Borseggiatrici Fermate a Venezia: 130 controlli in nove mesi, ma restano libere di agire

Borseggiatrici Fermate A Venez

Borseggiatrici fermate a Venezia, ma continuano i furti. - Gaeta.it

Elisabetta Cina

19 Settembre 2025

Da gennaio 2025, la polizia locale di Venezia ha intensificato le operazioni contro i borseggi nelle zone più frequentate da turisti e residenti. In nove mesi, la squadra antiborseggio ha fermato 130 persone sospettate di furti, ma la maggior parte torna rapidamente libera. Questo fenomeno solleva questioni sull’efficacia delle misure di sicurezza e sulle difficoltà nel contrastare questo tipo di reato nelle città turistiche italiane.

La squadra Antiborseggio Di Venezia: storia e attività sul campo

La squadra antiborseggio della polizia locale veneziana è operativa dal 1999. È formata da sei agenti in borghese, specializzati nel controllo dei reati predatori nelle aree turistiche del centro città. Questa unità si distingue nel panorama italiano per la sua continuità e per l’esperienza maturata, un fattore che ha permesso interventi mirati finora. La scelta di mantenere un piccolo gruppo altamente specializzato deriva dalla necessità di agire con discrezione e rapidità, puntando a ridurre i casi di furto nelle zone più affollate.

L’attività consiste nel sorvegliare i luoghi di maggior passaggio e nel intervenire appena si rileva un comportamento sospetto. Gli agenti in borghese sono in grado di seguire i soggetti presumibilmente dediti al borseggio senza attirare attenzione. Grazie a questa tattica, le operazioni hanno portato a numerosi fermi, contribuendo a contenere le azioni illecite.

Numero interventi e difficoltà nel mantenere arresti

Nei primi nove mesi del 2025, il team ha fermato 130 borseggiatrici. Fra queste, soltanto sei sono state arrestate, cioè trattenute formalmente dopo l’intervento. Tuttavia nessuna è attualmente in carcere, dato che le misure cautionarie o alternative alla detenzione sembrano prevalere nel sistema giudiziario applicato a questi casi.

La difficoltà sta nel trasformare il fermo in una reale sospensione delle attività criminose. Molti arresti si concludono con rilascio in tempi brevi, spesso per mancanza di elementi sufficienti o per via delle procedure previste dalla legge in materia di reati minori. Questo problema lascia spazio a un circolo vizioso: borseggiatrici fermate, poi libere di tornare a ripetere i furti.

Impatto sulla sicurezza urbana e percezione dei cittadini

L’attività di questa speciale squadra è fondamentale per tranquillizzare chi vive e visita Venezia, una delle città più colpite dal fenomeno dei borseggi. I residenti lamentano spesso situazioni di insicurezza soprattutto nelle ore serali e nei punti di maggiore afflusso turistico. Malgrado i controlli, la sensazione di vulnerabilità resta: il ritorno rapido sulle strade delle persone fermate genera sfiducia verso l’efficacia delle forze dell’ordine.

Per i turisti, il rischio di perdere oggetti personali preziosi rappresenta un problema significativo che può influire negativamente sull’esperienza di visita. La difficoltà sta nel mettere in atto politiche di contrasto che, oltre a intervenire tempestivamente, impediscano la recidiva senza intasare il sistema giudiziario con procedimenti ripetuti e inefficaci.

Sfide nel contrasto al borseggio in contesti turistici come Venezia

Il fenomeno dei borseggi è spesso legato alla presenza di gruppi organizzati che sfruttano l’alta concentrazione di persone ignare. Venezia, meta mondiale di visitatori, è una città dove questa forma di microcriminalità prospera. Chi opera nel settore della sicurezza deve confrontarsi anche con le normative che tutelano i diritti degli indagati e con la necessità di bilanciare l’attività repressiva con i limiti procedurali.

In questo ambito, la squadra antiborseggio mostra i limiti di un intervento che, pur numeroso nei numeri di fermi, produce un impatto limitato sulla diminuzione reale dei reati. La giustizia tende a preferire misure alternative alla custodia cautelare per queste figure, rendendo la repressione rischiosa e poco incisiva. Servirebbe un approccio articolato che combini prevenzione, controllo e strategie più solide per evitare che chi viene fermato ritorni facilmente al luogo del reato.