Burkina Faso approva legge che vieta le relazioni omosessuali e rafforza controllo militare sul paese

Burkina Faso Approva Legge Che

Burkina Faso inasprisce leggi contro l’omosessualità e potenzia il controllo militare. - Gaeta.it

Armando Proietti

2 Settembre 2025

Il Burkina Faso, Stato dell’Africa occidentale, ha introdotto una legge che penalizza severamente le relazioni omosessuali. La normativa, approvata dall’Assemblea legislativa di transizione nominata dal governo militare, prevede pene detentive per i cittadini e l’espulsione per gli stranieri coinvolti. Il nuovo provvedimento si inserisce in una serie di misure adottate dalla giunta militare guidata da Ibrahim Traoré, salito al potere nel 2022 con un colpo di Stato. Il clima politico e sociale si è fatto più rigido, rispecchiando una tendenza presente anche in altri Stati dell’Africa occidentale.

La giunta militare di ibrahim traoré consolida il potere e si allontana dall’occidente

Nel 2022, l’esercito del Burkina Faso ha rovesciato il governo democratico instaurando una giunta militare guidata da Ibrahim Traoré, giovane ufficiale di 37 anni. La presa del potere è avvenuta in un momento di instabilità politica e sicurezza nel Paese. Da allora, il nuovo esecutivo ha mostrato un orientamento sempre più autoritario e nazionalista, prendendo posizione contro l’influenza occidentale in particolare contro la Francia, che aveva legami storici con l’ex colonia. Questo cambio di rotta ha determinato un avvicinamento alla Russia, segnando un cambio di alleanze geopolitiche.

La giunta controlla l’Assemblea legislativa di transizione, organo non eletto ma nominato dal governo militare stesso, e da qui sono state varate le nuove norme. Traoré ha assunto un ruolo centrale nella definizione delle politiche restrittive, promuovendo in particolare quella che riguarda le relazioni tra persone dello stesso sesso. L’esecutivo giustifica queste misure richiamando valori tradizionali e un’idea di sovranità culturale in netto contrasto con le pressioni internazionali e le istanze per i diritti civili.

La nuova legge proibisce le relazioni omosessuali con pene detentive e espulsioni

L’Assemblea legislativa di transizione del Burkina Faso ha approvato con voto unanime una legge che criminalizza le relazioni omosessuali su tutto il territorio nazionale. La normativa impone ai cittadini condanne che vanno da due a cinque anni di carcere. Per le persone straniere coinvolte, invece, è prevista l’espulsione dal Paese senza possibilità di appello.

Questa modifica legislativa rappresenta un inasprimento rispetto alla situazione precedente, dove l’omosessualità non risultava formalmente vietata, anche se restava un tabù sociale molto forte. L’approvazione della legge avviene nell’ambito di una più ampia riforma del Codice della persona e della famiglia, che include anche iniziative di campagne statali volte a rafforzare la “sensibilizzazione” sui nuovi valori promossi dal governo.

Secondo report di Outright International, un’organizzazione che monitora i diritti LGBTQ+ nel mondo, solo l’8% della popolazione del Burkina Faso si sente a suo agio con persone omosessuali. Questo dato testimonia una diffusa condizione di ostilità e discriminazione, che ora trova un supporto nella legge statale. Già prima dell’approvazione si erano segnalati casi di sfratti, licenziamenti e violenze a danno delle persone dichiarate omosessuali.

Contesto regionale: un’ondata di leggi severe contro le minoranze lgbt+ in Africa occidentale

Il Burkina Faso non è il solo Paese in Africa occidentale ad adottare leggi restrittive verso le persone LGBT+. Negli ultimi anni, Stati come Ghana, Mali e Uganda hanno introdotto norme molto dure. Il Ghana ha varato, a febbraio 2024, una legge che prevede da tre a cinque anni di reclusione per qualsiasi rapporto omosessuale o sostegno pubblico a queste comunità. La situazione ha scatenato una serie di reazioni negative, con episodi di discriminazioni diffuse contro chi appartiene o sostiene la comunità LGBTQ+.

L’Uganda rimane il caso più estremo, dato che dal 2023 può comminare la pena detentiva a vita o persino la pena di morte in alcuni casi definiti di “omosessualità aggravata”. Questi provvedimenti si sono intensificati in un clima di crescente autoritarismo e tensioni sociali, e hanno incontrato critiche da parte di organizzazioni internazionali per i diritti umani.

Questi sviluppi riflettono un quadro complesso nel quale le istituzioni militari e i governi locali sostengono una linea dura nei confronti di gruppi minoritari, mentre una parte della popolazione mantiene atteggiamenti conservatori rispetto a ruolo e diritti delle persone LGBTQ+. L’approvazione della legge in Burkina Faso si inserisce in questo contesto, confermando una tendenza repressiva che assume connotati politici e culturali oltre che legislativi.