La biblioteca di Baveno, cittadina del Verbano-Cusio-Ossola, ha assunto il nome di Olga Ginesi, tragica protagonista di uno degli episodi più dolorosi della Seconda guerra mondiale nella zona del Lago Maggiore. L’intitolazione arriva a distanza di oltre ottant’anni dall’eccidio di ebrei avvenuto tra settembre e ottobre del 1943, pochi giorni dopo l’armistizio dell’8 settembre, e vuole mantenere viva la memoria delle vittime locali. Il nome di Olga Ginesi è stato scelto attraverso un percorso partecipativo che ha coinvolto le scuole elementari e medie di Baveno.
Chi era olga ginesi e la sua storia legata al lago maggiore
Olga Ginesi nacque a Lugo di Romagna, in provincia di Ravenna, nel 1894. Scrittrice di libri per l’infanzia, la sua carriera si interruppe bruscamente con le leggi razziali varate nel 1938 dal regime fascista. Queste leggi impedirono la pubblicazione delle sue opere e ne segnalarono la condizione di cittadina non gradita: nel 1939, infatti, fu cancellata dall’albo dei residenti del Comune di Lugo. Olga Ginesi si trasferì probabilmente in zona Lago Maggiore per sfuggire alle persecuzioni, trovando rifugio nella villa “Il Castagneto” a Baveno, di proprietà di suo cognato Mario Luzzato, ingegnere e dirigente della Pirelli. Quest’ultimo, anch’egli vittima dell’eccidio, era legato a Olga anche dalla sorella Bice, che perse la vita in quegli stessi tragici eventi.
Un periodo di dolore e persecuzione
Il contesto in cui Olga Ginesi si trovò a vivere tra il 1943 e il 1944 fu segnato da un susseguirsi di arresti e deportazioni. L’eccidio degli ebrei del lago Maggiore rappresenta una ferita aperta nella memoria della provincia, un esempio della violenza che si scatenò subito dopo la caduta del regime di Mussolini e l’occupazione tedesca. Olga Ginesi, come gli altri 56 ebrei uccisi, portò con sé la triste eredità di un’epoca segnata da odio e intolleranza.
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Il significato dell’intitolazione della biblioteca a olga ginesi
La scelta di intitolare la biblioteca comunale a Olga Ginesi non si limita a un gesto simbolico. La decisione, guidata dalle proposte degli studenti delle scuole locali, sottolinea il ruolo della memoria nella formazione delle nuove generazioni. Coinvolgendo bambini e ragazzi, l’amministrazione di Baveno ha voluto legare il ricordo delle vittime a un luogo di cultura e apprendimento, un presidio contro l’oblio.
Emanuele Vitale, assessore alla Cultura del Comune di Baveno, ha ricordato durante la cerimonia che “la tragedia che colpì Olga Ginesi è un monito ancora attuale”. Ha evidenziato come “il male che ha investito quella donna sia un fenomeno che purtroppo si ripresenta”, indicando come esempio ciò che accade in Palestina. Il riferimento esplicito alla situazione contemporanea collega passato e presente, invitando a riflettere sulle conseguenze di odio e violenza.
Memoria attiva e coinvolgimento della comunità
Questo tipo di iniziative ha il pregio di coinvolgere direttamente la comunità, rendendo tangibile il peso della storia sul presente. La memoria attiva, che passa anche attraverso la scuola e i luoghi condivisi, mantiene vivo il racconto di vicende difficili. La biblioteca di Baveno, quindi, diventa uno spazio dove non solo si conservano libri, ma si custodisce il ricordo di chi ha subito persecuzioni e ingiustizie.
Il contesto storico dell’eccidio sul lago maggiore nell’autunno del 1943
L’eccidio degli ebrei tra settembre e ottobre 1943 sul lago Maggiore è uno degli episodi più cruenti della storia locale durante la Seconda guerra mondiale. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, l’Italia si trovò divisa: molte zone furono occupate dai tedeschi che imposero il controllo e la persecuzione degli oppositori politici e degli ebrei. Nel Verbano-Cusio-Ossola, le retate e gli arresti si susseguirono con rapidità.
Sovvertimenti e atrocità nel verbano-cusio-ossola
Gli episodi culminarono con l’uccisione di 57 ebrei, tra cui Olga Ginesi, Mario Luzzato e altri membri delle loro famiglie. Questi fatti si svolsero in un arco temporale di poche settimane, caratterizzate da sofferenza e sopraffazione. La zona del lago Maggiore subì un sanguinoso rastrellamento che trovò eco in tutta Italia per la sua brutalità.
I sopravvissuti e i testimoni hanno raccontato decenni dopo le ragioni di quella violenza e le difficili condizioni in cui la comunità ebraica fu costretta a vivere. La memoria di questi eventi è fondamentale per comprendere gli effetti diretti della guerra sul territorio e le dinamiche delle persecuzioni.
Oggi, la cittadinanza di Baveno continua a ricordare quei giorni con manifestazioni pubbliche e iniziative educative, inserendo il ricordo nel tessuto sociale. L’intitolazione della biblioteca a una delle vittime locali rappresenta un passo concreto verso la tutela di questa memoria collettiva.