La detrazione fiscale del 75% per gli interventi contro le barriere architettoniche resta attiva sino al 31 dicembre 2025. Questa misura mira a rendere più accessibili gli edifici esistenti, facilitando la mobilità delle persone con difficoltà motorie. Da alcune modifiche nate negli ultimi anni, è utile fare chiarezza sull’attuale normativa e le sue implicazioni pratiche.
Requisiti fondamentali per accedere al bonus barriere architettoniche
Il bonus, introdotto dalla legge di bilancio 2022, si rivolge a interventi che eliminano ostacoli fisici negli edifici, sia per la mobilità verticale che orizzontale, soprattutto per chi ha disabilità motorie. Per poter usufruire della detrazione, gli immobili interessati devono essere già esistenti e rispondere ai criteri tecnici indicati nel decreto ministeriale dei lavori pubblici del 1989.
Gli interventi coperti riguardano varie installazioni utili a migliorare l’accesso e il movimento all’interno e all’esterno dell’immobile. Tra questi rientrano ascensori, servoscala, montascale, rampe, montacarichi e piattaforme elevatrici. Anche sistemi automatici che facilitano la mobilità come la domotica e altre tecnologie per l’automazione degli impianti possono beneficiare del bonus. Si prevedono inoltre lavori di smaltimento o bonifica per impianti vecchi, in caso di sostituzione con nuove soluzioni più accessibili.
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Decisioni condominiali per interventi
Per gli interventi condominiali, le decisioni devono passare in assemblea con la maggioranza minima che rappresenti almeno un terzo del valore millesimale, così come stabilito da una legge del 2022. In pratica, non serve un consenso unanime, ma la delibera deve coinvolgere una porzione significativa dei condomini.
Limiti di spesa e modalità per ottenere la detrazione fiscale
Il tetto massimo di spesa ammesso nel bonus varia in base al tipo di edificio. Per abitazioni unifamiliari o unità indipendenti con accesso autonomo diretto dall’esterno, si può arrivare fino a 50.000 euro. Per unità in edifici plurifamiliari che contano tra 2 e 8 appartamenti, il limite è 40.000 euro per unità, quindi si moltiplica a seconda dei nuclei abitativi presenti. Nel caso di condomini più estesi con oltre 8 unità abitative, il tetto scende a 30.000 euro per appartamento.
La detrazione viene distribuita in cinque quote annuali di uguale importo. Questo significa che ogni anno si può scaricare il 20% della spesa effettuata. Chi ne ha diritto può scegliere di recuperare direttamente in dichiarazione dei redditi o, dove previsto, di cedere il credito o optare per uno sconto sulla fattura con il fornitore. Queste opzioni aiutano a gestire meglio la liquidità durante i lavori.
Altre modalità di detrazione
Oltre a questo bonus specifico, esistono altre forme di detrazioni per l’accessibilità degli immobili.
Possibilità alternative di detrazione per interventi sull’accessibilità degli immobili
Oltre a questo bonus specifico, esistono altri incentivi che si possono prendere in considerazione per lavori che migliorano l’accesso nelle abitazioni. La detrazione del 50% per ristrutturazioni edilizie copre un ampio ventaglio di interventi e può essere applicata fino a una spesa massima di 96.000 euro per ogni unità immobiliare. Questa misura è meno mirata rispetto al bonus barriere, ma rimane una via percorribile.
Un’altra strada è il superbonus, che nel 2025 scende al 65% di aliquota e interessa anche i lavori che abbattono barriere architettoniche se inseriti in progetti più ampi di efficientamento energetico. Però per interventi dedicati solo alla mobilità interna o accessi agevolati, questa soluzione risulta meno vantaggiosa. Perciò è fondamentale valutare caso per caso quale bonus applicare, a seconda delle spese e degli obiettivi di intervento.
Attenzione alle normative aggiornate
Negli anni passati la normativa ha subito cambiamenti piuttosto frequenti. Attenzione resta alta nel verificare, prima di iniziare i lavori, le disposizioni comunali e tutte le regole aggiornate. Questo evita problemi di accesso o errori nella compilazione delle domande per le detrazioni.
La riconferma del bonus fino a fine 2025 offre una protezione concreta per chi vuole migliorare l’accessibilità senza l’onere completo delle spese. Il beneficio fiscale sostiene interventi che cambiano l’uso degli spazi, soprattutto per chi ha difficoltà motorie. La trasformazione, così, passa anche da piccoli accorgimenti razionalizzati attraverso l’adeguamento della normativa che continua a evolversi in relazione ai bisogni sociali e alle tecnologie disponibili.