Tra nord e sud Italia, la polizia ha effettuato perquisizioni in 22 abitazioni di minori, tutti tra i 13 e i 17 anni, sospettati di adesione a ideologie estremiste di vario genere, dal suprematismo al jihadismo passando per il neonazismo e l’accelerazionismo. L’operazione, coordinata dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, ha coinvolto città da Milano a Cosenza, da Firenze a Oristano e Genova a Matera. Le attività fanno emergere un fenomeno di radicalizzazione precoce e pericolosa che coinvolge adolescenti in tutta Italia, connessi a reti nazionali e internazionali online.
Dettagli dell’operazione e profili dei minori coinvolti
Le perquisizioni sono state condotte su delega delle Procure presso i Tribunali per i Minorenni nelle rispettive province. I ragazzi coinvolti mostrano legami con gruppi estremisti internazionali, come “The Base”, e scambiavano messaggi su Telegram in canali riconducibili all’isis o all’estrema destra. Durante i controlli sono stati trovati armi — anche da soft air modificate — , bandiere naziste, giacche mimetiche, manuali di addestramento paramilitare e simboli delle ss. Tra gli episodi più gravi, un 14enne conservava un bilancino per pesare polvere da sparo con croci celtiche in un cassetto.
Alcuni adolescenti progettavano azioni violente, come attacchi esplosivi fuori dalle scuole; altri rilanciavano sui social immagini con armi — vere o finte — e volti coperti. I giovani spesso agiscono isolati ma sono collegati a centinaia di profili in gruppi whatsapp, telegram e su web oscuri che incitano a violenze e propaganda. In parecchi casi, la radicalizzazione si è sviluppata in poche settimane, un tempo molto breve rispetto al passato.
Leggi anche:
Il ruolo del web nella radicalizzazione
Internet ha un ruolo centrale nell’indottrinamento di questi minori. La facilità d’accesso, l’anonimato e la rapidità di diffusione dei contenuti estremisti rendono il web uno strumento potente per reclutare e motivare ragazzi fragili. Numerose chat e spazi digitali sono pieni di video di guerriglieri armati, propaganda jihadista e simboli neonazisti, dove gli iscritti si scambiano immagini, meme violenti e guide alla costruzione di ordigni. Questo ambiente virtuale alimenta il senso di appartenenza a una comunità alternativa, spesso filtrata attraverso l’inglese e persino piattaforme di gaming.
L’Italia ha chiesto all’Unione Europea di trattare la radicalizzazione online dei minori come priorità nell’agenda antiterrorismo, tenuto conto che sul territorio europeo due arresti su tre legati all’isis riguardano adolescenti. La presenza crescente di giovani estremisti è confermata da episodi recenti avvenuti nelle principali capitali europee.
Casi specifici e collegamenti con indagini internazionali
Tra i soggetti perquisiti spiccano due 15enni della provincia di Oristano, un 13enne della provincia di Cosenza e un 17enne in provincia di Messina, emergenti da un’indagine collegata a un 14enne già attenzionato a Oristano dopo un precedente controllo. Questi ragazzi avevano materiali come bandiere con croci celtiche e fucili giocattolo modificati, accompagnati da riferimenti a terroristi suprematisti internazionali.
Un altro caso riguarda un 17enne di Sassari legato a un 19enne fermato per arruolamento terroristico. In Lombardia, il perquisito di 16 anni collegato alla galassia neonazista, mentre in Toscana due adolescenti di Arezzo e Firenze sono stati individuati per atti vandalici a sfondo razziale.
Episodi rilevanti in altre regioni
A Taranto, un 15enne è stato indagato per propaganda razzista e porto abusivo di armi dopo aver confermato in chat il suo rapporto con il gruppo suprematista “The Base” e la capacità di costruire ordigni. Infine, due minorenni livornesi sono accusati di aver fatto esplodere un ordigno rudimentale fuori una scuola superiore, con armi, divise e manuali suprematisti trovati in casa.
Dati sulle misure cautelari e profilo psicologico dei giovani coinvolti
Da gennaio 2023, 12 minorenni sono stati sottoposti a misure cautelari per legami con attività terroristiche, mentre oltre 100 sono stati oggetto di perquisizioni approfondite. Gli indagati sono ragazzi spesso socialmente isolati e con fragilità psicologiche. Sono attratti dalla violenza in modo particolare, e mostrano abilità nell’uso delle tecnologie digitali che rafforza il loro coinvolgimento in ambienti virtuali estremisti. L’uso di videogiochi, meme aggressivi e social contribuisce a diffondere con frequenza linguaggi d’odio.
I tempi di radicalizzazione sono drasticamente calati. Se in passato servivano più di un anno, oggi un ragazzo può essere indottrinato in poche settimane, o addirittura giorni. Le autorità sottolineano pure un fenomeno di ibridazione ideologica, chiamato “white jihad”, che combina tratti dell’estremismo islamista e suprematista di destra.
Il contesto europeo e la crescita dell’estremismo giovanile
Le indagini italiane si inseriscono in un quadro europeo dove l’estremismo giovanile è in crescita. Nel 2024, in europa, due terzi degli arrestati con legami all’isis erano adolescenti. In paesi come Svizzera, Svezia e Danimarca sono stati segnalati episodi violenti compiuti da minori affiliati a ideologie estremiste. Tra questi, un 15enne che ha accoltellato un ebreo ortodosso a Zurigo e un 13enne che ha sparato contro un’azienda israeliana a Goteborg. A Copenaghen, alcuni giovani hanno lanciato granate vicino all’ambasciata israeliana, mentre a Boras una donna è stata accoltellata da un giovane vicino all’organizzazione neofascista 764.
Il fenomeno si presenta come una minaccia diffusa e attuale, che coinvolge adolescenti sempre più giovani, spesso soli e connessi a mondi virtuali dove l’odio si diffonde silenzioso ma efficace. Le forze dell’ordine continuano a monitorare e ad agire per impedire nuovi episodi di violenza legati a questa radicalizzazione precoce.