Il governo israeliano sta valutando una proposta del ministro della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben-Gvir, per fronteggiare l’arrivo della Global Sumud Flotilla, una grande spedizione di attivisti che vuole sfidare il blocco israeliano sulla Striscia di Gaza. Il piano prevede detenzioni più lunghe e in carceri di massima sicurezza per gli arrestati, con la revoca di alcuni privilegi che in passato erano concessi ai prigionieri. L’iniziativa arriva in un momento di forte tensione politica e militare tra Israele e Palestina nel 2025, soprattutto dopo la partecipazione di figure di spicco come Greta Thunberg.
Il piano di Ben-gvir: detenzioni più severe per gli attivisti
Ben-Gvir ha presentato al governo un progetto che cambia radicalmente il modo in cui vengono trattati gli attivisti della Global Sumud Flotilla arrestati. A differenza delle pratiche passate, il piano prevede che vengano tenuti per tempi più lunghi nelle carceri di Ketziot e Damon, due strutture note per le misure di sicurezza molto rigide riservate a detenuti considerati una minaccia per la sicurezza nazionale, spesso terroristi. Qui non avranno accesso a televisione, radio o pasti personalizzati, privilegi che in passato erano stati concessi ad alcuni prigionieri. Secondo Ben-Gvir, come riportato dal Jerusalem Post, “non si può permettere a chi sostiene attività terroristiche di godere di condizioni di agio durante la detenzione.” Questa linea dura vuole scoraggiare iniziative simili in futuro, prendendo di mira in particolare quegli attivisti, per lo più stranieri, che cercano di sfidare il blocco israeliano e sostenere la causa palestinese.
La Global Sumud Flotilla: una protesta internazionale contro il blocco di Gaza
La Global Sumud Flotilla 2025 è una delle proteste in mare più organizzate e ampie nel contesto del conflitto israelo-palestinese. La spedizione coinvolge attivisti da 44 paesi e parte da diversi porti europei e nordafricani, con l’obiettivo di raggiungere la Striscia di Gaza. Gli organizzatori vogliono rompere il blocco imposto da Israele per aprire un corridoio umanitario marittimo, denunciando le condizioni di vita nel territorio e definendo l’embargo come un atto di genocidio contro i palestinesi. Israele considera lo sbarco della flottiglia una minaccia diretta alla sicurezza nazionale. L’iniziativa ha attirato attenzione anche per la presenza di personaggi noti a livello mondiale. La composizione eterogenea del gruppo, con motivazioni che spesso ruotano attorno ai diritti umani e alla libertà di movimento, rende la situazione complicata da gestire sia sul piano diplomatico che della sicurezza.
Greta Thunberg e l’effetto mediatico sulla questione israelo-palestinese
Tra i partecipanti alla Global Sumud Flotilla c’è Greta Thunberg, l’attivista svedese diventata famosa per le sue battaglie sul clima. Negli ultimi mesi, Thunberg ha ampliato il suo impegno includendo anche la causa palestinese. Grazie alla sua visibilità internazionale, ha acceso i riflettori sulle condizioni della Striscia di Gaza e sulle restrizioni imposte da Israele. La sua partecipazione alla spedizione ha acceso un acceso dibattito politico e mediatico, complicando ancora di più la situazione. Thunberg, da sempre impegnata in lotte sociali, ha dato nuova forza agli appelli a considerare il blocco come un problema umanitario. Il suo coinvolgimento ha portato la questione palestinese sulle prime pagine internazionali nel 2025, spingendo governi e opinione pubblica a confrontarsi con un tema spesso confinato a scenari regionali. La reazione israeliana, che prevede misure restrittive più dure per gli attivisti in arrivo, si inserisce in questo clima di pressione politica e mediatica che mantiene alta l’attenzione sul conflitto.
Le misure proposte da Ben-Gvir e la mobilitazione della Global Sumud Flotilla riflettono la crescente tensione in una regione dove ogni gesto ha un forte significato politico. Israele vuole tenere fermo il controllo sul confine marittimo, mentre gli attivisti cercano di mantenere viva la protesta internazionale contro il blocco di Gaza. Nei prossimi mesi, la vicenda resterà al centro del dibattito pubblico globale, soprattutto grazie alla presenza di figure come Greta Thunberg.