Bastano 7mila passi al giorno per ridurre significativamente il rischio di morte e malattie secondo studio australiano

Bastano 7mila passi al giorno per ridurre significativamente il rischio di morte e malattie secondo studio australiano

Uno studio dell’università di Sidney su oltre 160mila adulti mostra che camminare 7mila passi al giorno riduce il rischio di morte del 47% e protegge da malattie cardiovascolari, cancro, diabete e demenza.
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Uno studio australiano suggerisce che camminare 7mila passi al giorno, anziché 10mila, riduce significativamente il rischio di morte e malattie, offrendo un obiettivo più realistico e sostenibile per migliorare la salute. - Gaeta.it

Il numero quotidiano di passi raccomandati per mantenersi in salute potrebbe essere più basso del suggerito finora. Una ricerca pubblicata su The Lancet Public Health indica che camminare circa 7mila passi al giorno riduce quasi della metà il rischio di morte e limita l’insorgenza di numerose malattie. Lo studio, basato su decine di migliaia di partecipanti, ridefinisce il concetto di attività fisica minima necessaria per un benessere diffuso.

I risultati dello studio australiano sull’attività fisica e la salute

Lo studio condotto dall’università di Sidney ha analizzato i dati raccolti da 57 ricerche precedenti, di cui 31 incluse in meta-analisi, per un totale superiore a 160mila adulti. L’obiettivo era valutare l’associazione tra il numero di passi compiuti ogni giorno e la salute generale, con particolare attenzione a malattie cardiovascolari, cancro, diabete, demenza e altre condizioni.

I ricercatori hanno evidenziato che raggiungere circa 7mila passi al dì permette di abbattere il rischio di mortalità totale del 47%. La probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari si riduce del 25%. Anche altri disturbi gravi mostrano cali significativi: cancro , diabete di tipo 2 , demenza , depressione e cadute .

I benefici sono presenti già a livelli inferiori: 4mila passi al giorno risultano legati a un miglioramento della salute rispetto a chi si limita a 2mila passi. Per alcune patologie, come quelle cardiache, l’effetto protettivo continua a crescere oltre i 7mila passi, ma generalmente i vantaggi si stabilizzano superata questa soglia.

Un traguardo più accessibile rispetto ai 10mila passi

L’attuale obiettivo diffuso di 10mila passi sembrerebbe poco realistico soprattutto per chi conduce una vita sedentaria o ha difficoltà motorie. Gli autori dello studio suggeriscono di puntare su 7mila passi come target più sostenibile che apporta comunque miglioramenti importanti alla salute.

L’analisi sostiene che fissare questo numero potrebbe aumentare la motivazione di chi fatica a muoversi regolarmente e trasformare il contapassi in uno strumento concreto per monitorare l’attività quotidiana. Questo approccio potrebbe aiutare a includere segmenti di popolazione attualmente poco propensi a svolgere esercizio fisico regolare.

Approfondimenti sui limiti della ricerca e implicazioni future

La nuova ricerca si distingue per aver preso in considerazione un’ampia gamma di effetti sulla salute, non solo la mortalità o le malattie cardiache. C’è però cautela nel considerare alcuni risultati meno solidi, ad esempio quelli relativi a cancro e demenza, che si basano su poche indagini specifiche.

Vari studi inseriti nella revisione hanno tralasciato fattori importanti come l’età e la fragilità, elementi che possono alterare l’interpretazione delle associazioni. Ciò non impedisce che i dati raccolti possano essere utili per elaborare future linee guida più precise, sottolineando il valore di misurare i passi come parametro semplice ed efficace della salute.

La diffusione di strumenti per rilevare i passi e la valorizzazione di obiettivi realistici potrebbero contribuire a un cambiamento importante nella prevenzione di molte malattie associate a stili di vita poco attivi.

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