Negli ultimi anni le forze dell’ordine hanno registrato una crescita significativa di minorenni impegnati nella diffusione di materiale estremista e violento sul web. Dall’inizio del 2023 fino alla metà del 2025, queste attività illecite hanno coinvolto sempre più giovani, spingendo la polizia a intensificare le indagini e le azioni preventive in tutto il territorio nazionale.
Il quadro delle misure cautelari adottate contro minorenni coinvolti in attività estremiste
Dal gennaio 2023, sono stati sottoposti a misure cautelari 12 minori. Di questi, uno è stato fermato nel 2023, cinque nel corso del 2024 e sei nei primi sei mesi del 2025. Questi dati mostrano un trend crescente nel coinvolgimento diretto dei giovani in attività considerate pericolose per la sicurezza pubblica. Le misure cautelari hanno interessato soggetti accusati di promuovere e diffondere contenuti legati a ideologie estremiste e violente, con motivazioni che spaziano dal suprematismo all’antagonismo, fino a movimenti jihadisti.
Un impegno crescente delle autorità
L’aumento del numero di minori arrestati o sottoposti a restrizioni suggerisce un impegno crescente da parte delle autorità per arginare la diffusione di messaggi radicali tra le nuove generazioni. Le strategie adottate si concentrano sull’identificazione tempestiva dei soggetti a rischio e sull’intervento precoce per interrompere i canali di radicalizzazione online.
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Intensificazione delle indagini e delle perquisizioni nel biennio 2024-2025
Oltre alle misure cautelari, la polizia ha avviato più di cento approfondimenti a carico di minorenni sospettati di diffusione di contenuti estremisti. Sono state eseguite perquisizioni personali, domiciliari e informatiche, con un aumento significativo negli ultimi due anni: 9 nel 2023, 46 nel 2024 e 52 nella prima metà del 2025.
Monitoraggio e tecnologie digitali
L’aumento delle perquisizioni riflette la complessità delle reti di propaganda online e l’utilizzo da parte dei minori di strumenti digitali per diffondere materiale violento o radicale. In molti casi, le indagini si sono concentrate sull’analisi di profili social, chat e piattaforme di messaggistica, per capire le dinamiche di reclutamento e diffusione dei contenuti estremisti.
La strategia investigativa si basa su un monitoraggio continuo e su intercettazioni mirate, volte a spezzare i collegamenti tra i diversi gruppi e ad isolare i soggetti che svolgono un ruolo attivo nella propagazione di ideologie pericolose.
Operazione nazionale con 22 perquisizioni in contemporanea per giovani legati a gruppi estremisti
Nella giornata odierna, la polizia ha condotto una serie di 22 perquisizioni in varie regioni d’Italia, indirizzate a giovani con legami con ambienti estremisti di diversa natura. Le indagini hanno riguardato soggetti inseriti in contesti suprematisti, accelerazionisti, antagonisti e jihadisti.
Le perquisizioni hanno interessato abitazioni, telefoni, computer e altri dispositivi elettronici, con l’obiettivo di sequestrare materiale che possa dimostrare l’attività criminale e fornire elementi utili per nuove indagini. Queste operazioni rappresentano un punto importante nella lotta contro la radicalizzazione giovanile, un fenomeno che si sta espandendo anche grazie alla facilità di accesso a contenuti estremisti attraverso la rete.
Le autorità stanno quindi rafforzando i controlli e gli interventi sul territorio per prevenire la crescita di queste reti. Il coinvolgimento crescente dei minori impone un’attenzione particolare sulle modalità di reclutamento e sui contenuti veicolati online, oltre a un lavoro di prevenzione che possa evitare ulteriori casi di radicalizzazione precoce.