Vincenzo Boccia è intervenuto a Potenza durante un incontro promosso dall’Associazione degli Industriali della Basilicata. L’ex presidente di Confindustria ha approfondito il ruolo dell’impresa nella società, indicando la costruzione di una comunità intesa non solo come insieme di aziende, ma come un tessuto di relazioni territoriali e sociali. Il convegno ha affrontato il tema di un nuovo umanesimo per indirizzare lo sviluppo economico con attenzione alla persona.
Un’idea di comunità intrecciata tra impresa e territorio
Durante l’incontro, Boccia ha sottolineato l’importanza di guardare alle fabbriche e alle aziende come luoghi dove si costruisce una vera comunità. Questa comunità non è solo imprenditoriale ma coinvolge il territorio e il paese come un tutto. L’idea è di fondare lo sviluppo su un legame stretto tra l’impresa e chi vive o lavora in quell’ambiente, creando un senso di appartenenza che aiuti anche a superare le sfide economiche.
Ha ribadito che “non si può limitare il pensiero al solo aspetto economico, ma bisogna investire sulla persona che vive e opera dentro queste realtà.” Questa visione amplia il significato stesso di impresa, spostandolo dall’idea tradizionale del profitto al concetto di responsabilità sociale e culturale verso la comunità. Nel contesto della Basilicata, un’area che punta a rafforzare la propria economia, questa prospettiva offre direttrici nuove per tenere insieme sviluppo e coesione sociale.
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La persona al centro secondo papa francesco
Boccia ha richiamato le parole di Papa Francesco per spiegare la centralità della persona nel modello economico e sociale. Per lui, la società deve mettere al centro chi lavora e chi abita la comunità, facendo dell’impresa uno strumento al servizio delle persone e non il contrario. Questa idea ha trovato riscontro anche nel contributo di Francesco Somma, presidente di Confindustria Basilicata, che ha rimarcato come “l’attenzione alle persone sia fondamentale per guidare, e non subire, i processi di innovazione.”
L’innovazione, infatti, non deve essere un elemento che impone scelte dettate solo dal mercato o dalla tecnologia. La gestione dell’impresa deve partire dalla valorizzazione delle risorse umane, creando condizioni favorevoli al lavoro e allo sviluppo. Somma ha indicato che “è possibile fare impresa anche per il benessere collettivo,” sostenendo un meccanismo dove i dipendenti e l’intera comunità ne traggano vantaggio.
Il convegno a potenza e la presentazione del libro di paolo albano
L’evento si è svolto nella sede dell’Associazione degli Industriali della Basilicata a Potenza. Oltre a Boccia e Somma, è intervenuto l’arcivescovo Monsignor Davide Carbonaro. La presenza della figura ecclesiastica ha sottolineato l’attenzione ai valori umani e sociali nel dibattito sull’economia.
Durante la giornata è stato presentato il libro di Paolo Albano “.. da quanto cielo si riesce a vedere”, un’opera che esplora temi legati all’umano e al territorio, in sintonia con le riflessioni sul nuovo umanesimo affrontate durante il convegno. Il testo sembra accompagnare e integrare le idee di un’economia più vicina alla persona, suggellando l’incontro tra cultura, spiritualità e impresa.
Un modello che unisce impresa e comunità
L’appuntamento a Potenza ha messo in luce un approccio che cerca di superare una visione puramente tecnica dell’economia a favore di un modello dove impresa e comunità si sostengono a vicenda. Le riflessioni di Boccia si inseriscono nel dibattito nazionale sugli assetti futuri dell’economia italiana, puntando a un equilibrio tra sviluppo e attenzione sociale.