Un nuovo film girato all’ombra della censura iraniana ha trovato spazio oggi al milano film fest. ‘Buonanotte a Teheran – Critical Zone‘ del regista Ali Ahmadzadeh porta sullo schermo un ritratto crudo e senza filtri della vita nella capitale persiana. L’opera, realizzata fuori dal circuito ufficiale e proiettata fuori concorso, arriva in un momento delicato per chi in iran cerca di raccontare verità scomode.
Un film girato tra difficoltà e segreti a teheran
‘Buonanotte a Teheran – Critical Zone‘ è frutto di una produzione coraggiosa e nascosta. Ahmadzadeh ha diretto il film in clandestinità, sottraendolo al controllo delle autorità iraniane, che vietano contenuti non allineati al regime. Le riprese si sono svolte con attori spesso non professionisti, immersi in un ambiente ostile dove la paura della repressione è costante. Per evitare di essere scoperti, la troupe ha dovuto nascondere le telecamere e adottare accorgimenti per non attirare attenzioni indesiderate.
Un ritratto crudo di teheran
La scelta di documentare così da vicino la realtà di Teheran testimonia la volontà del regista di restituire un’immagine non edulcorata della città. Nel film, Teheran si mostra come un luogo dove le tensioni sociali e politiche schiacciano le vite dei giovani. L’atmosfera a volte sembra quella di un grande manicomio, dove il disagio psicologico e le difficoltà quotidiane si intrecciano ai controlli imposti dalla teocrazia. Questa atmosfera opprimente diventa parte integrante del racconto, spingendo anche la troupe a sentirsi come combattenti impegnati in una sfida rischiosa.
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La storia di amir e il ritratto di una generazione oppressa
Il protagonista del film, Amir, vive alla periferia della società iraniana, accompagnato solo dal suo cane. Si muove nell’ombra della malavita teheranese, coinvolto nello spaccio di droghe con un ruolo particolare: oltre a trafficare sostanze illegali, Amir si prende cura di anime in pena, quasi come un moderno profeta che cerca di dare un senso a esistenze segnate da sofferenza e repressione. Questo contrasto tra illegalità e spiritualità segna il percorso del personaggio.
Attraverso Amir, il film mostra le difficoltà delle nuove generazioni iraniane, vittime di un clima politico che limita espressione e libertà. La teocrazia condiziona il quotidiano, imprigiona desideri e speranze di una società che fatica a trovare spazi di resistenza e autonomia. Il racconto insiste sulla condizione di chi cresce in un ambiente dove il dissenso è punito e la verità nascosta. Ma proprio nel vagare di Amir emerge qualche barlume di contrasto e di volontà di ribellione.
Ali ahmadzadeh e la sfida di raccontare teheran sotto la censura
Ali Ahmadzadeh, autore di tre lungometraggi e scrittore, ha dedicato la sua carriera a raccontare le vite dei giovani iraniani oppressi da un sistema autoritario. Alla presentazione milanese, ha spiegato che “il suo obiettivo è mostrare ciò che il regime cerca di nascondere”. Le autorità iraniane vogliono proiettare un’immagine tradizionale e religiosa del paese, ed escludono ogni voce critica.
Il regista ha sottolineato come la censura rappresenti un ostacolo enorme, che lo ha costretto a operare nell’ombra, con soluzioni rischiose per salvaguardare il lavoro artistico e la sicurezza di tutti. Ha paragonato Teheran a un grande istituto psichiatrico, una metafora forte che guida la visione del film. La tensione durante le riprese ha consolidato un sentimento di sfida nella troupe, a cui Ahmadzadeh ha cercato di dar voce proprio sfruttando l’adrenalina di quella clandestinità.
Presentazione e proiezione al milano film fest
La presentazione di ‘Buonanotte a Teheran – Critical Zone‘ è avvenuta al Piccolo Teatro durante la prima edizione del milano film fest, fuori concorso nella sezione “Controcampo”. L’evento ha rappresentato un’occasione per far emergere un cinema che fatica a essere visibile, segnando un punto di contatto tra la scena artistica europea e le realtà meno raccontate dell’iran di oggi.
Dal 12 giugno, la pellicola sarà disponibile in streaming su IWonderfull, piattaforma di I Wonder Pictures accessibile tramite Prime Video. Questa distribuzione permetterà a un pubblico più ampio di accedere a un testo raro, che sfida il silenzio imposto e restituisce un frammento vivido della vita teheranese. Il film si inserisce così in un dibattito più ampio sulla libertà di espressione e il ruolo dell’arte in contesti di repressione politica.