Arresti domiciliari a Roma per medico argentino accusato di truffa e abuso della professione su cure per l’autismo

Arresti domiciliari a Roma per medico argentino accusato di truffa e abuso della professione su cure per l’autismo

Un medico argentino arrestato a Roma per esercizio abusivo e truffa, prometteva terapie sperimentali per l’autismo con cellule staminali non autorizzate, coinvolgendo famiglie vulnerabili e usando farmaci scaduti.
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Un medico argentino è stato arrestato a Roma per esercizio abusivo della professione e truffa, dopo aver offerto terapie sperimentali non autorizzate per l’autismo, ingannando famiglie vulnerabili con trattamenti inefficaci e pericolosi. - Gaeta.it

Un 63enne di origine argentina è finito agli arresti domiciliari a Roma dopo un’indagine sulla sua presunta attività medica illegale. L’uomo prometteva terapie sperimentali per l’autismo, sostenendo di aver curato personalità di spicco della chiesa, come papa Wojtyla e numerosi cardinali. Le accuse riguardano esercizio abusivo della professione medica e truffa aggravata, relative a cure mai autorizzate e potenzialmente pericolose. La vicenda ha coinvolto famiglie con figli affetti da disturbi neuropsichiatrici che avevano accettato di pagare somme elevate per trattamenti inefficaci.

Dettagli dell’arresto e svolgimento delle indagini a roma

L’arresto del medico argentino è avvenuto a Roma dopo un’attività investigativa condotta principalmente dalla polizia postale, che ha preso in esame la sua presenza online e le sue attività cliniche. L’uomo aveva attirato famiglie promettendo cure innovative basate su cellule staminali, una strada ancora in fase di studio da parte della ricerca ufficiale e non riconosciuta in ambito terapeutico. La somma chiesta a una coppia per il trattamento del figlio, circa 30mila euro, ha acceso una serie di sospetti.

Gli agenti hanno sequestrato diversi farmaci scaduti, dimostrazione di una scarsa attenzione alla sicurezza dei pazienti, oltre a oscurare i suoi siti internet che promuovevano le cosiddette “terapie rivoluzionarie”. La polizia ha recuperato inoltre 400 schede cliniche, molte delle quali riguardanti minori, indice della vastità dei presunti pazienti coinvolti. Questi documenti sono stati passati al setaccio per comprendere la natura delle diagnosi e dei trattamenti proposti.

Il profilo del medico e le sue presunte credenziali

L’uomo, usando un passato forse legato a mansioni mediche, vantava esperienze illimitate, tra cui il ruolo di medico personale di papa Wojtyla e di una cinquantina di cardinali. Questa affermazione non è stata confermata da fonti ufficiali ed è al centro delle contestazioni penali. Dietro questa narrazione si celava un’attività di tipo ambulatoriale senza alcun riconoscimento, svolta senza titoli validi in Italia.

Le sue affermazioni hanno avuto l’effetto di convincere famiglie in condizioni di estrema difficoltà, alla ricerca di cure per i loro figli affetti da autismo o altri disturbi neuropsichiatrici. L’uomo sfruttava la vulnerabilità emotiva di queste persone, proponendo trattamenti che non avevano basi scientifiche e che potevano mettere a rischio la salute.

Natura delle terapie proposte e rischi per i pazienti

Il trattamento offerto si basava su una falsa terapia a base di cellule staminali. Nel campo medico, le cellule staminali rappresentano uno dei campi di ricerca più complessi e regolamentati, con protocolli rigorosi per l’uso terapeutico che l’uomo non rispettava. Le cure promesse si sono rivelate inefficaci e potenzialmente dannose, soprattutto trattandosi di minori.

L’uso di farmaci scaduti, sequestrati durante le indagini, testimonia la mancanza di standard clinici. Oltre alla mancanza di titoli medici validi, l’uso di medicinali non sicuri esponeva i pazienti a gravi rischi. Questo tipo di operazioni illegali mina la fiducia nel sistema sanitario e complica le speranze di chi cerca risposte in caso di malattie complesse come l’autismo.

Impatto sulle famiglie e attenzione delle autorità

Le famiglie coinvolte nella vicenda hanno subito una doppia battuta d’arresto: oltre a dover affrontare la malattia dei loro figli, sono cadute in una trappola economica e sanitaria. Il pagamento di somme ingenti per cure fasulle ha provocato conseguenze anche a livello psicologico.

La polizia postale ha svolto un ruolo fondamentale nel bloccare l’attività illecita, intervenendo sulle piattaforme digitali che diffondevano false informazioni e negoziavano trattamenti. Le autorità continuano a monitorare casi simili per evitare che persone senza competenze mediche approfittino della disperazione di chi cerca un trattamento.

Gli sviluppi di questa indagine rappresentano un monito sulle insidie nascoste nella ricerca di cure non ufficiali e sull’importanza di rivolgersi a professionisti riconosciuti e certificati.

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