Beko comunanza, sindacati denunciano stop alla stabilizzazione dei lavoratori interinali nel sito marchigiano

Beko comunanza, sindacati denunciano stop alla stabilizzazione dei lavoratori interinali nel sito marchigiano

Le tensioni tra beko di comunanza ad ascoli piceno e i sindacati Fim, Fiom, Uilm e Ugl Metalmeccanici aumentano per la mancata stabilizzazione dei lavoratori in somministrazione e la chiusura del dialogo aziendale.
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Tensioni tra sindacati e Beko Comunanza su mancata stabilizzazione dei lavoratori in somministrazione, con rischio di perdita posti e chiusura del dialogo aziendale. - Gaeta.it

Lo stabilimento beko di comunanza, ad ascoli piceno, torna al centro dell’attenzione per le tensioni tra azienda e rappresentanze sindacali riguardo alla questione della stabilizzazione dei lavoratori in somministrazione. I sindacati Fim, Fiom, Uilm e Ugl Metalmeccanici accusano la società di aver chiuso ogni confronto sulla continuità occupazionale di questi dipendenti, mettendo a rischio posti di lavoro e senza concretezza nelle promesse precedenti.

Richieste sindacali sulla stabilizzazione dei lavoratori interinali

Da diversi anni, i sindacati hanno puntato l’attenzione sulla necessità di rendere stabili i lavoratori in somministrazione presenti nello stabilimento beko di comunanza. Questi dipendenti, seppur parte integrante del ciclo produttivo, hanno finora lavorato con contratti temporanei o a chiamata, senza un contratto a tempo indeterminato che garantisse loro continuità e sicurezza.

Accordo quadro e mancanza di impegni specifici

Prima della crisi industriale che ha investito l’impianto, questa richiesta era già una priorità per i rappresentanti dei lavoratori. La pressione sindacale si è mantenuta alta anche durante le difficili trattative che hanno portato, lo scorso 14 aprile, alla firma di un accordo quadro presso il ministero delle imprese e del made in italy . Quell’intesa ha previsto finanziamenti mirati, l’accesso a ammortizzatori sociali per gestire i tempi di calo produttivo e un percorso per limitare gli esuberi, ma non ha incluso impegni specifici per trasformare i contratti temporanei in rapporti di lavoro stabili.

L’assenza di queste misure ha rappresentato un punto critico nella disputa, malgrado le ripetute sollecitazioni dei sindacati in tutte le fasi di confronto. Per i lavoratori in somministrazione, la prospettiva di restare in una condizione di precarietà è diventata sempre più concreta, alimentando incertezza e ostilità verso l’azienda.

Critiche delle rsu e comportamento aziendale

Le rappresentanze sindacali unitarie di beko comunanza hanno puntato il dito contro quella che definiscono una strategia aziendale contraddittoria. Secondo i sindacati, la proprietà e la direzione hanno più volte sottolineato quanto questi lavoratori siano fondamentali per mantenere i ritmi e la qualità della produzione. Tuttavia, in concreto, brilla l’assenza di volontà di integrarli stabilmente nel personale.

Né l’assunzione diretta dei lavoratori interinali né la trasformazione dei loro contratti in forme di staff leasing sono state prese in considerazione dalla direzione. Il contratto di staff leasing, che prevede l’assunzione a tempo indeterminato tramite agenzie di somministrazione, avrebbe potuto rappresentare una soluzione intermedia, garantendo comunque continuità occupazionale e condizioni migliori.

La posizione aziendale e le reazioni sindacali

Questa posizione aziendale ha irritato i rappresentanti dei lavoratori, che hanno evidenziato come le affermazioni sulla centralità di questi addetti nella catena produttiva siano seguite da azioni contrarie alla loro valorizzazione. Il mancato riconoscimento ufficiale e la chiusura al confronto hanno fatto emergere un quadro preoccupante per il futuro della forza lavoro dello stabilimento.

Rottura del dialogo e timori sul futuro dello stabilimento

Nei giorni recenti, la tensione ha raggiunto il punto di rottura. I sindacati hanno comunicato con amarezza la decisione dell’azienda di interrompere le trattative sulle stabilizzazioni. Con un messaggio duro, Fim, Fiom, Uilm e Ugl hanno accusato beko di «scaricare» i lavoratori in somministrazione, mandandoli fuori dall’impianto senza prospettive.

Questa scelta è stata giudicata grave sotto diversi profili. Colpisce decine di persone che si ritrovano senza un contratto stabile e non offre segnali concreti di investimento nel sito produttivo di comunanza. L’accordo firmato ad aprile aveva aperto nuove speranze per una gestione meno traumatica della crisi, ma la recente chiusura aziendale ha messo in dubbio queste aspirazioni.

La volontà sindacale di riaprire il dialogo

Le organizzazioni sindacali hanno espresso ancora una volta la volontà di riaprire il dialogo e di incontrare subito i responsabili dell’azienda. Pur consci che i tempi sono ormai brevi per evitare tagli e licenziamenti, i sindacati cercano un confronto urgente per tutelare i posti di lavoro e limitare gli impatti sociali su un territorio dove lo stabilimento beko rappresenta un presidio importante di occupazione.

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