Brescia calcio ha voluto chiarire la propria posizione in merito alle contestazioni fiscali emerse nelle ultime settimane. Il club ha ricevuto un documento dall’agenzia delle entrate solo il 9 maggio 2025, smentendo notizie su presunti avvisi precedenti. La società si difende da accuse legate a crediti d’imposta usati per pagare contributi e continua a dichiararsi in regola con i pagamenti fiscali.
Il documento ricevuto dall’agenzia delle entrate e la sua natura
Il 9 maggio 2025, il Brescia calcio ha comunicato di aver ricevuto soltanto uno “schema d’atto” da parte dell’agenzia delle entrate. Questo documento rappresenta la prima fase di un contraddittorio formale con il fisco, ma non è una contestazione vera e propria. Si tratta di un atto preliminare che apre uno scambio di informazioni e osservazioni fra le parti coinvolte.
Questo dettaglio è rilevante perché smentisce le informazioni diffuse da diversi quotidiani nazionali che sostenevano l’esistenza di un avviso precedente, risalente a febbraio, relativo ai crediti di imposta contestati. Il club sottolinea che non ha ricevuto comunicazioni formali fino alla data indicata e che questa informazione è fondamentale per comprendere lo stato attuale della vicenda fiscale.
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Il documento in questione riguarda una verifica sulle modalità con cui Brescia calcio ha utilizzato crediti di imposta per coprire i contributi. L’agenzia delle entrate contesta l’effettività di questi crediti, ma la società precisa che questa fase è ancora interlocutoria e non si è trasformata in accertamento definitivo.
Le osservazioni e la difesa legale del Brescia calcio
Subito dopo aver ricevuto lo schema d’atto, Brescia calcio ha incaricato i propri legali di presentare osservazioni tecniche. Queste risposte hanno lo scopo di chiarire i punti contestati e dimostrare la regolarità delle operazioni svolte dalla società. I legali hanno annunciato che si stanno preparando tutte le difese necessarie per tutelare il club in ambito fiscale.
Il calcio Brescia accusa inoltre una terza parte di aver truffato il club, utilizzando indebitamente crediti d’imposta che sono stati acquistati. Proprio per questo motivo, ha avviato azioni legali per far valere i propri diritti e ottenere la restituzione di eventuali danni subiti. Questa posizione sottolinea come il club non intenda subire passivamente le contestazioni, ma punti a risolvere la situazione con strumenti giuridici.
La società ribadisce di voler definire la questione sia con il fisco attraverso un accordo, sia nelle sedi giudiziarie competenti contro chi avrebbe danneggiato Brescia calcio. È chiaro che l’obiettivo è di chiudere ogni problema legato a questa vicenda evitando conseguenze peggiori sul piano sportivo e amministrativo.
In regola con i pagamenti fiscali e contributivi
Contrariamente alle notizie circolate, Brescia calcio afferma di essere in regola con i versamenti delle ritenute Irpef e dei contributi Inps. Questi aspetti non sono oggetto di contestazione da parte dell’agenzia delle entrate. La disputa riguarda esclusivamente i crediti d’imposta, che l’agenzia ha messo in discussione per alcune irregolarità.
Il club assicura di rispettare tutte le scadenze di pagamento e le norme fiscali in vigore. Nel tessuto delle accuse, dunque, restano isolate le problematiche sui crediti acquistati per regolare contributi. Questo punto è cruciale anche alla luce dell’indagine della giustizia sportiva, che è in corso e potrebbe portare a punizioni sul campo, come la penalizzazione in classifica.
L’attenzione resta alta su come la situazione si evolverà nelle prossime settimane, ma Brescia calcio appare deciso a spiegare con i fatti e i documenti la propria correttezza fiscale. Il clima è di massima cautela in vista della decisione finale da parte degli organi sportivi.
Implicazioni sportive legate alla situazione fiscale
A pochi giorni dalla chiusura delle indagini da parte della giustizia sportiva, sarebbe a rischio la posizione del Brescia in classifica. La possibilità di una penalizzazione fino a quattro punti può influire direttamente sulla permanenza in categoria, comportando addirittura la retrocessione in serie C.
La questione fiscale, quindi, passa dal semplice ambito tributario a una vera emergenza sportiva. Il club si trova a dover gestire una doppia sfida: quella contro l’agenzia delle entrate e quella con gli organi della giustizia sportiva. Nel contesto, qualsiasi decisione su multe o penalizzazioni potrebbe avere riflessi immediati sulle strutture e sulla programmazione societaria.
Massimo Cellino, proprietario del club, ha mantenuto il riserbo sui dettagli in pubblico ma ha scelto di chiarire tramite una nota ufficiale i fatti relativi alle contestazioni fiscali. La società cerca così di tutelare il proprio nome e la propria immagine in una fase delicata e carica di tensioni.
Gli sviluppi di questa vicenda saranno fondamentali anche per la città di Brescia. Il calcio da sempre rappresenta un elemento importante per la comunità, con un forte legame sociale e un impatto sulle attività economiche locali. Un eventuale ritorno in serie C comporterebbe cambiamenti significativi per tifosi, sponsor e territorio.