Trieste, città di confine e scambi, ha nello sviluppo urbano e culturale lungo il suo lungomare un capitolo importante della sua identità. Il fascino degli edifici storici come il palazzo Berlam, il carciotti e il geiringer non riguarda solo l’architettura ma anche il ruolo che hanno giocato e continuano a svolgere nel plasmare il futuro della città, proiettandola verso nuovi orizzonti. Recentemente, un incontro organizzato nella cornice di palazzo Berlam ha approfondito proprio questo legame tra passato, presente e prospettive future, sottolineando come gli archivi custodiscano le chiavi per comprendere le trasformazioni di Trieste.
Il lungomare di trieste tra storia e architettura monumentale
Il lungomare di Trieste si distingue per la ricchezza architettonica che serve da biglietto da visita a chi arriva dal mare. Oltre a rappresentare uno spazio urbano di bellezza visiva, questo tratto di città riflette la sua vocazione come nodo commerciale e porto di scambio tra culture diverse. Gli edifici Berlam, carciotti e geiringer, con le loro colonne imponenti e le opere d’arte che richiamano la mitologia, scandiscono questa passeggiata davanti al mare.
Un architetto del secolo XVIII e la tradizione di monumentalità
Matteo Pertsch, architetto del secolo XVIII, ha dato il via con il palazzo carciotti a una tradizione di monumentalità che trova eco nel linguaggio architettonico degli altri due. Qui la cupola centrale si innalza su una struttura di 100 metri di lunghezza per 40 di larghezza, affacciata sul vecchio porto chiamato canal grande. L’architettura non è solo decoro, ma racconto di una società mercantile prospera che ha dominato l’attività economica e culturale della città.
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Gli edifici geiringer e berlam portano in dote invece riferimenti più moderni, come proiezioni verso l’alto e rimandi all’architettura newyorkese dei primi anni del ‘900. Il gioco di luci artificiali, come la luce elettrica nel caso di geiringer, segna una svolta tecnologica che si traduce in nuove forme urbane. Questi palazzi rimangono testimonianze vive di un passato che vuole influenzare il presente cittadino.
Un incontro tra cultura e memoria a palazzo berlam
Nel 2025, palazzo Berlam ha ospitato il convegno #dallapartedelfuturo, evento della quarta edizione di archivissima dedicato al ruolo degli archivi nella costruzione delle storie future. Hanno partecipato storici dell’architettura, economisti e specialisti di economia aziendale provenienti dall’università di trieste. Le relazioni hanno offerto un quadro inedito sulle possibilità custodite nei documenti storici delle generali.
Questa riflessione si ispira a un pensiero di Orwell secondo cui chi controlla il passato controlla il futuro. Nel caso degli archivi delle Generali, i documenti testimoniano non solo fatti ma anche relazioni quotidiane, modelli di attività, e forme di vita che hanno caratterizzato la Trieste moderna.
Tre esperti per leggere la memoria storica
I tre esperti intervenuti, Diana Barillari, Loredana Panariti ed Eleonora Masiero, hanno evidenziato come la memoria storica di questi palazzi serva a indicare nuovi percorsi. Gli archivi sono luoghi di mediazione, e proprio per questo rappresentano un punto di osservazione per chi vuole leggere le trasformazioni urbane e sociali con uno sguardo verso ciò che verrà.
Palazzi generali tra proprietà e simboli di stabilità
I palazzi Berlam, carciotti e geiringer condividono la recente acquisizione da parte del gruppo Generali. Questo ritorno di proprietà sembra chiudere un cerchio temporale e rimette al centro questi edifici come elementi cruciali per il destino della città. Questi spazi non solo mostrano ricchezza e opulenza, ma incarnano stabilità consolidata, riconducibile anche a uno spirito locale di lunga data.
Il palazzo carciotti rappresenta il fulcro dell’asse temporale, legato sia alle radici mercantili di Trieste sia al progetto per il futuro. L’ampiezza della struttura e la sua posizione sul lungomare riecheggiano il ruolo commerciale che la città ha avuto. Nel corso del tempo, Generali ha collocato qui i suoi uffici principali, sancendo una continuità di funzione e presenza economica.
Il triangolo di forza e storia
Gli altri due edifici completano questo triangolo di forza e storia, sorvegliando il tessuto urbano dal porto verso l’entroterra. Sono simboli architettonici che testimoniano momenti di cambiamento e rappresentano stili e visioni che hanno riscattato Trieste tra città asburgica e moderna metropoli di scambi.
Passato e futuro nel segno dell’innovazione culturale e tecnologica
Le analisi di Barillari, Panariti e Masiero convergono su una chiave interpretativa condivisa. Ciascuno di questi palazzi è nato con l’intento di rappresentare un cambiamento, uno slancio verso nuove idee culturali e architettoniche. Carciotti testimonia la società mercantile in espansione di fine ‘700, geiringer riflette la modernità italiana con l’ingresso della luce elettrica, mentre Berlam guarda già verso il modello americano dei grattacieli e della vita urbana in verticale.
La funzione odierna di questi edifici aggiunge prospettive concrete alle loro simbologie. Palazzo Berlam ospita una scuola per la formazione dei dipendenti Generali, figure chiamate a interpretare e anticipare le dinamiche future del mondo assicurativo e dell’economia. Palazzo carciotti, invece, sarà sede di Agorai Innovation Hub, centro di intelligenza artificiale in collaborazione con istituti come SISSA, Google, ICTP e MIB.
Le attività progettate confermano come questi spazi storici conservino una connessione profonda con il presente e il futuro scientifico e tecnologico di Trieste. Non sono solo archivi del passato ma luoghi dove si raccontano storie che impattano sulle scelte e sulla vita di domani.
Il cammino di questi palazzi mostra come i tessuti urbani e le memorie custodite non smettano di nutrire il presente cittadino e la sua evoluzione. Trieste, dunque, continua a riscrivere la propria storia affacciandosi sul mare e sul mondo con occhi nuovi.