Bimbo ucraino di 6 anni investito e morto a Santa Maria Di Sala mentre attraversava le strisce pedonali

Un bambino ucraino di sei anni investito e morto sulle strisce pedonali a Santa Maria Di Sala riapre il dibattito sulla sicurezza stradale e la vulnerabilità delle famiglie rifugiate in Veneto
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Tragico investimento a Santa Maria di Sala, muore bambino di 6 anni sulle strisce. - Gaeta.it

Un bambino ucraino di sei anni, arrivato in Italia da meno di un mese, è stato investito sulle strisce pedonali a Santa Maria di Sala, in provincia di Venezia, mentre era con la madre. L’incidente, avvenuto il 20 agosto 2025, ha colpito profondamente la comunità locale e riaperto il dibattito sulla sicurezza stradale nei centri abitati. Il conducente dell’auto, un giovane di 25 anni, è indagato dalla Procura di Venezia.

Incidente sulle strisce pedonali: i fatti del 20 agosto a Santa Maria Di Sala

Nel pomeriggio del 20 agosto, lungo via Noalese a Santa Maria di Sala, Vladyslav Malamen, un bambino di sei anni proveniente da Odessa, stava attraversando la strada sulle strisce pedonali insieme alla madre, spingendo la bicicletta a mano. Una Fiat Panda guidata da un 25enne residente in zona lo ha investito. L’urto è stato violento, tanto da far cadere Vladyslav sull’asfalto per diversi metri. La madre, che portava le borse della spesa, non ha riportato ferite ma ha assistito alla scena.

Il bambino è stato trasportato in elicottero al reparto di rianimazione pediatrica dell’ospedale di Padova, dove è stato ricoverato in condizioni critiche. Il giorno successivo i medici hanno accertato la morte cerebrale, confermata poi dal decesso in serata. I genitori hanno autorizzato la donazione degli organi.

La famiglia di Vladyslav e la situazione dei rifugiati ucraini in Veneto

Vladyslav e la madre facevano parte di un gruppo di rifugiati ucraini provenienti dall’area di Odessa. La famiglia era ospitata in una ex canonica di Santa Maria di Sala, grazie al supporto della Caritas e di una cooperativa sociale locale, Levante, che assiste rifugiati e famiglie in difficoltà. Il padre, che lavora in Germania, è arrivato a Padova dopo aver appreso dell’incidente. In famiglia c’è anche un altro figlio di 13 anni, che vive in Veneto con la madre.

La vicenda mette in luce le condizioni di vulnerabilità in cui si trovano molte famiglie rifugiate, spesso costrette a muoversi in ambienti poco familiari e più esposti a rischi come quelli legati alla sicurezza stradale.

La posizione del conducente e le indagini della Procura Di Venezia

La Procura di Venezia ha avviato un’indagine per chiarire le cause dell’incidente. Il conducente, ancora sotto shock, ha dichiarato di non aver visto la madre con il bambino, che era seduto sul seggiolino della bicicletta. L’investimento è avvenuto in un tratto urbano con segnaletica adeguata; le autorità stanno valutando eventuali responsabilità, anche in relazione alla condotta del guidatore.

L’inchiesta mira a ricostruire con precisione la dinamica dell’incidente, raccogliendo testimonianze e altri elementi utili. Il caso richiama l’attenzione sulla sicurezza stradale nelle aree urbane del Veneto, dove la convivenza tra traffico e pedoni richiede particolare cautela.

Sicurezza stradale e mortalità dei minori in Italia nel 2025

L’incidente si inserisce in un contesto più ampio di rischio per i minori sulle strade italiane. Secondo l’Osservatorio Asaps, nel 2024 sono morti 34 bambini in incidenti stradali, un dato in lieve diminuzione rispetto all’anno precedente. Nei primi mesi del 2025 si contano già 17 giovani vittime, compresi casi gravi recenti in diverse regioni.

La situazione evidenzia la necessità di migliorare la sicurezza per bambini e ragazzi negli spazi urbani, dove traffico veloce, distrazioni e carenze nelle infrastrutture rappresentano un pericolo. Anche i piccoli centri come Santa Maria di Sala affrontano queste sfide. Per le famiglie rifugiate, spesso inserite in contesti poco conosciuti, il rischio può essere ancora maggiore.

La morte di Vladyslav sottolinea l’urgenza di interventi più efficaci per proteggere le persone più fragili sulle strade, indipendentemente dalla loro origine. La solidarietà locale si accompagna alla consapevolezza che prevenire questi incidenti è fondamentale per evitare altre tragedie.