Arrestati in campania tre uomini per 36 truffe agli anziani con un sistema organizzato di raggiri telefonici

Arrestati in campania tre uomini per 36 truffe agli anziani con un sistema organizzato di raggiri telefonici

Da Napoli ad Avellino, una rete criminale organizzata truffava anziani con finti incidenti e richieste di denaro; tre arresti e sequestri grazie all’operazione dei carabinieri a Ponticelli.
Arrestati In Campania Tre Uomi Arrestati In Campania Tre Uomi
Una rete criminale tra Napoli e Avellino ha truffato anziani con falsi incidenti, coordinandosi da un call center a Ponticelli; tre arresti e sequestri sono stati eseguiti dai carabinieri. - Gaeta.it

Da Napoli ad Avellino, una rete criminale ha ideato e messo in atto decine di truffe ai danni di persone anziane, sfruttando la paura e la fiducia per estorcere denaro e oggetti di valore. L’operazione dei carabinieri ha fatto emergere un’organizzazione strutturata che agiva con ruoli precisi e un metodo consolidato. Il blitz si è concluso con tre arresti e il sequestro di contanti, gioielli e materiale utilizzato per perpetrare le frodi.

Il funzionamento della rete: una “università napoletana delle truffe”

La truffa prendeva vita da un appartamento di Ponticelli trasformato in un call center. Qui, gli indagati orchestravano telefonate rivolte a persone anziane, soprattutto nelle province di Napoli, Benevento e Avellino. La modalità usata prevedeva la simulazione di situazioni di emergenza: finti parenti o avvocati che raccontavano storie di incidenti o problemi legali e chiedevano soldi per una cauzione o per evitare problemi giudiziari.

Le vittime venivano scelte tramite ricerche sulle Pagine Bianche e poi contattate in modo mirato. I truffatori dedicavano attenzione ai dettagli, anche minacciando le persone quando necessario, per spingere al pagamento immediato. L’idea di un sistema organizzato, chiamato “università napoletana delle truffe” dagli stessi investigatori, evidenzia come il raggiro fosse passato da episodi sporadici a una vera e propria attività pianificata e insegnata.

Ruoli precisi e base operativa a ponticelli: come funzionava il gruppo

Tre sono le persone arrestate: un uomo di 32 anni, uno di 38 e un altro di 26. Nel gruppo ognuno aveva compiti ben definiti. Il promotore e coordinatore guidava le attività, sceglieva le vittime ed era il “primo telefonista” che inizialmente contattava le persone anziane. Il secondo, sempre incaricato di telefonare, manteneva i contatti con gli altri complici e organizzava il passaggio delle informazioni. Il terzo, infine, si spostava fisicamente presso le case delle vittime, raccogliendo contanti, oro e gioielli consegnati sotto pressione.

Il valore economico complessivo delle truffe arriva a sfiorare i 100mila euro. In fase di perquisizione sono stati trovati materiali che testimoniano sia il modus operandi che la preparazione del gruppo. Un particolare significativo è stato il ritrovamento di un articolo di giornale riguardante truffe agli anziani, con la foto di uno degli arrestati conservato nell’appartamento insieme ai monili: un simbolo concreto del legame tra criminalità e notorietà all’interno del gruppo.

Il caso che ha fatto scattare le indagini e l’importanza delle denunce

Le indagini dei carabinieri sono partite nel 2023 grazie a una denuncia giunta da Acerra. Un anziano aveva ricevuto una chiamata da un falso figlio che diceva di aver causato un incidente con una donna incinta e chiedeva soldi per evitare guai con la giustizia. Ingannato dalla situazione, l’uomo aveva consegnato 10mila euro. Questo episodio ha acceso i riflettori su diverse segnalazioni simili, mettendo in moto la macchina investigativa.

Le forze dell’ordine hanno registrato un aumento nelle denunce di truffe telefoniche, segno che le campagne di sensibilizzazione stanno iniziando a far effetto, rendendo le vittime meno vulnerabili. Gli investigatori sottolineano come i truffatori sappiano confezionare storie convincenti e adattare la loro tattica, affinando lo “storytelling” per colpire le corde emotive più forti dei loro interlocutori.

Partecipazione familiare all’organizzazione e aspetti processuali

Tra gli indagati compare anche una donna, madre di uno degli arrestati, nata nel 1960, che avrebbe fornito l’appartamento usato per coordinare le truffe. Il suo coinvolgimento non appare marginale, anzi, conferma come l’organizzazione fosse radicata e affidabile al suo interno, basata su legami familiari oltre che criminali.

Nel provvedimento del giudice è stata evidenziata l’accuratezza e la pericolosità del sistema messo in piedi dal gruppo. L’episodio del ritrovamento dell’articolo di giornale, insieme ai gioielli, ricorda l’atteggiamento quasi celebrativo con cui gli arrestati ponevano in relazione i guadagni ottenuti alle truffe commesse. Gli sviluppi di questa vicenda trovano eco non solo nel contrasto alla criminalità ma anche nella tutela degli anziani, categoria particolarmente esposta a questo tipo di reati.

Change privacy settings
×