Arresto e custodia cautelare chiesti per il poliziotto 26enne coinvolto nella morte di un pedone a Milano

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Poliziotto 26enne sotto accusa per incidente mortale a Milano - Gaeta.it

Elisabetta Cina

8 Settembre 2025

Un tragico incidente stradale a Milano ha portato alla richiesta di convalida dell’arresto e di custodia cautelare in carcere per un giovane agente di polizia, coinvolto nella morte di un uomo di 25 anni. Il fatto è avvenuto nella prima mattinata di sabato, fuori servizio e nelle vicinanze di via Porpora. L’indagine punta a ricostruire con precisione le cause dell’impatto. Le autorità hanno anche approfondito aspetti legati al comportamento del conducente, compresa la possibile guida sotto l’influenza dell’alcol e l’uso del cellulare al momento dello scontro.

Il caso del giovane poliziotto coinvolto nell’incidente mortale di Via Porpora

Alle prime ore di sabato scorso, intorno alle 6 del mattino, un agente di polizia di 26 anni, fuori servizio, ha investito con la sua auto un giovane di 25 anni, Matteo Barone. L’incidente si è verificato all’incrocio tra via Porpora e via Adelchi mentre la vittima attraversava regolarmente sulle strisce pedonali. Il conducente ha colpito il pedone senza frenare, mentre la vettura viaggiava a velocità superiore al limite imposto di 50 km/h, secondo la testimonianza raccolta sul posto.

Le autorità hanno arrestato il poliziotto e la procura di Milano ha formulato un’accusa di omicidio stradale. L’uomo è stato portato nel carcere di Bollate, sotto ordinanza della magistratura. La dinamica dell’incidente e le conseguenze hanno fatto emergere elementi gravi, tra cui il fatto che la vittima non ha avuto alcuna possibilità di reazione.

Le indagini sugli elementi a carico del giovane agente e i motivi della custodia cautelare

La procura milanese ha avanzato la richiesta di custodia cautelare in carcere per via del rischio che il 26enne possa ripetere comportamenti simili. Durante i controlli successivi all’incidente, è risultato positivo all’alcoltest. Questo dato ha avuto un peso rilevante ai fini della richiesta di custodia, abbinato al fatto che da almeno due anni il giovane era sottoposto a sorveglianza sanitaria amministrativa per una precedente intossicazione da alcol.

Un altro punto che ha rafforzato la posizione della procura riguarda il comportamento del poliziotto dopo l’incidente. Inizialmente, era stato trasportato in ospedale per accertamenti, ma ha deciso spontaneamente di allontanarsi quando ha appreso di dover sottoporsi a nuovi esami di verifica del tasso alcolemico. Successivamente le forze dell’ordine lo hanno rintracciato in via Porpora, poco prima di sottoporlo al test del sangue intorno alle 9 del mattino.

Il ruolo delle verifiche tecniche tra cellulare e velocità nell’incidente di Via Porpora

Il fascicolo aperto dalla procura include anche indagini più tecniche. Le autorità hanno sequestrato il telefono cellulare del 26enne per capire se fosse impegnato a usare lo smartphone nel momento dell’impatto. L’ipotesi è importante per stabilire eventuali distrazioni durante la guida che hanno impedito al conducente di frenare in tempo.

Il racconto dei testimoni ha fatto emergere che l’auto viaggiava a una velocità superiore al limite consentito di 50 km/h in quel tratto. La velocità elevata, sommata alla possibile distrazione, compongono il quadro delle cause principali che hanno portato all’investimento fatale del giovane pedone. Gli accertamenti sul cellulare e sulla dinamica stradale sono tuttora in corso per chiarire ogni dettaglio.

Il procedimento davanti al gip su custodia e convalida dell’arresto

Il procedimento giudiziario ha avuto un ulteriore passaggio stamattina, con l’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari di Milano, Roberto Crepaldi. Sarà proprio il gip a decidere se convalidare l’arresto e disporre la misura cautelare in carcere per il poliziotto. L’esito di questo provvedimento determinerà la prosecuzione dell’iter giudiziario e gli eventuali sviluppi nei confronti del ragazzo coinvolto.

Il nome del pubblico ministero che ha chiesto la custodia è Maurizio Ascione, che segue il caso con l’obiettivo di accertare la verità e offrire elementi certi per il processo. Il contesto, i testimoni, le prove raccolte compongono un quadro complesso che il giudice dovrà valutare con attenzione. L’incidente continua a influenzare la cronaca milanese e apre nuovi spazi di dibattito sulle responsabilità alla guida.