arrestato a Ischia imprenditore accusato di estorsione e concorrenza illecita con presunti legami con il clan Moccia

arrestato a Ischia imprenditore accusato di estorsione e concorrenza illecita con presunti legami con il clan Moccia

A Ischia l’imprenditore Angelo Marrazzo arrestato per minacce e monopolio nel trasporto di rifiuti speciali, con sequestro di due motonavi e accuse di concorrenza sleale legate al clan Moccia.
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Ad Ischia, l’imprenditore Angelo Marrazzo è stato arrestato per minacce e monopolio nel trasporto di rifiuti speciali, con l’accusa di agire sotto il controllo del clan Moccia. - Gaeta.it

A Ischia l’imprenditore Angelo Marrazzo è stato arrestato per presunte minacce e imposizioni nel trasporto di rifiuti speciali. L’indagine, condotta dalla polizia di Napoli insieme al commissariato di Ischia, fa luce su un presunto controllo esercitato dall’uomo in nome del clan Moccia. I fatti risalgono a un periodo recente e mostrano come l’uso della forza intimidatoria avrebbe condizionato attività economiche sull’isola.

Il sequestro preventivo di due motonavi e il monopolio nel trasporto rifiuti a ischia

In aggiunta all’arresto, la magistratura ha disposto il sequestro preventivo di due motonavi appartenenti alla compagnia collegata a Marrazzo. Questi mezzi, secondo la Procura, rappresentavano lo strumento principale con cui si realizzava il controllo monopolistico sul trasporto dei rifiuti da Ischia alla terraferma.

Il sequestro punta a interrompere l’attività illecita e a bloccare l’uso dei mezzi che permettevano di mantenere una posizione dominante e non consentita sul mercato. La confisca dei beni si configura come una misura volta a limitare la capacità di continuare pratiche anticoncorrenziali, sottraendo gli strumenti materiali essenziali per il business.

La dinamica che emerge è quella di un controllo centralizzato su un servizio fondamentale per l’isola, in cui pochi mezzi navali diventano leve di potere per soggetti che si avvalgono di minacce e appartenenze criminali per neutralizzare la concorrenza. Questi elementi confermano la gravità dell’indagine e il coinvolgimento di strutture mafiose nelle attività economiche di Ischia.

Le accuse di concorrenza sleale e la dinamica mafiosa

Oltre all’estorsione, a Marrazzo viene contestata la concorrenza illecita attraverso minacce e violenza. Queste accuse fanno parte dell’inchiesta che evidenzia come il soggetto avrebbe agito eliminando la concorrenza attraverso pratiche illegali. La sua compagnia avrebbe ostacolato altre imprese di navigazione impegnate nella stessa attività, limitandone di fatto la possibilità di operare liberamente.

L’aggravante mafiosa si basa sulla forza di intimidazione che deriverebbe dalla presunta appartenenza di Marrazzo al clan Moccia. La polizia sottolinea come l’imprenditore si sarebbe presentato come referente diretto di questo gruppo criminale sull’isola. Questa circostanza, confermata dall’attività investigativa, spiega la pressione esercitata sia sul piano economico che sulle modalità di azione violenta.

La presenza di un’organizzazione mafiosa dietro queste attività esprime l’intreccio tra economia e criminalità, un meccanismo che incide profondamente sulle dinamiche di mercato locali. La vittima delle minacce, dunque, non si sarebbe mai potuta muovere senza correre il rischio di subire danni concreti o interventi repressivi.

L’arresto e il ruolo di angelo marrazzo nel trasporto di rifiuti speciali

Gli agenti della Sezione Investigativa di Napoli e del Commissariato di Ischia hanno fermato Angelo Marrazzo nell’ambito di un’inchiesta guidata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Il capo d’accusa coinvolge l’imprenditore come gestore di fatto di una società di navigazione operante a Ischia. Secondo le accuse, Marrazzo avrebbe imposto a un imprenditore locale l’obbligo di usare esclusivamente i traghetti della sua compagnia per il trasporto di rifiuti speciali dall’isola alla terraferma.

Le minacce avrebbero riguardato il sequestro dei mezzi del concorrente e l’applicazione di sanzioni amministrative. Questa pressione aveva come scopo bloccare la sua attività imprenditoriale. Il controllo sul trasporto dei rifiuti diventa quindi un mezzo per esercitare potere sull’economia locale, una modalità che si estende ben oltre la semplice competizione commerciale. I dettagli forniti dalla polizia mostrano un quadro di intimidazioni che limitavano la libertà di operare in un settore delicato come quello della gestione dei rifiuti.

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