L’ex ministro dei Trasporti russo, roman starovoit è stato trovato morto con una ferita d’arma da fuoco nella sua auto nei sobborghi di Mosca. Il caso si inserisce in un clima di tensione crescente, in particolare dopo l’avvio di un’inchiesta per frode sugli appalti legati alla costruzione di fortificazioni militari nella regione di Kursk, area al confine con l’Ucraina coinvolta nel conflitto in corso. Le autorità russe indicano il suicidio come causa più probabile del decesso, mentre continuano le indagini per fare chiarezza.
Il ruolo di roman starovoit prima e durante il mandato ministeriale
Prima di essere chiamato a guidare il ministero dei Trasporti, roman starovoit aveva diretto la regione di kursk per quasi sei anni. Kursk è una zona strategica, confinante con l’ucraina e coinvolta in prima linea nelle operazioni militari dopo l’invasione russa del 2022. La gestione di questa regione ha rappresentato un banco di prova per starovoit, che ha dovuto affrontare pressioni militari, economiche e sociali legate al conflitto in corso.
Nominato ministro nel maggio 2024, starovoit non aveva ancora completato il primo anno alla guida del dicastero, quando è stato rimosso lo scorso febbraio. Le ragioni ufficiali dietro il cambio non sono state completamente chiarite, ma si intrecciano con un’indagine per frode emersa negli ultimi mesi. La vicenda ha evidenziato le difficoltà incontrate dal governo russo nel mantenere il controllo sulle risorse destinate al sostegno militare e alle infrastrutture nelle aree di confine.
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Il ritrovamento del corpo di roman starovoit e la dinamica dell’evento
Il corpo di roman starovoit, 51 anni, è stato scoperto all’interno della sua automobile parcheggiata vicino all’abitazione di odintsovo, sobborgo a ovest di mosca. Fonti ufficiali segnalano una ferita d’arma da fuoco, con un’arma da fuoco ritrovata accanto al cadavere. La conferma della morte e delle circostanze è arrivata dal Comitato investigativo della Federazione Russa, che ha aperto un fascicolo sulla vicenda sin dalle prime ore del mattino.
Roman starovoit era stato rimosso dal ruolo di ministro dei Trasporti nella stessa giornata, una decisione presa da Vladimir Putin dopo meno di un anno dalla sua nomina avvenuta nel maggio 2024. L’ex ministro si trovava dunque in una fase delicata della sua carriera politica, con crescenti pressioni legate anche a vicende giudiziarie. “Questo episodio ha scosso l’ambiente politico e militare, generando molte domande sia in russia che all’estero,” spiegano alcune fonti giornalistiche.
L’inchiesta per frode sugli appalti nelle fortificazioni di kursk
Negli ultimi mesi il nome di starovoit è emerso in un’indagine giudiziaria sui presunti illeciti negli appalti pubblici riguardanti la costruzione di fortificazioni difensive nella regione di kursk. Diversi imputati coinvolti nella vicenda hanno rilasciato dichiarazioni che accusano starovoit di importanti irregolarità, secondo quanto riportato da testate locali come kommersant e dai canali informativi russi.
Tra gli accusatori figura alexei smirnov, ex vicegovernatore di kursk e successore di starovoit alla guida della regione. Smirnov si trova in custodia cautelare con l’accusa di appropriazione indebita di fondi pubblici che ammonterebbero a oltre un miliardo di rubli, circa 10 milioni di euro. Questa inchiesta sta sollevando dubbi sul modo in cui vengono gestiti i finanziamenti destinati alle infrastrutture militari e mette in luce possibili meccanismi di corruzione legati alle guerre di confine.
Le implicazioni politiche e sociali della morte di starovoit
La scomparsa di roman starovoit arriva in un momento di forte pressione per il governo russo, sia sul piano interno che in relazione all’evoluzione del conflitto con l’ucraina. Il caso dell’ex ministro fa emergere le tensioni legate alla gestione delle risorse nei territori di confine e alle responsabilità degli esponenti politici coinvolti.
Le autorità mantengono la pista del suicidio legato a motivazioni personali e giudiziarie, ma non escludono ulteriori sviluppi investigativi. Nel frattempo, questa vicenda apre un dibattito sulla trasparenza nella gestione degli appalti militari e sulla stabilità dell’apparato amministrativo nell’area russa al centro delle operazioni belliche. Il quadro resta complesso e le indagini proseguono per chiarire ogni aspetto di questa drammatica storia.