali
Questa linea indica una volontà di dialogo e di superare la frammentazione politica attuale, soprattutto nei grandi enti locali strategici come Milano. Lo scambio tra Calenda e Tajani sembra aprire spazi su nuove ipotesi di collaborazione, che tengano insieme soggetti politici al centro e a destra moderata, per dare risposte concrete alla città e al Paese. La proposta di un civico rappresenta un tentativo di superare vecchi schemi spesso troppo polarizzati e poco aderenti alle esigenze degli elettori milanesi.
Restano da vedere le reazioni degli altri soggetti politici coinvolti e come si svilupperanno le trattative nei prossimi mesi in vista delle elezioni comunali milanesi.