La scena internazionale nelle ultime ore è stata segnata da eventi drammatici e segnali di tensione in Medio Oriente, mentre in Sud America si sono svolti i funerali di uno degli ex presidenti più noti della regione. Tra conflitti armati, tentativi di intese diplomatiche e cerimonie pubbliche, le notizie rivelano una realtà complessa tra violenza e memoria.
Attacco in cisgiordania: donna incinta uccisa e bambino salvato con parto d’urgenza
Il nord della Cisgiordania occupata ha vissuto una nuova tragedia mercoledì sera: una donna israeliana incinta è stata colpita da un attacco a colpi d’arma da fuoco vicino alla sua abitazione nell’insediamento di Bruchin. Tzeela Gez, 30 anni, stava viaggiando insieme al marito Hananel verso l’ospedale per partorire quando un uomo armato ha aperto il fuoco contro il loro veicolo. Le autorità israeliane hanno definito l’episodio un attacco terroristico.
Nonostante la gravità dell’assalto, i medici si sono mossi rapidamente eseguendo un cesareo d’urgenza. Il bambino è nato in condizioni critiche, ma stabili. La vicenda solleva interrogativi sulle tensioni nella regione e sull’impatto degli scontri sulla vita civile. Bruchin appartiene a una zona di grande conflitto, dove abitanti e militanti si confrontano, spesso con esiti tragici. Il gesto criminale ha un effetto devastante non solo per la perdita umana ma anche per la comunità che li circonda. Il marito di Tzeela, sopravvissuto al ferimento, resta al fianco del neonato in ospedale.
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Nuovi bilanci di vittime a gaza durante i raid israeliani
Sempre dall’area medio orientale arriva un aggiornamento sulla situazione nella Striscia di Gaza, dove la difesa civile palestinese ha fornito un nuovo conteggio delle vittime dopo una serie di bombardamenti israeliani. Sono 82 le persone uccise dall’inizio della giornata nei raid condotti principalmente nella parte settentrionale della striscia.
Mohammed al-Moughayir, portavoce della Protezione civile palestinese, ha confermato che molti degli attacchi hanno colpito abitazioni civili, aumentando il numero di vittime tra famiglie e bambini. La popolazione di Gaza vive sotto costante minaccia a causa di queste operazioni militari e le infrastrutture sanitarie faticano a gestire il crescente flusso di feriti gravi.
Le rivalità tra Israele e i gruppi armati palestinesi si sono intensificate negli ultimi mesi. Le autorità israeliane giustificano i raid come risposte a minacce dalla fascia costiera, ma la violenza colpisce soprattutto i civili. Gli osservatori internazionali monitorano la situazione mentre crescono le richieste di una tregua umanitaria.
Segnali di intesa diplomatica tra stati uniti e iran sul nucleare
A Doha, in Qatar, si è svolto un incontro cruciale che potrebbe segnare una svolta nelle relazioni internazionali con l’Iran. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha dichiarato che il suo governo e Teheran si stanno avvicinando a un possibile accordo sul programma nucleare iraniano.
Prima della sua dichiarazione, un funzionario iraniano aveva confermato a NBC News la disponibilità dell’Iran a negoziare sotto la condizione che vengano revocate le sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti. Si tratta di un passo significativo in una vicenda diplomatico-militare che si protrae da anni, segnando una possibile distensione tra i due paesi.
L’accordo potrebbe prevedere limiti sulle attività atomiche iraniane in cambio di un alleggerimento delle restrizioni economiche che colpiscono duramente il paese mediorientale. Tale ipotesi ha già attirato l’attenzione delle capitali mondiali, pronte a monitorare gli sviluppi di un negoziato che potrebbe modificare gli equilibri geopolitici.
Appello del presidente zelensky al papa per la mediazione sulla pace globale
In Europa, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rivolto un messaggio pubblico a sua santità papa Leone XIV tramite la piattaforma X, dove ha espresso gratitudine per le parole del pontefice riguardanti il ruolo della Santa Sede come possibile mediatore nei conflitti internazionali.
Zelensky ha sottolineato il desiderio profondo e condiviso di pace da parte di milioni di persone, auspicando che la diplomazia del Vaticano possa contribuire a ripristinare un equilibrio stabile in un mondo segnato da tensioni continue. L’appello si inserisce nel contesto del conflitto in corso tra Ucraina e Russia, dove la comunità globale cerca soluzioni pacifiche al dramma.
La posizione del papa ha attratto attenzione internazionale per il suo richiamo alla negoziazione e alla solidarietà. Zelensky punta a coinvolgere la Santa Sede nel dialogo diplomatico, offrendo una via non violenta per superare le divisioni attuali.
Montevideo omaggia pepe mujica con funerali di stato e ultime volontà
Dall’Uruguay, arriva una notizia che riflette il legame affettivo tra un popolo e il suo ex leader. A Montevideo si sono tenuti i funerali di stato per José ‘Pepe’ Mujica, figura simbolo nel paese e oltre. Il politico ha lasciato ordini precisi: dopo la cremazione, le sue ceneri saranno sepolte accanto alla sua cagnolina Manuela, scomparsa nel 2018, nel casolare dove aveva vissuto a Rincón del Cerro.
Queste ultime volontà rappresentano un atto di vicinanza alla vita semplice che Mujica aveva sempre difeso. La sua scelta di tornare a quella terra, sotto quella roccia, parla del legame profondo con le proprie radici e la natura. La cerimonia ha raccolto personalità politiche e cittadini comuni, uniti nel rispetto di una figura che ha segnato la storia recente dell’Uruguay.
Questa giornata segna la chiusura di un’epoca, ma pure l’inizio di un ricordo destinato a durare nel tempo. Le parole di Mujica sono rimaste impresse nell’animo di molti, e il luogo della sua sepoltura potrebbe diventare presto meta di visite per chi vuole onorare il suo nome.