L’area del Gran Carro di Bolsena, risalente alla prima età del Ferro, sta vivendo un’importante fase di recupero e tutela, preparando il terreno per un futuro percorso subacqueo dedicato al pubblico. Il Servizio di Archeologia Subacquea della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo, in collaborazione con l’Aliquota Carabinieri Subacquei di Roma, è attualmente impegnato in operazioni fondamentali per la mappatura, documentazione e salvaguardia di uno tra i più interessanti insediamenti villanoviani d’Italia centrale.
L’importanza della tutela del sito archeologico
La recente riconoscenza dell’area monumentale cultuale accanto a quella abitativa ha reso necessario un intervento deciso per proteggere e valorizzare i resti di questo importante sito archeologico. Le operazioni in corso si tengono in un contesto di visibilità subacquea limitata e temperature dell’acqua piuttosto fredde, oscillanti tra gli 8 e i 9 gradi. Nonostante queste sfide, il lavoro di squadra tra le istituzioni ha permesso un’accelerazione nelle attività di scavo stratigrafico e documentazione.
È previsto che l’area venga mantenuta pulita dal limo, permittendo ai visitatori di osservare i resti anche a bassa profondità, accessibili tramite snorkeling o imbarcazioni con fondo trasparente. Questo approccio non solo valorizza il patrimonio culturale, ma offre anche un’esperienza immersiva e diretta a coloro che desiderano esplorare i segreti del passato.
Reperti archeologici recuperati durante i lavori
Durante le operazioni, sono emersi numerosi reperti significativi, tra cui ceramiche e oggetti in metallo. Tra i ritrovamenti più rilevanti figurano anellini, catenelle, rotelle raggiate, aghi e fibule, molti dei quali ancora in buone condizioni nonostante l’inalterabile scorrere del tempo. Questi oggetti, rinvenuti tra i resti delle abitazioni antiche, contribuiscono a ricostruire la vita quotidiana delle comunità che abitavano queste terre secoli fa.
La rimozione di materiale è stata facilitata anche dall’uso di una sorbona, un’apposita attrezzatura che ha permesso di ripulire gli strati superficiali, mentre un metal detector ha ottimizzato la individuazione dei reperti metallici nella sabbia. Tali interventi hanno non solo reso possibile il recupero di oggetti di valore storico, ma hanno anche minuziosamente evitato che questi venissero depredati attraverso azioni illecite.
La mappatura dell’area di culto e il supporto operativo
Le prossime settimane si concentreranno sulla mappatura completa dell’area di culto situata presso il tumulo monumentale conosciuto come Aiola. Questo lavoro richiederà di nuovo il contributo dei subacquei, che continueranno ad esplorare e documentare il sito. La protezione in superficie è garantita anche dalla presenza della motovedetta dei Carabinieri della Stazione di Bolsena, che assicura un monitoraggio costante e una risposta pronta a qualsiasi emergenza.
In aggiunta, è possibile seguire l’andamento delle operazioni attraverso video disponibili su YouTube, che offrono sguardi 360° sulle varie attività in atto. Queste risorse non solo informano il pubblico sull’importante lavoro di recupero, ma stimolano anche l’interesse verso la storia e la cultura della zona.
L’impegno della Soprintendenza e dell’Aliquota Carabinieri Subacquei continua a rappresentare un valido esempio di collaborazione interistituzionale, mirata alla valorizzazione e difesa del patrimonio della nostra storia comune.