La Polizia di Stato di Napoli ha condotto un intervento notturno in via Sant’Antonio Abate, fermando un giovane con un ingente quantitativo di droga. L’operazione, inserita in una serie di controlli intensificati nel capoluogo campano, ha portato al sequestro di diversi chili di marijuana e hashish, confermando l’esistenza di una rete attiva nel mercato degli stupefacenti.
Il controllo che ha portato a un’indagine più ampia
Nella notte tra il 21 e il 22 febbraio, gli agenti del Commissariato Vicaria-Mercato insieme all’Ufficio Prevenzione Generale hanno fermato un’auto sospetta in via Sant’Antonio Abate. A bordo c’era un giovane napoletano di 21 anni, già noto alle forze dell’ordine per reati legati alla droga. Il controllo sembrava di routine. Nel veicolo è stata trovata una bustina con circa 8 grammi di marijuana.
Questa scoperta ha insospettito gli agenti. Otto grammi sono una quantità modesta, più tipica di un consumatore che di un vero spacciatore con un rifornimento stabile. Per questo hanno deciso di approfondire, sospettando che dietro quel quantitativo potesse esserci un’attività più estesa. L’intuizione ha portato alla perquisizione dell’abitazione, solitamente riservata a casi in cui si ritiene che il sospettato gestisca quantità maggiori o abbia un deposito.
L’intervento si inserisce in un contesto di intensificazione dei servizi antidroga in città. Negli ultimi mesi, la Polizia di Stato, in particolare le unità del Commissariato Vicaria-Mercato, ha effettuato numerosi arresti, puntando a smantellare sia le reti di spaccio al dettaglio sia i canali di approvvigionamento. La decisione di fermare questo ragazzo è legata all’attenzione verso soggetti con precedenti specifici che continuano a muovere traffici nei quartieri partenopei.
La scoperta in casa: oltre 4 chili di droga pronti per la vendita
La perquisizione domiciliare ha cambiato la situazione. Nell’appartamento del 21enne sono stati trovati circa 3,8 chili di marijuana e 400 grammi di hashish. Il quantitativo supera di gran lunga quello trovato in auto e indica un rifornimento significativo. Accanto alla droga è stato recuperato un bilancino di precisione, usato per suddividere la sostanza in dosi da vendere.
Questi elementi delineano il ruolo del giovane come presunto spacciatore di livello medio, con una logistica organizzata per lo stoccaggio e la distribuzione. La presenza della grossa quantità di stupefacenti e degli strumenti ha portato all’arresto per detenzione ai fini di spaccio.
L’operazione evidenzia un problema diffuso nei quartieri di Napoli, dove lo spaccio si svolge con piccole consegne per strada ma supportato da depositi più grandi. Il sequestro mostra come spesso dietro giovani fermati con pochi grammi si nascondano magazzini domestici che alimentano circuiti di vendita più ampi.
Giovani e spaccio nei quartieri napoletani
Il caso del ventunenne arrestato in via Sant’Antonio Abate non è isolato. I controlli ripetuti della Polizia in diverse zone della città hanno portato a interventi simili su giovani, spesso con precedenti, trovati con quantità variabili di droga e materiali per il confezionamento. Da marijuana a hashish, da cocaina a eroina, le sostanze sequestrate confermano un mercato attivo e ramificato.
Le operazioni della Polizia mirano a interrompere questa catena: non solo arrestando chi spaccia in strada, ma individuando e chiudendo depositi o basi operative. L’arresto del 21enne mostra un approccio che va oltre la repressione del dettaglio, cercando di colpire i diversi livelli della filiera.
I controlli a tappeto, soprattutto nelle ore notturne, aumentano la pressione sulle reti dello spaccio. La Polizia conferma così una strategia volta a ridurre la circolazione degli stupefacenti e a ostacolare chi, anche molto giovane, mantiene il controllo di parti del mercato cittadino.
Il giovane arrestato, trattenuto in carcere in attesa di convalida, rappresenta un profilo ricorrente: “chi fin da giovane si inserisce in circuiti di droga con ruoli organizzati.” L’intervento di via Sant’Antonio Abate conferma quanto l’azione delle forze dell’ordine resti fondamentale per contenere un fenomeno che coinvolge anche i quartieri più popolari del capoluogo campano.