Dietro i quiz televisivi che appassionano milioni di spettatori si nasconde un lavoro poco noto ma fondamentale: la creazione delle domande. Armando Vertorano, autore de “L’eredità”, racconta il proprio mestiere, dalla genesi delle domande al confronto con i conduttori. Dai giochi più celebri come Avanti un altro! a Chi vuol essere milionario, emerge il ruolo chiave del domandiere nello strutturare i momenti di tensione e divertimento in tv.
Come nasce la curiosità e l’attenzione nella scrittura delle domande
Scrivere una domanda per un quiz non è solo una questione di nozioni o fatti. Armando Vertorano spiega che la domanda efficace deve catturare lo spettatore, anche chi segue il programma distrattamente, magari con la tv accesa come sottofondo. L’obiettivo è far scattare quell’interesse che costringa a fermarsi e aspettare la risposta, anche durante altre attività quotidiane, come cucinare o parlare con amici.
Questa capacità nasce da un’attenta osservazione del mondo circostante. Vertorano trae ispirazione da ogni dove: una conversazione inaspettata a cena, un dettaglio in un museo o una notizia su un giornale. Ciò che spesso sfugge allo sguardo distratto, diventa il seme di una domanda. Quelle domande si trasformano in piccole sfide da presentare al pubblico, fatte non solo per testare la memoria ma per stimolare il ragionamento.
Leggi anche:
La ricerca del dettaglio che sorprende
Nel lavoro quotidiano c’è la ricerca di quel dettaglio che può intrigare e sorprendere, senza risultare banale o troppo complicato. La sfida è mantenere un equilibrio, perché dietro uno stile apparentemente semplice c’è un lavoro che porta a interrogativi capaci di coinvolgere gruppi diversi di spettatori.
La varietà dei profili tra i concorrenti
Molti pensano che basti sapere tanto per partecipare a un quiz, ma Vertorano spiega che i programmi che coinvolgono più partecipanti richiedono una varietà di profili. Non esiste un modello unico di concorrente ideale. Ci vogliono persone con capacità diverse, ognuna capace di portare qualcosa di unico al gioco.
La diversità nel talento e nel modo di affrontare le prove crea dinamiche interessanti nello svolgimento delle trasmissioni. Alcuni hanno una preparazione vasta, altri eccellono in culture più specifiche o si affidano alla capacità di ragionamento. Questo mix consente allo spettacolo di essere vario e al pubblico di identificarsi con diversi tipi di protagonisti.
La composizione della “varia umanità” in tv
Lo scopo è comporre una “varia umanità” sul palcoscenico, con concorrenti che rappresentano tante passioni e modi di approcciare la conoscenza. Il risultato produce momenti di sorpresa, competizione e anche empatia con chi guarda da casa.
Il rapporto con i conduttori principali
Nel racconto di Vertorano emergono differenze nette tra i presentatori con cui ha collaborato, a partire da Gerry Scotti. Scotti preferisce non conoscere le risposte, per stare “dalla parte” dei concorrenti e condividere con loro in modo autentico le tensioni della gara. Questa scelta modifica l’approccio classico del conduttore che dovrebbe invece conoscere già il percorso.
Con Marco Liorni il lavoro è segnato da un’attenzione meticolosa al copione. Liorni chiede chiarimenti e porta una grazia e una semplicità in onda che nascono da un attento studio dietro le quinte. Il suo modo di gestire le domande rende comprensibile lo spettacolo anche agli spettatori meno esperti.
L’improvvisazione di paolo bonolis
Paolo Bonolis si distingue per la capacità di improvvisare e sfruttare qualsiasi situazione. Durante Avanti un altro!, si è accorto di una spettatrice distratta e ha deciso di coinvolgerla direttamente, sostituendola a un cameraman. Questi gesti trasformano il quiz in un evento imprevedibile, aggiungendo momenti umoristici e spontanei.
Vertorano parla anche di Stefano De Martino, una presenza recente nel mondo dei quiz. Il conduttore ha lavorato molto su se stesso per costruire un proprio stile fatto di equilibrio tra serietà e ironia. Ha sviluppato capacità d’improvvisazione che lo rendono credibile e interessante sul palco televisivo.
Presenza femminile e contesto internazionale
Non sfugge a Vertorano la scarsa rappresentanza femminile alla conduzione dei quiz. Questo genere di programmi viene ancora visto come dominio quasi esclusivamente maschile, in Italia come in altri paesi. Tra le rare eccezioni ci sono Caterina Balivo con Lingo e Antonella Clerici con la sua versione di Affari tuoi.
La carenza di donne alla guida di quiz appare in contrasto con altre realtà, come gli Stati Uniti, dove le conduttrici femminili hanno maggiore spazio. Vertorano auspica un cambiamento, ma segnala che, almeno al momento, la tendenza resta limitata.
Difficoltà e evoluzione dei quiz tv
Tra le critiche raccolte c’è quella che considera i quiz contemporanei meno impegnativi rispetto al passato, soprattutto perché la società sarebbe meno preparata culturalmente. Vertorano risponde ricordando che i quiz classici, come Lascia o raddoppia, mettevano in gioco partecipanti eruditi su argomenti molto specifici.
Oggi invece il valore è spostato su una conoscenza più ampia e generale. Le domande stimolano capacità di ragionamento più che la semplice memorizzazione di nozioni. La difficoltà si è trasformata, non si è ridotta. Si richiede una preparazione diversificata e un buon equilibrio mentale per rispondere prontamente a quesiti che attraversano vari ambiti.
Il cambiamento della cultura e dell’intrattenimento
Il modo in cui cambiano i quiz riflette, dunque, il mutare della cultura e delle forme di conoscenza e di intrattenimento dei telespettatori. Le sfide restano, e anche la capacità di sorprendere e coinvolgere chi guarda da casa.