Battaglia al senato sul decreto sicurezza, proteste e tensioni davanti ai banchi del governo

Battaglia al senato sul decreto sicurezza, proteste e tensioni davanti ai banchi del governo

Il 4 giugno 2025 il Senato ha vissuto tensioni durante la discussione sul decreto sicurezza, con proteste di Pd, M5s e Avs contro le sanzioni per resistenza passiva; La Russa ha sospeso la seduta.
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Il 4 giugno 2025 il Senato ha vissuto una giornata di tensione con la protesta delle opposizioni contro il decreto sicurezza, in particolare sulle sanzioni per la resistenza passiva, causando la sospensione dei lavori e un confronto acceso tra maggioranza e opposizione. - Gaeta.it

Il 4 giugno 2025 il Senato ha vissuto una giornata di forte tensione e protesta durante la discussione sul decreto sicurezza. Il provvedimento, già approvato alla Camera, è al centro di un acceso confronto politico. I senatori di Pd, M5s e Avs hanno espresso contrarietà bloccando i lavori e chiedendo un passaggio parlamentare extra, mentre il presidente del Senato Ignazio La Russa ha gestito la situazione cercando di mantenere l’ordine. Le opposizioni contestano in particolare le misure che puniscono atteggiamenti di resistenza passiva, soprattutto in casi delicati come le rivolte in carcere.

Come si è svolta la protesta dei senatori d’opposizione

Mercoledì 4 giugno, in Senato, i senatori di Pd, M5s e Avs si sono seduti davanti ai banchi del governo in segno di protesta. Hanno urlato slogan come “Vergogna vergogna”, portando anche cartelli con scritte come “Denunciateci tutti” o “Vergogna”. Questo gesto aveva l’obiettivo di mettere in evidenza il dissenso verso il decreto sicurezza, che introduce sanzioni per chi attua una resistenza passiva, ad esempio bloccando strade o durante disordini carcerari.

La protesta si è svolta in modo pacifico, ma ha bloccato la normale attività dell’aula. I senatori sono rimasti seduti a gambe incrociate nello spazio dell’emiciclo, impedendo il regolare svolgimento delle operazioni parlamentari. Questa forma di dissenso evidenzia la polarizzazione profonda sul tema sicurezza e ordine pubblico, che divide maggioranza e opposizione. Il provvedimento è infatti considerato da molti una stretta sulle forme di protesta civile, con un possibile aumento delle pene anche in casi di manifestazioni non violente.

L’atteggiamento del presidente del senato durante le tensioni in aula

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha inizialmente deciso di continuare i lavori, sottolineando che il Parlamento aveva già visto proteste di questo tipo in passato. Ha dato la parola al senatore Carlo Calenda di Azione, che insieme a Italia Viva era seduto regolarmente al proprio posto. Durante l’intervento di Calenda però, i senatori in protesta hanno alzato cori chiedendo la convocazione della conferenza dei capigruppo, interrompendo di fatto la seduta.

Sospensione della seduta e incontro con i capigruppo

A quel punto La Russa ha sospeso i lavori e convocato un incontro con i presidenti dei gruppi parlamentari per discutere come procedere. La sospensione testimonia la difficoltà di conciliare il diritto alla protesta con la necessità di mantenere l’ordine nell’aula più alta del Parlamento. La tensione è rimasta alta fino a quel momento e ha dimostrato quanto sia divisivo il testo del decreto sicurezza, soprattutto sulle parti che intervengono sulle modalità di protesta pubblica.

I passi successivi e la conferenza dei capigruppo

Dopo la sospensione della seduta, è stata convocata la conferenza dei capigruppo per valutare il percorso parlamentare del decreto. Le opposizioni hanno chiesto una discussione approfondita sulle pene previste per la resistenza passiva, segnalando anche il rischio di pesanti conseguenze per chi protesta in modo non violento, come avviene a volte nelle rivolte nelle carceri.

L’esame del decreto previsto per la giornata includeva le dichiarazioni di voto e il voto di fiducia richiesto dal governo. Il voto che si attende è cruciale per la conversione del decreto in legge, dopo il passaggio alla Camera e le tensioni in Senato. Il dibattito politico rimane acceso, e la giornata di oggi potrebbe fornire indicazioni chiare sull’esito delle trattative parlamentari.

Un tema ancora molto dibattuto in parlamento nel 2025

Lo scontro in aula e la protesta degli oppositori mostrano come il tema sicurezza continui a essere uno dei punti più dibattuti nel Parlamento nel 2025. La legislazione affronta questioni delicate tra ordine pubblico e tutela delle libertà civili, senza trovare ancora un accordo condiviso tra le forze politiche.

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