Autorizzazioni paesaggistiche, il Senato Approva: cosa cambia

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Senato approva nuove norme sulle autorizzazioni paesaggistiche. - Gaeta.it

Sara Gatti

18 Settembre 2025

Il Senato ha dato il via libera a un disegno di legge che cambia le regole sulle autorizzazioni paesaggistiche in Italia. Il testo interviene su vari aspetti della tutela del patrimonio culturale, con l’obiettivo di semplificare le procedure per interventi di lieve entità e di affidare nuovi compiti al ministero della Cultura. La riforma punta a mettere un po’ d’ordine tra autorizzazioni ordinarie e semplificate, per rendere più chiari e uniformi i processi in tutto il Paese.

Interventi minori, meno burocrazia e più velocità

Una delle novità più importanti riguarda gli interventi di lieve entità nelle aree tutelate. Ora, per questi lavori non sarà più obbligatorio il parere della Soprintendenza. Saranno invece gli enti locali a verificare e autorizzare, a patto che si rispettino i piani paesaggistici e le prescrizioni d’uso. L’idea è di snellire la burocrazia per interventi poco invasivi, accelerando i tempi senza però rinunciare alla protezione delle zone protette.

Questa scelta è stata spinta soprattutto dalla Lega, che da tempo chiede una revisione più leggera delle autorizzazioni. Si vuole trovare un equilibrio tra la tutela del patrimonio culturale e le esigenze di cittadini, imprese e amministrazioni locali, riducendo tempi e passaggi per i lavori piccoli, ma mantenendo alta l’attenzione per quelli più impattanti.

Ministero Della Cultura, più poteri sulle infrastrutture strategiche

Un altro punto chiave riguarda il ruolo del ministero della Cultura, che avrà l’ultima parola sulle autorizzazioni per infrastrutture considerate strategiche o di interesse nazionale. Così, alcune decisioni importanti vengono centralizzate e affidate a una direzione generale dedicata, per gestire progetti particolarmente rilevanti.

Inoltre, il governo dovrà assicurare il coordinamento con la normativa generale sui procedimenti amministrativi, soprattutto per quanto riguarda il silenzio-assenso. Questo coinvolge le Soprintendenze che si occupano di archeologia, belle arti e paesaggio e la gestione dei pareri su edifici o aree vincolate. La riforma chiede anche di chiarire bene le procedure da seguire e i diversi tipi di autorizzazione, allineandoli alla legge 241/1990.

Calamità e rischio ambientale, autorizzazioni più snelle

Il disegno di legge prevede anche una corsia preferenziale per alcuni interventi legati a calamità e rischi ambientali. Si tratta di lavori per prevenire rischi idrogeologici, idraulici o sismici, per rafforzare la sicurezza del patrimonio culturale e per ripristinare infrastrutture danneggiate da eventi naturali.

Queste regole speciali vogliono garantire risposte rapide in caso di emergenze o in zone particolarmente delicate, evitando intoppi burocratici. Il ministero della Cultura dovrà poi mettere a punto delle linee guida per uniformare l’applicazione delle nuove norme su tutto il territorio, definendo in modo chiaro cosa rientra negli interventi senza autorizzazione, in quelli semplificati e in quelli ordinari.

Politica divisa sulla riforma delle autorizzazioni paesaggistiche

L’approvazione in Senato ha acceso un dibattito acceso. La sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni, ha parlato di “un passo avanti importante”, sottolineando la necessità di “tagliare la burocrazia mantenendo però alta la tutela del patrimonio”. Ha ricordato che la riforma risponde alle richieste di enti locali, imprese e cittadini, puntando a regole uniformi e tempi certi, soprattutto grazie all’uso del silenzio-assenso per evitare lungaggini e ricorsi.

Dall’opposizione, il senatore Francesco Verducci ha espresso dubbi, temendo che la deregolamentazione possa mettere a rischio il paesaggio, “bene collettivo e motore per il turismo”. Ha richiamato da tempo la necessità di contrastare interventi speculativi per difendere l’ambiente e la cultura.

Anche la senatrice Silvia Fregolent di Italia viva ha criticato la delega, giudicandola insufficiente rispetto alle necessità attuali di pianificazione territoriale. Ha evidenziato “l’urgenza di cambiare il modo di costruire, puntando a recuperare aree dismesse invece di espandersi su terreni agricoli”. Ha collegato l’edilizia incontrollata all’aumento del rischio di alluvioni, sottolineando le conseguenze di scelte urbanistiche sbagliate.

Il disegno di legge passa ora all’esame della Camera, dove potrà essere modificato prima di entrare in vigore e incidere sulla gestione e tutela del paesaggio italiano.