L’estate 2025 si presenta con temperature fuori scala in tutta Italia, superando di molto le medie stagionali. Questo caldo intenso espone a rischi gravi molte persone, in particolare gli operai che lavorano sotto il sole nelle campagne e nei cantieri all’aperto. La morte recente di un operaio agricolo ad andria ha acceso i riflettori su un’emergenza che riguarda la sicurezza sul lavoro nei mesi più caldi.
La tragedia ad andria, un operaio morto per le condizioni climatiche estreme
Alle 6:30 della mattina, in una zona rurale vicino ad andria, un uomo di cinquant’anni si è improvvisamente accasciato al suolo. Prima di perdere i sensi, aveva vomitato più volte, segno evidente dello stress fisico e termico a cui era sottoposto. I soccorsi sono arrivati tempestivamente, ma il malore si è rivelato fatale. L’uomo era un lavoratore regolarmente assunto e, secondo quanto riferito, impegnato in mansioni non catalogate come pesanti. Eppure, la combinazione di temperature elevatissime e umidità potrebbe aver prodotto un colpo di calore letale.
Risvolti per la comunità e la sicurezza sul lavoro
Il caso ha scosso la comunità locale e ha posto l’accento sulla necessità di rilevare con più attenzione i rischi connessi al lavoro all’aperto, specie in condizioni climatiche fuori dal normale. Le temperature anomale impongono una rivalutazione delle condizioni lavorative e delle tutele previste.
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Le norme vigenti per la salute dei lavoratori esposti al caldo intenso
Dal punto di vista normativo, la tutela della salute nei luoghi di lavoro non è una novità. Il decreto legislativo 81 del 2008 già obbliga a valutare ogni rischio, compresi quelli fisici come l’esposizione ai raggi solari e al caldo eccessivo. Nel 2021, collaborando con Inail e Istituto Superiore di Sanità, le regioni hanno emesso linee guida sulle condizioni climatiche estreme da considerare per la sicurezza dei lavoratori.
Obblighi del datore di lavoro e misure di prevenzione
Queste indicazioni riconoscono il caldo intenso come pericolo reale e sottolineano l’obbligo dei datori di lavoro di adottare misure adeguate. “Proteggere dall’ipertermia, assicurare pause regolari, attrezzature idonee e monitorare lo stato di salute sono parte delle norme da applicare in estate.”
Strumenti e ordinanze regionali contro l’emergenza caldo nelle attività agricole e edili
Nel 2023 il governo ha approvato un decreto legge che prevede sostegni economici per chi deve fermare o rallentare le attività a causa di condizioni climatiche estreme. Questo strumento consente alle imprese di chiedere la cassa integrazione quando la temperatura ambiente percepita supera i 35 gradi, anche senza che venga registrato un picco termico ufficiale. Se la pubblica autorità ordina lo stop al lavoro, i dipendenti possono ottenere un’integrazione salariale.
L’ordinanza della sicilia e il modello worklimate 2.0
La Sicilia ha preso l’iniziativa con un’ordinanza del presidente Renato Schifani, in vigore fino al 31 agosto. Il divieto di lavoro all’aperto nelle ore calde, dalle 12:30 alle 16:00, interessa agricole, florovivaistiche, edili e cave nei giorni con rischio “alto”. La valutazione del rischio arriva da modelli previsionali disponibili su worklimate 2.0, la piattaforma dell’Inail. Questi dati hanno ancora margini di errore e vanno supportati con controlli sul campo, ma rappresentano un primo passo verso maggior tutela.
Alcune attività essenziali, come la protezione civile o interventi di pubblica utilità, possono derogare al divieto. Negli altri casi spetta al datore di lavoro organizzare orari, pause e soluzioni per limitare l’impatto del caldo sui dipendenti.
Le temperature elevate che segnano questa estate impegnano territori e imprese a fare i conti con sfide nuove. La vittima di andria e le misure in campo mostrano come il caldo non sia più un fastidio, ma causa di rischio concreto, soprattutto per chi svolge mansioni all’aperto senza possibilità di riposare o rinfrescarsi. La protezione della salute passa da azioni precise e rispetto delle regole.