Arresti domiciliari per il sindaco di Santa Marina e un imprenditore napoletano accusati di corruzione

Arresti domiciliari per il sindaco di Santa Marina e un imprenditore napoletano accusati di corruzione

La procura di Lagonegro e la Guardia di Finanza di Salerno arrestano il sindaco di Santa Marina Giovanni Fortunato e un imprenditore napoletano per corruzione legata a permessi edilizi irregolari nel salernitano.
Arresti Domiciliari Per Il Sin Arresti Domiciliari Per Il Sin
Il sindaco di Santa Marina e un imprenditore napoletano sono stati arrestati per corruzione legata al rilascio illecito di permessi edilizi, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Lagonegro. - Gaeta.it

Un’indagine della procura di Lagonegro ha portato agli arresti domiciliari il sindaco di Santa Marina, in provincia di Salerno, e un imprenditore di Napoli. I due sarebbero coinvolti in un presunto giro di corruzione legato al rilascio di permessi edilizi. Le investigazioni hanno fatto luce su un sistema in cui le funzioni pubbliche sarebbero state sfruttate per favorire interessi privati.

Il provvedimento e gli imputati coinvolti

Questa mattina i militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Salerno, insieme alla sezione di polizia giudiziaria della procura di Lagonegro, hanno eseguito il provvedimento di arresti domiciliari nei confronti di Giovanni Fortunato, sindaco di Santa Marina, e di un imprenditore napoletano. L’accusa principale riguarda corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.

Giovanni Fortunato, esponente del centrodestra e già facente parte di Fratelli d’Italia, aveva cambiato schieramento politico nel 2024, aderendo a Forza Italia. Nella nuova formazione ricopriva il ruolo di responsabile del dipartimento politiche energetiche e green deal, e il suo nome era in lizza per una candidatura alle prossime elezioni regionali in Campania. L’imprenditore coinvolto opera nel settore immobiliare a Napoli.

Il meccanismo dell’illegalità e la tangente ricevuta

Le indagini, coordinate dalla procura di Lagonegro e condotte dalla Guardia di Finanza di Salerno e di Vallo della Lucania, hanno ricostruito un quadro in cui Fortunato avrebbe intascato una mazzetta di 100mila euro. Questa somma sarebbe stata corrisposta da due imprenditori napoletani attraverso un tecnico incaricato di progettare gli edifici, in cambio del rilascio di un permesso a costruire senza il necessario piano di lottizzazione.

L’atto con cui il sindaco avrebbe favorito gli interessi privati si configura come una violazione dei doveri d’ufficio. Secondo gli investigatori, Fortunato avrebbe orientato le decisioni degli uffici comunali, favorendo specifici imprenditori e suggerendo loro professionisti di fiducia per facilitare pratiche illecite nei lavori edilizi.

Le prove raccolte e le perquisizioni

Dal luglio 2023, l’inchiesta si è sviluppata tra intercettazioni telefoniche e ambientali, analisi di dispositivi elettronici e dichiarazioni di testimoni. Nei mesi scorsi, durante alcune perquisizioni domiciliari sono stati sequestrati oltre 160 mila euro in contanti, somma ritenuta collegata alle attività illecite.

Gli inquirenti hanno rilevato un presunto sistema consolidato, dove la gestione della cosa pubblica veniva piegata agli interessi di professionisti e imprenditori locali, con un coordinamento che coinvolgeva più soggetti attivi nel territorio comunale. Al momento, l’indagine prosegue per accertare eventuali ulteriori responsabilità e per definire con precisione la rete dei coinvolti.

La situazione politica di giovanni fortunato e il contesto locale

Fortunato ha iniziato la sua carriera politica con Fratelli d’Italia prima di distaccarsene nel 2024. Il passaggio a Forza Italia gli ha fruttato l’incarico nel dipartimento politiche energetiche e green deal, un ruolo di rilievo nell’ambito delle strategie regionali. Le prospettive di una candidatura per le Regionali campane avevano consolidato la sua posizione sul territorio.

La città di Santa Marina, comune costiero del salernitano, è al centro ora di una vicenda giudiziaria che scuote la politica locale. Le accuse mosse agli indagati riguardano un sistema che avrebbe minato la trasparenza negli appalti e nell’edilizia, temi molto sentiti nell’area per le crescenti richieste di sviluppo e tutela del territorio.

L’attenzione degli organi investigativi rimane alta su questa vicenda. I prossimi sviluppi potrebbero far partire nuovi accertamenti e verifiche su altri progetti e soggetti coinvolti tra politica e affari locali.

Change privacy settings
×