Il docufilm “Billy Joel: And So It Goes” ha aperto il Tribeca Festival di New York City, portando alla luce un capitolo difficile della vita del celebre cantante e pianista. Joel, noto per il brano “Piano Man”, si è raccontato senza filtri, rivelando momenti drammatici e personali mai emersi finora. La sua recente diagnosi di idrocefalo normoteso ha costretto il musicista a fermare i concerti, un dettaglio che ha acceso i riflettori anche sulla sua salute.
I tentativi di suicidio e il coma dopo una relazione complicata
Billy Joel ha raccontato nel documentario di aver tentato il suicidio due volte. Questo periodo oscuro iniziò dopo una relazione con Elizabeth Weber, moglie del suo migliore amico Jon, anche ex membro della band. La situazione, carica di tensioni, portò a una violenta lite che sfociò in un pugno sul naso. Joel ha ammesso di essersi sentito in colpa per la rottura della famiglia e per il dolore causato all’amico. Dopo quell’episodio, cadde in coma, un evento che segnò profondamente la sua vita.
L’inizio di questa relazione controversa portò infine Joel a sposare Elizabeth, ma il matrimonio durò poco, poco più di dieci anni. Le ferite lasciate da quel momento continuarono a influenzarlo, non solo nella sua vita privata ma anche nel lavoro artistico e personale. La fine della band, la fine di un’amicizia di lunga data, e un senso di solitudine lo spinsero verso un baratro emotivo.
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La discesa negli abissi dell’alcol e i problemi di salute mentale
In seguito alla rottura, Billy Joel cominciò a bere in modo incontrollato, alternando periodi di instabilità e depressione profonda. Ha raccontato di non avere più una casa e di dormire in lavanderie a gettoni. Il senso di perdita di controllo sulla sua vita lo portò a pensare che avrebbe potuto perdere del tutto la ragione. Joel ha ammesso che a un certo punto pensò di non volere più vivere.
I due tentativi di suicidio, uno con sonniferi e l’altro con l’alcol, rappresentano uno dei momenti più drammatici di questo racconto. Joel scelse poi di cercare aiuto, entrando in un reparto di osservazione, una decisione che gli permise di iniziare il lento cammino verso la guarigione. In questo periodo delicato, trovò nella musica un modo per esprimere dolore e confusione, trasformando le sue emozioni in canzoni.
La rinascita e l’eredità di un artista coinvolto da problemi neurologici
Oggi, a 76 anni, Billy Joel si confronta con un’altra sfida: l’idrocefalo normoteso, condizioni neurologiche che hanno causato la sospensione dei suoi concerti recenti. L’artista non era presente all’anteprima del docufilm, ma le sue parole sono arrivate attraverso le immagini e le testimonianze. Il documentario, che diventerà disponibile su Hbo nel mese di luglio, offre uno sguardo intenso e personale sulla sua vita.
Joel racconta attraverso questo film momenti difficili, senza nascondere le ferite ottenute con il passare degli anni. L’artista mostra cosa significhi affrontare la malattia, sentimenti di colpa, perdite e il percorso per tornare a vivere. La sua storia diventa testimonianza di una vita complessa, segnata tanto dal successo quanto dalle ferite personali.