La mostra “Ars: genio e capacità made in Marche” apre a Osaka all’interno del Padiglione Italia, durante la settimana interamente dedicata alla regione Marche. L’esposizione racconta il profondo legame tra arte, artigianato e innovazione, con un richiamo al patrimonio culturale e alla tradizione che caratterizza questa zona del centro Italia. L’iniziativa si propone di far conoscere il valore del “saper fare” marchigiano, mettendo in primo piano la sapienza manuale e l’ingegno umano attraverso una narrazione che unisce passato e contemporaneità, e un dialogo con il Giappone.
Pensare con le mani: l’idea al centro della mostra
Il fulcro della mostra si riassume nel concetto di “pensare con le mani”, una visione che vede l’uomo come protagonista di un atto creativo radicato nella manualità e nell’esperienza. Questo approccio sottolinea la connessione tra capacità tecniche, saperi tradizionali e visione artistica, definendo un patrimonio unico di competenze da portare avanti. Andrea Maria Antonini, assessore allo sviluppo economico della regione Marche, ha spiegato che questa è una regione che si esprime anche attraverso oggetti e manufatti di alta qualità e design originale. Gli oggetti raccontano storie precise di radici e cultura popolare, valorizzando la creatività che emerge dal lavoro artigiano.
Un patrimonio tecnico e artistico riconosciuto
Il progetto si rifà a un patrimonio che è allo stesso tempo tecnico e artistico, riconosciuto a livello internazionale come esempio di artigianato di eccellenza. La mostra si propone di valorizzare questo modello di “fare italiano” mostrando come le Marche siano una delle realtà più attive nel mantenere viva quest’espressione culturale. Nel contesto attuale, dove il digitale spinge spesso verso l’astrazione, “pensare con le mani” torna a essere un invito a recuperare l’importanza della manualità come strumento di comunicazione e di vita.
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Il termine ars e il suo significato storico e contemporaneo
La parola “ars” ha radici antiche. Nel Rinascimento indicava non solo l’arte intesa come creazione estetica, ma soprattutto la tecnica, la maestria e la capacità pratica di realizzare un’opera. Nella mostra, il termine viene adottato per raccontare una storia che parte da quel significato originale e arriva fino alla percezione moderna dell’arte come valore culturale e simbolico. Nel Settecento, l’ars si evolveva fino a diventare il cuore dell’estetica filosofica, con una definizione che supera la sola dimensione materiale.
Saggezza artigiana e dialogo culturale
Nel contesto delle Marche, ars torna a riassumere il senso di agire umano che si proietta nel futuro. Qui si trattano abilità, mestiere, saggezza e cura, elementi che formano il carattere unico dell’artigianato locale. La mostra mette in luce questa relazione usando il parallelismo con la figura dello shokunin giapponese, l’artigiano dedito al costante miglioramento delle proprie opere. Andrea Raos, direttore dell’Istituto italiano di cultura a Osaka, ha evidenziato come la tradizione e l’innovazione si incontrino in un equilibrio necessario: senza tradizione l’innovazione perde significato, senza innovazione la tradizione muore.
Il percorso della mostra evidenzia questa simbiosi tra saperi antichi e nuovi linguaggi, un dialogo tra due culture lontane ma vicine nel rispetto per l’artigianato e la capacità umana di trasformare la materia in oggetto d’arte.
Le opere e lo spazio espositivo al padiglione italia
Le opere sono disposte all’interno di spazi modulari chiamati byobu, ispirati alle case tradizionali giapponesi, che favoriscono un dialogo aperto tra diversi manufatti. Al centro si trova “Controluce”, un’opera realizzata con carta di Fabriano, famosa per la sua filigrana. Questo pezzo vuole catturare lo sguardo del visitatore e simboleggia il legame tra Marche e Giappone, puntando sulla valorizzazione dell’artigianato come forma d’arte.
Le quattro sezioni tematiche
Il percorso espositivo si articola in quattro sezioni tematiche disposte nelle nicchie del portico d’ingresso:
Il nodo e l’intreccio: mette a confronto un abito di merletto di Offida e un cappello di paglia di Montappone, elementi che richiamano la tradizione femminile contadina. Qui si vede come la manualità tramandata nel tempo abbia un valore culturale ed estetico.
Artigianato e innovazione: presenta oggetti come la poltrona “Vanity Fair” e i mocassini “Gommino”, esempi di design che nascono dallo studio delle forme classiche intervallate a nuovi materiali e tecniche di lavorazione. Questi pezzi raccontano la sfida di coniugare la storia del territorio con esigenze di consumo attuali e globali.
Connettere le vite: esposti una sedia “Ghost”, kimono e quattro arazzi. Questi manufatti rappresentano un incontro estetico tra Italia e Giappone, dove sperimentazione e differenze culturali diventano parte integrante della stessa narrazione artistica.
Futuro e design: contiene la tuta spaziale “Suite 1”, indossata durante la missione Virtute 1. Questo pezzo esemplifica la fusione tra alta sartoria e tecnologia, un esempio di come il mestiere artigiano possa estendersi anche a ambiti innovativi fuori dal classico artigianato.
Le scelte espositive cercano di coinvolgere il pubblico attraverso un racconto coerente e accessibile, evidenziando ogni fase della lavorazione e ogni particolare simbolico, restituendo così una mappa multiculturale e multisensoriale del “saper fare” marchigiano.
Il valore culturale e la trasmissione alle nuove generazioni
La mostra svolge anche una funzione culturale importante. Reinterpreta il concetto di artigianato italiano come un patrimonio da conservare e tramandare. I maestri con esperienza, protagonisti delle creazioni esposte, fungono da modelli per trasmettere tecniche e valori ai giovani che desiderano entrare in questi mestieri. Non si tratta solo di produrre oggetti, ma di definire un legame con una storia radicata e una cultura viva.
L’iniziativa diventa quindi un ponte non solo tra Italia e Giappone, ma tra le generazioni, un modo per ricordare che le competenze manuali riescono a sopravvivere se continuano a essere valorizzate e praticate. Il dialogo con la cultura giapponese, dove il rispetto per l’artigianato è molto forte, rafforza questa prospettiva.
La vicinanza tra tradizione e innovazione si concretizza così in un modello di sviluppo culturale ed economico per le Marche, ma suggerisce anche riflessioni più ampie sul ruolo dell’artigianato nella società contemporanea. I manufatti in mostra diventano testimonianze tangibili di come la cultura materiale possa dialogare con i cambiamenti senza perdere la propria identità.
La sensibilità espressa da Ars infatti pone al centro l’uomo che crea, riflette, realizza, mantenendo viva una memoria che attraversa il tempo e supera i confini geografici.