Un cittadino iracheno ricercato per violenza sessuale e rapina ai danni di una donna italiana è stato fermato dopo anni di latitanza. I fatti risalgono a luglio 2019, quando è avvenuta l’aggressione nel territorio di Terracina. In seguito a accurate indagini, l’uomo era già stato individuato e fermato, ma poi era sparito prima della sentenza definitiva. Dopo un lungo inseguimento internazionale, è stato scoperto in Svezia e rimpatriato in Italia per espiare la pena.
La condanna e la fuga dall’italia prima della sentenza
Il procedimento giudiziario nei confronti del cittadino iracheno ha seguito il suo corso fino al marzo 2021. In quell’occasione, la corte d’appello di Roma ha emesso una sentenza definitiva, condannandolo a tre anni e sei mesi di reclusione. La sentenza riconosceva la sua responsabilità nei fatti di violenza e rapina commessi a Terracina. Tuttavia, poco prima dell’emissione formale della sentenza, il condannato è riuscito a far perdere le proprie tracce sul territorio nazionale.
La sua scomparsa ha allertato le autorità italiane e portato all’attivazione di una ricerca capillare oltre i confini del paese. Sono stati coinvolti gli uffici di cooperazione internazionale tramite i canali europei, estendendo le ricerche all’interno dello spazio Schengen. L’obiettivo era rintracciare l’uomo prima possibile, per evitare che riuscisse a evitare l’espiazione della pena a cui era stato condannato.
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L’episodio di violenza e le indagini iniziali a terracina
Nel luglio 2019, una donna italiana è stata vittima di una violenza sessuale accompagnata da rapina nel comune di Terracina. Subito dopo l’aggressione, il commissariato locale ha avviato una veloce attività investigativa. Gli agenti hanno ricostruito la dinamica e hanno individuato il presunto responsabile, un cittadino iracheno. A seguito di queste operazioni, l’uomo è stato fermato con l’accusa di concorso in violenza sessuale e rapina. Le prove raccolte durante le indagini hanno permesso alla procura di sostenere che lui fosse il reale autore dei crimini denunciati.
L’intervento tempestivo della polizia di Terracina ha rappresentato un passaggio fondamentale per far avanzare la causa giudiziaria. L’indagato, in quel frangente, è stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto e successivamente è rimasto sotto processo per questi reati. Questo fermo è stato confermato come un atto necessario per proteggere la vittima e impedire ulteriori danni alla collettività.
La cattura in svezia e la procedura di estradizione
Le ricerche effettuate con le autorità di diversi stati europei hanno dato esito positivo nel giugno 2023. L’uomo è stato individuato in Svezia, dove evidentemente aveva cercato di nascondersi. Le autorità svedesi hanno riconosciuto la validità del mandato di arresto europeo emesso dall’Italia e sono scattate le procedure per la cattura e la detenzione in vista dell’estradizione.
Lo svolgimento del procedimento penale in Svezia ha permesso di completare le formalità necessarie per rimandare il fuggitivo nel paese d’origine dei fatti contestati. La collaborazione tra gli organi giudiziari italiani e svedesi ha giocato un ruolo decisivo nella gestione dei tempi e dei passaggi legali, garantendo il rispetto delle norme europee in materia di giustizia penale.
Il rimpatrio e l’ingresso nel carcere di viterbo
Martedì 27 maggio 2025, l’uomo è tornato in Italia accompagnato dal personale del servizio di cooperazione internazionale. L’aereo che lo ha portato all’aeroporto di Roma Fiumicino è stato il punto di arrivo di un lungo percorso che ha visto coinvolte forze dell’ordine di più stati. All’atterraggio, il cittadino iracheno è stato subito sottoposto all’esecuzione dell’ordinanza di carcerazione.
Le autorità italiane lo hanno trasferito direttamente alla casa circondariale di Viterbo, dove inizierà a scontare la pena stabilita dalla corte d’appello di Roma. Il ritorno in Italia rappresenta la fine della latitanza e l’avvio di una fase di rispetto delle disposizioni penali. Il caso rientra in un quadro più ampio di cooperazione giudiziaria europea, che permette di fronteggiare efficacemente situazioni di criminalità transnazionale.