Un caso di presunte violenze e molestie sessuali ha scosso l’ospedale di Piacenza dove, nei giorni scorsi, il primario di radiologia, Emanuele Micheletti, è stato arrestato con l’accusa di violenza su colleghe. Una dipendente del reparto ha parlato apertamente con il quotidiano Libertà, descrivendo un ambiente lavorativo dominato da dinamiche di potere e intimidazione.
Il racconto della dipendente vittima delle molestie
La donna, che ha chiesto di restare anonima, ha spiegato di aver subito molestie ripetute da parte del primario. Racconta di un uomo che si sentiva “intoccabile”, forte del suo ruolo di figura carismatica all’interno dell’ospedale. Micheletti, secondo la testimonianza, si comportava come un “padre-padrone” e creava intorno a sé un clima di fedeltà cieca, con alcune colleghe che agivano come un vero e proprio “harem”. Lo studio del primario era praticamente inaccessibile: per entrare bisognava suonare e aspettare di essere chiamati col citofono. Spesso si trovava chiuso a chiave.
La dipendente ha raccontato di aver ricevuto avances pesanti, che ha sempre respinto con fermezza. Pur mostrando disgusto per quelle attenzioni, non ha esitato a far capire a Micheletti il proprio dissenso. Questo episodio fa emergere la pressione costante che molte lavoratrici affrontavano nel reparto.
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Il clima di omertà e il silenzio collettivo nel reparto
Gli inquirenti hanno evidenziato come nel reparto di radiologia si fosse sviluppato un clima di omertà. Lo stesso racconta la donna ai giornalisti: “tutti sapevano, ma nessuno faceva niente”. Le condotte inappropriate venivano minimizzate come scherzi o goliardia. Il potere del primario orientava le dinamiche interne, inducendo molte colleghe a sottostare alle sue volontà per timore di ritorsioni o per comodità.
Questa diffusa rassegnazione ha impedito per anni di mettere in discussione il comportamento di Micheletti. La testimonianza dimostra quanto la cultura del silenzio possa consolidare situazioni di abuso, rallentando la possibilità di interventi efficaci o di meccanismi di tutela sul luogo di lavoro.
Le indagini e le conseguenze legali dell’arresto
L’arresto di Emanuele Micheletti segue una serie di accertamenti condotti dagli inquirenti su denuncia di alcune colleghe. Le accuse di violenza sessuale implicano gravi reati che coinvolgono non solo la figura del primario, ma anche la gestione dell’ambiente lavorativo in un ospedale pubblico.
Le autorità stanno approfondendo le modalità con cui Micheletti avrebbe esercitato il proprio potere per compiere atti illeciti ai danni delle dipendenti. Le indagini proseguono, mirando a ricostruire la dinamica precisa degli episodi segnalati. L’arresto ha aprire un dibattito sul controllo e la prevenzione delle molestie sul lavoro, in particolare in contesti chiusi come quelli sanitari.
Le vittime, con la loro denuncia, hanno dato avvio a un processo che potrebbe portare a cambiamenti significativi nella gestione di responsabilità e rapporti professionali all’interno dell’ospedale di Piacenza. Lo caso conferma la necessità di misure più efficaci per proteggere i lavoratori da abusi e intimidazioni.