Associazioni ambientaliste chiedono confronto urgente con Regione Lombardia su inceneritori e gestione rifiuti

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Ambientalisti sollecitano Regione Lombardia su inceneritori e rifiuti - Gaeta.it

Armando Proietti

17 Settembre 2025

In Lombardia torna al centro del dibattito pubblico la questione degli inceneritori e della gestione dei rifiuti, dopo un appello formale inviato al presidente della Regione Attilio Fontana e al Consiglio Regionale. Sette associazioni, tra cui Rete Ambiente Lombardia e Medici per l’ambiente, hanno richiesto un tavolo di confronto per affrontare criticità legate alle tecnologie di smaltimento e all’impatto ambientale che producono. Il tema sollevato coinvolge aspetti sanitari, ambientali e politici, con particolare attenzione alla diffusione degli impianti di combustione e alle loro conseguenze.

Incenerimento: tecnologia superata e ostacolo all’economia circolare

Le associazioni evidenziano come l’incenerimento rappresenti una tecnica ormai superata e non compatibile con gli obiettivi di riduzione dei rifiuti e riuso delle materie. Viene sottolineato che questo metodo contribuisce a mantenere in piedi modelli di produzione e consumo che generano sovrabbondanza di scarti senza ridurli significativamente. L’incenerimento non solo distrugge risorse potenzialmente riciclabili, ma produce anche emissioni inquinanti e rifiuti pericolosi da smaltire con ulteriori problemi ambientali.

Secondo quanto dichiarato da Rete Ambiente Lombardia, Isde e gli altri gruppi firmatari, l’uso dell’incenerimento alimenta un circolo vizioso che ostacola il rispetto dei principi dell’economia circolare, che punta invece alla riduzione, al riuso e al riciclo dei materiali. La combustione dei rifiuti, così, non risolve il problema dello spreco ma mantiene e amplifica l’impatto negativo legato a produzione e gestione dei rifiuti.

Lombardia ai vertici per numero e capacità di inceneritori in nord Italia

La Lombardia emerge come la regione italiana con il maggior numero di impianti di incenerimento e la più alta capacità di combustione per i rifiuti urbani. Attualmente sono operativi 12 impianti con 24 linee dedicate esclusivamente alla combustione dei rifiuti urbani, un numero ben superiore rispetto alle altre regioni del Nord Italia. Per esempio, in Veneto ci sono 3 impianti, in Piemonte 1 e in Emilia Romagna 8.

Oltre a questi impianti urbani, sul territorio lombardo sorge il più grande inceneritore di rifiuti speciali d’Italia. La regione ospita anche 5 cementifici che praticano la co-combustione di scarti e 11 inceneritori dedicati a rifiuti industriali. Questo insieme conferisce alla Lombardia una posizione di rilievo, ma suscita anche preoccupazioni sulle conseguenze ambientali e sanitarie legate alla gestione intensiva dei rifiuti attraverso processi di combustione.

Richieste di un tavolo di confronto per affrontare impatti ambientali e sanitari

Le sette associazioni che hanno promosso la lettera a Regione e Consiglio chiedono un confronto urgente per discutere del modello di gestione dei rifiuti lombardo. Nel documento si mette in evidenza il problema degli effetti nocivi dell’incenerimento sull’ambiente e sulla salute pubblica. Le emissioni prodotte da questi impianti, insieme ai residui di combustione pericolosi, rappresentano una fonte di rischio che va affrontata con misure precise e serie.

Le realtà coinvolte chiedono di riconsiderare la strategia regionale allineandola a pratiche che riducano drasticamente l’uso degli inceneritori e favoriscano metodi alternativi più aderenti ai principi di riduzione e riciclo. La proposta del tavolo di confronto nasce dalla necessità di ascoltare più voci e di individuare soluzioni condivise per una gestione dei rifiuti che limiti danni ambientali e sanitari, con un occhio al futuro della regione e dei cittadini.