La Boeing ha firmato un’intesa con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti per chiudere le indagini sui due incidenti mortali che hanno coinvolto i suoi modelli 737 Max nel 2018 e 2019. L’accordo prevede che l’azienda non dovrà affrontare procedimenti penali, ma accetta alcune condizioni imposte dalle autorità federali, fra cui il riconoscimento di ostacoli posti alla supervisione, il pagamento di multe e il sostegno a programmi per migliorare la sicurezza dei voli. Le famiglie delle 346 vittime, fra cui otto italiani coinvolti nel disastro vicino ad Addis Abeba, hanno espresso disappunto per l’intesa.
I dettagli dell’accordo tra boeing e il dipartimento di giustizia
L’intesa raggiunta fra Boeing e il Dipartimento di Giustizia prevede che la compagnia ammetta di aver ostacolato alcune attività di controllo federali, senza però riconoscere direttamente la responsabilità penale sui disastri del 737 Max. Questa clausola è al centro delle contestazioni da parte di molte delle famiglie delle vittime, che vorrebbero un’assunzione più netta delle proprie responsabilità da parte del costruttore.
Il patto impone a Boeing di pagare una multa, il cui ammontare non è stato specificato al pubblico, e di contribuire a un fondo destinato a sostenere i familiari delle 346 persone morte nei due incidenti. Quest’ultimo fondo dovrebbe garantire risarcimenti finanziari e supporto alle famiglie, tenuto conto delle tragedie vissute. Parallelamente, la società dovrà investire risorse in programmi volti ad aumentare la sicurezza dei propri velivoli e a migliorare la qualità dei processi di controllo e manutenzione, con lo scopo di prevenire futuri incidenti simili.
Leggi anche:
Anche se l’accordo sbarra la strada a procedimenti penali, mantiene aperta la possibilità di controlli e misure di vigilanza pubbliche nei confronti di Boeing, per verificare l’effettivo rispetto degli impegni presi.
Il peso e il ricordo delle vittime nel disastro del 737 Max
I due incidenti del Boeing 737 Max hanno causato 346 morti in totale. Fra questi, il disastro del 2019 vicino ad Addis Abeba ha colpito in modo particolare l’Italia, con otto cittadini italiani deceduti nel tragico evento. Quel giorno un volo Ethiopian Airlines è precipitato pochi minuti dopo il decollo, suscitando una vasta indagine internazionale.
Le famiglie delle vittime hanno seguito con attenzione ogni sviluppo del caso, reclamando una giustizia più dura e la completa trasparenza da parte di Boeing. L’accordo stretto ora, che ammette solo l’ostruzionismo alla supervisione, senza riconoscere la responsabilità diretta nelle morti, è stato accolto con proteste da parte di molti parenti, che ritengono insufficiente la risposta dell’azienda.
Questo disastro ha segnato una ferita profonda anche nel settore dell’aviazione civile, portando a un blocco temporaneo dei 737 Max in tutto il mondo e a profonde revisioni normative che hanno modificato le procedure di certificazione dei velivoli.
I prossimi passi legali e la supervisione dell’accordo
L’accordo tra Boeing e il Dipartimento di Giustizia non è ancora effettivo. Deve essere approvato da un giudice che ha il compito di supervisionare i procedimenti relativi agli incidenti. Sarà lui a valutare se le condizioni stabilite sono adeguate e se l’accordo tutela in maniera sufficientemente rigorosa gli interessi delle vittime e della sicurezza pubblica.
Il viaggio giudiziario, iniziato dopo i due disastri, si trova in questa fase delicata. Il giudice potrà richiedere modifiche o maggiori garanzie prima di dare il via libera definitivo. Inoltre, l’intesa lascia aperta la possibilità di future revisioni, qualora Boeing non rispetti gli impegni presi per migliorare la qualità e la sicurezza dei propri aeromobili.
Un caso di riferimento per il controllo e la sicurezza nell’aviazione
Questo caso resta un punto di riferimento per il rapporto fra grandi aziende aeronautiche e autorità federali. Segna inoltre un momento importante per la regolazione dei processi di controllo sui prodotti destinati ai trasporti pubblici, con effetti diretti su nuove normative e standard di sicurezza.