Un nuovo episodio di cronaca nera scuote Napoli, dove Antonio Mazzanti, 59 anni, noto ras della zona delle Chianche, è stato arrestato dopo un tentativo di fuga da una pattuglia in borghese. L’operazione di polizia ha avuto luogo nelle vie Simonelli, del Formale e Speranzella, in direzione di piazza Carità. Mazzanti ha cercato di eludere il controllo su uno scooter elettrico, ma la sua fuga è durata poco: dopo pochi metri, gli agenti sono riusciti a raggiungerlo e a fermarlo.
L’arresto e il ritrovamento della droga
L’arresto di Mazzanti è avvenuto in un contesto di intenso traffico e movimenti sospetti. Gli agenti, attenti al comportamento dell’uomo, hanno immediatamente intuito che stesse cercando di scappare per un motivo specifico. Infatti, una volta bloccato, è emerso che Mazzanti aveva 12 dosi di cocaina in suo possesso, pronte per essere vendute nella vivace movida di piazza Carità. Oltre alla sostanza stupefacente, gli agenti hanno rinvenuto anche 50 euro in contante, cifra che potrebbe rappresentare il provento della sua attività illecita.
Dopo l’arresto, per Mazzanti si sono aperte le porte del carcere, dove è stato portato dopo le formalità di rito. Il rinvenimento della droga e il tentativo di fuga evidenziano il coinvolgimento del 59enne in un ambiente di criminalità organizzata che continua a influenzare la vita delle strade napoletane.
Il passato di Mazzanti e i legami mafiosi
Antonio Mazzanti non è un nome nuovo per le cronache di Napoli. La sua figura è da tempo associata a tematiche di criminalità e alle sue famiglie d’origine. Mazzanti, infatti, è legato a doppio filo alle storiche famiglie mafiose dei Terracciano e dei Ricci, operanti nei Quartieri Spagnoli. Queste alleanze mafiose hanno radici profonde nella storia criminale della città e sono state protagoniste di conflitti che hanno segnato la vita di molti residenti.
Non solo la sua carriera nel crimine ha attirato l’attenzione, ma anche la sua vita personale. Antonio Mazzanti è padre di Mario Mazzanti, il 28enne ucciso nel 2015 in un agguato che ha visto coinvolti i gruppi rivali delle Chianche e dei Verrano. L’omicidio del giovane ha rappresentato un episodio che ha ulteriormente polarizzato i conflitti tra queste famiglie, mantenendo vivo un clima di tensione e vendetta tra le bande.
La recente assoluzione dall’accusa di estorsione
Mazzanti ha vissuto un periodo di attesa e tensione legato ai processi. A maggio di quest’anno, infatti, è stato assolto da gravi accuse, in particolare quella di estorsione, insieme al boss Eduardo Saltalamacchia, per reati commessi ai danni di commercianti e imprenditori della zona. Questa assoluzione ha sollevato qualche scambio di commenti tra esperti di criminalità organizzata e addetti ai lavori, poiché nonostante le accuse legate alla sua figura, Mazzanti è tornato a far parlare di sé in modo preoccupante.
Il suo arresto attuale, quindi, si colloca in un contesto di debolezza delle attese di cambiamento nella vita criminale e sociale delle comunità coinvolte. La lotta contro il traffico di droga e la presenza di figure consolidate nel crimine organizzato continuano a essere una sfida significativa per le forze dell’ordine e per i cittadini onesti che vivono a Napoli.