La cattedrale dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista di Macerata ha visto la benedizione del nuovo tabernacolo monumentale durante la celebrazione del Corpus Domini. Una cerimonia importante guidata dal vescovo Nazzareno Marconi, con la partecipazione delle confraternite cittadine, a sancire il completamento del restauro di un luogo di culto risalente al 1625. Questo evento segna un momento significativo per la città e per la comunità ecclesiale locale.
La celebrazione del corpus domini e il ruolo del vescovo nazzareno marconi
L’evento si è svolto in occasione della solennità del Corpus Domini, tradizionale festa che celebra la presenza reale di Cristo nell’eucaristia. Il vescovo di Macerata, Nazzareno Marconi, ha officiato la benedizione del nuovo tabernacolo, sottolineandone il valore spirituale e storico. Durante la funzione, mons. Marconi ha citato papa Leone XIII per ribadire l’unione tra altare e tabernacolo, elementi cardine di fede e devozione.
Le parole di mons. Marconi
Nel suo intervento, il vescovo ha evidenziato come «sull’altare Gesù viene in mezzo a noi nell’eucaristia, nel tabernacolo Gesù resta: restare è il segno più grande dell’amore». Queste parole hanno accompagnato il momento conclusivo della celebrazione, enfatizzando il ruolo del tabernacolo come custode perpetuo della presenza sacra. La messa si è quindi trasformata in una cornice religiosa e storica di grande impatto, richiamando fedeli e confraternite in processione per le vie storiche della città.
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Un progetto architettonico che unisce passato e presente
Il nuovo tabernacolo è il risultato di un lungo lavoro di ricerca e recupero, che conclude un percorso iniziato esattamente 400 anni fa con la fondazione della cattedrale nel 1625. L’opera è stata realizzata seguendo lo stile barocco che si immaginava all’epoca, ma con materiali e tecniche contemporanee. L’architetto Giacomo Alimenti, a capo dell’ufficio tecnico diocesano, ha guidato il progetto, affiancato dal designer Emilio Antinori e dalla professoressa Maria Teresina Angeletti.
Ispirazioni e tecniche
La struttura si ispira alle macchine barocche e alle architetture effimere di quel periodo, ricostruite grazie a documenti d’archivio che hanno permesso di riscoprire dettagli e forme originarie. Questo approccio ha portato a un risultato fedele e coerente con l’originaria visione stilistica, ma allo stesso tempo solido e duraturo. Lo spazio dedicato al tabernacolo, ricco di dettagli e decorazioni, si inserisce perfettamente nella cornice della cattedrale, valorizzandone la storia e la spiritualità.
La processione e il momento di devozione alla basilica della mater misericordiae
Al termine della messa, ha preso il via la tradizionale processione per le vie del centro storico di Macerata. Un momento solenne che ha coinvolto confraternite e cittadini, in una manifestazione di fede e coesione sociale. La processione ha fatto tappa nella Basilica della Mater Misericordiae, che il vescovo Marconi ha definito «la più piccola basilica della devozione mariana al mondo».
Una sosta particolare
Questo luogo, simbolo di una forma di devozione semplice e profonda, è stato teatro di una sosta particolare. Il presule ha ricordato come Gesù si renda «minuscolo nell’ostia per amore», richiamando il senso di piccolezza e umiltà che caratterizza la devozione eucaristica e mariana. La processione ha rinsaldato il legame tra fede, storia e comunità, lasciando una traccia significativa nel tessuto religioso e culturale della città.