Sabato 21 giugno alle 18.45, la necropoli della Banditaccia, nella zona della tomba delle Cinque Sedie a Cerveteri, ospiterà la presentazione del libro “Batulè” scritto da Erika Rigamonti. L’evento entrerà nel programma culturale ideato dall’attore e regista Agostino De Angelis insieme a Desirèe Arlotta, promotori di incontri dedicati alle arti e all’archeologia. La presentazione si svolge in collaborazione con il Gruppo Archeologico Romano , sezione di Cerveteri, Ladispoli e Tarquinia, che cura il sito. La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale supporta l’iniziativa.
Un dialogo tra mondi lontani nella necropoli di cerveteri
L’incontro vedrà la presenza della giornalista Barbara Pignataro, che guiderà il colloquio con l’autrice Erika Rigamonti. Alcuni brani saranno recitati da Agostino De Angelis insieme a Monia Marchi, Eleonora Pini, Riccardo Frontoni, Nerina Piras, Riccardo Dominici e Filippo Soracco. Ad arricchire la serata, un accompagnamento musicale dal vivo con i violinisti Giulia Indino e Alessandro Bacci. La serata si propone come un viaggio nel continente africano, in particolare nelle zone più povere, dove si svolge la storia narrata.
Tra occidente e africa: la storia di due donne
Il racconto si concentra sulle relazioni tra due donne: Elena, che arriva dall’occidente, e Jasmine, un’africana che, con determinazione, gestisce una piccola associazione umanitaria. Quest’associazione accoglie bambini abbandonati, donne isolate e ragazze fuggite dai villaggi per sfuggire ai matrimoni combinati. Le difficoltà incontrate da Jasmine e le forme di solidarietà che emerge in questo contesto spiegano il quadro sociale e umano che la scrittrice porta in scena.
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Il significato di batulè e la storia vera dietro il romanzo
Il titolo “Batulè” deriva da una parola in lingua dendi che indica “persona dalla pelle bianca”. Il racconto riflette dieci anni di esperienze vissute in Africa occidentale. La narrazione mostra l’incontro difficile di due culture spesso in conflitto: un occidente con il suo sguardo benevolo, talvolta superficiale, e un’Africa vista come un luogo in crisi perpetua.
Racconti di culture e speranze
Batulè offre una prospettiva che oltrepassa i luoghi comuni, mette a nudo le difficoltà della comunicazione tra mondi così diversi e racconta anche la bellezza che nasce da questi incontri. Venticinque racconti formano una storia che intreccia le esperienze di due donne, figlie di continenti lontani, unite dal desiderio di condividere momenti di gioia e di dolore, di fatica e speranza. L’autrice presenta questo intreccio come un tentativo di conquistare il diritto fondamentale, per ciascuna di loro e per tutte le altre, di essere libere.
Erika rigamonti e il legame con il benin nelle sue opere
Erika Rigamonti scrive romanzi e racconti brevi da anni. Dal 2009 segue da vicino i progetti umanitari dell’associazione “Ensemble pour Grandir” che opera in Benin. Svolge anche il ruolo di presidente dell’associazione di volontariato “Solidarietà Pace e Sviluppo”. Rigamonti devolve i diritti d’autore dei suoi libri a queste organizzazioni, impegnandosi nel concreto supporto alle comunità africane.
Un romanzo che nasce dall’esperienza
Batulè rappresenta il suo ultimo lavoro. È il primo che si basa su eventi reali accaduti in Africa occidentale in un arco di dieci anni, proprio nel territorio dove l’associazione di cui fa parte interviene con programmi umanitari. Il libro ripercorre quindi non solo una storia personale ma anche un impegno civile e sociale corroborato da esperienze dirette sul campo.
La valorizzazione del patrimonio locale con il progetto sulla strada degli etruschi
La presentazione del libro si inserisce nel progetto culturale “Sulla Strada degli Etruschi”, ideato da Agostino De Angelis con ArcheoTheatron. L’iniziativa è giunta alla sua quinta edizione e gode del patrocinio gratuito della Regione Lazio, della Città Metropolitana di Roma Capitale e del Comune di Cerveteri.
Arte, archeologia e comunità
Questo programma coinvolge luoghi archeologici della vallata etrusca per promuovere attività artistiche e culturali capaci di stimolare l’interesse verso il patrimonio e la storia locale. L’evento dedicato a Batulè si colloca all’interno di questa cornice che punta a far dialogare passato e presente, arte e società, storie personali e comunitarie.