L’operazione di acquisizione tra banca ifis e illimity, nata dall’iniziativa di Corrado Passera, sta segnando un passaggio cruciale per il sistema bancario italiano diretto verso una nuova configurazione. Con oltre l’84% delle azioni portate in adesione, banca ifis mette le mani su un’importante fetta di illimity, entrando in una fase decisiva per la fusione e la creazione di una realtà più integrata e focalizzata sul credito alle piccole e medie imprese. L’intento è rafforzare la presenza nei servizi finanziari, capitalizzando su prodotti dedicati a privati e imprese, ma anche affrontare la gestione del credito deteriorato in modo più coordinato.
Adesioni all’offerta e il ruolo di corrado passera
L’adesione all’offerta pubblica di acquisto e scambio ideata da banca ifis ha raggiunto l’84,09% del capitale sociale di illimity, come riportato da fonti vicine all’operazione. Tra le adesioni, spicca la consegna da parte di Corrado Passera, fondatore di illimity, delle sue azioni pari al 3,973%. L’impegno del banchiere conferma una volontà di collaborazione per la nuova fase di sviluppo, malgrado le diverse valutazioni sulla congruità e i rischi prospettati dal suo consiglio d’amministrazione.
Raggiungere una quota così significativa, ben oltre la soglia minima richiesta del 60%, permette ora a banca ifis di avanzare verso il completamento dell’integrazione. Questo passo cruciale serve a consolidare un polo bancario che potrà offrire soluzioni creditizie più ampie e servizi rivolti sia a clienti privati sia a piccole e medie imprese, combinando capacità nel credito tradizionale e nella gestione dei crediti deteriorati.
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Implicazioni e complicazioni nel risiko bancario italiano
L’operazione arriva in un contesto dove il risiko bancario in Italia vede sempre più frequenti interventi da parte di autorità e tribunali. Questo rende ogni carburazione di concentrazione e fusione particolarmente complessa. Il fatto che banca ifis sia riuscita a superare la soglia del 66,7% segna una svolta: questa percentuale permette di portare avanti la fusione e estrarre le sinergie previste, anche senza raggiungere la soglia del 90% che avrebbe fatto scattare un premio aggiuntivo del 5%. Quindi l’integrazione può procedere, ma senza alcun premio extra.
Dietro questa operazione ci sono interessi chiari su come le due banche, con modelli industriali differenti, possano intersecarsi. La partita si gioca su come si potranno coniugare i punti di forza di banca ifis nel credito deteriorato con il modello di illimity votato a nuove forme di finanziamento e innovazione bancaria. Resta un nodo importante la gestione dei possibili rischi, si tratta di un processo che richiede attenzione per evitare paralisi o squilibri patrimoniali nel nuovo gruppo.
Valutazioni e perplessita del cda di illimity
Il consiglio di amministrazione di illimity ha esaminato attentamente il progetto e sotto consiglio degli advisor finanziari come Jefferies e Wepartner ha confermato che il corrispettivo dell’offerta è adeguato sul piano finanziario. Tuttavia, i membri del cda hanno sottolineato diverse criticità. Tra queste, la mancanza di informazioni complete su alcune variabili strategiche e operative.
L’incertezza riguarda anche le sinergie attese, che appaiono difficili da quantificare a priori, alla luce dei differenti modelli delle due realtà. illimity ha infatti trovato rischi in prospettiva sulla realizzazione dell’operazione e nella capacità della nuova entità di mantenere livelli soddisfacenti di patrimonializzazione, elemento cruciale soprattutto in un’industria regolata come quella bancaria.
Il futuro spetta al management di banca ifis, chiamato a sciogliere questi dubbi sul campo. Il compito sarà trasformare l’accordo in valori concreti, valorizzando i complementi dei due modelli di business e realizzando un gruppo capace di rispondere a un mercato sempre più complesso. L’esperimento, che unisce tradizione e innovazione nell’ambito del credito italiano, è già al centro dell’attenzione degli operatori finanziari.
L’andamento dell’operazione tra banca ifis e illimity segna un passo importante nella ridefinizione di alcuni segmenti del settore bancario italiano. L’operazione ha superato ampiamente le soglie minime necessarie, facendo avanzare la trattativa verso una fusione che potrà ridisegnare l’offerta creditizia per pmi e privati. Le sfide restano, ma ora si apre una fase cruciale per concretizzare i risultati attesi da questa unione.